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Abbiamo perso lo smalto - Macchina dei Sogni

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stropicciata. Il tutto la rende ancora più bella. Una solitaria guerriera<br />

moderna in tuta. Una bella tazza di latte con i cereali, le prime cose<br />

che trova nell’armadio, ed esce quasi senza pensare. Stranamente è<br />

come se non ricordasse nulla di ieri. Pochi passi ed è nel cuore dell’oltre<br />

torrente. Dove un tempo vivevano gli esclusi dalla nobile città fi<strong>lo</strong>francese.<br />

Via D’Azeglio ti è sempre piaciuta, con quelle vecchie fette di case vicine<br />

vicine. Studenti, immigrati, anziani che vanno a fare la spesa. E<br />

sempre quella romantica frenesia del borgo. Tra uno scherzo di un<br />

gruppo di amici e quell’inconfondibile profumo di kebab. Sì, questa via<br />

proprio la ami. E poi ci lavora Sara, in quel forno ci sono delle cose<br />

buonissime. Ti vengono in mente le mini torte al limone fatte ogni anno<br />

per san Valentino, dove con la glassa scrivono frasi dolci dolci come<br />

“Je t’aime”.<br />

Lei è dietro al bancone. Bella e frenetica come ieri, anzi un po’ di più.<br />

Appena ti vede fa il giro e ti salta addosso come una scimmia urlatrice<br />

e ti stringe fino a quasi toglierti il fiato. È come se un raggio di sole ti<br />

avesse scaldata per mille anni, ma nel<strong>lo</strong> stesso istante ricordi cos’è<br />

successo il giorno prima. Rimani attonita, l’unico appiglio con la realtà<br />

è la farina che ti ha lasciato addosso nella bollente morsa. Un po’ di<br />

pettegolezzi, compri due micche e la saluti, anche perché questo sabato<br />

il forno è particolarmente affollato e la tua amica, se possibile, è<br />

più spiritata del solito. Se non fosse per quel suo cuore immenso, diresti<br />

che è figlia del caos. Ti viene in mente quella volta in cui ti ha<br />

spiegato perché insegna gratuitamente italiano agli stranieri. Con la<br />

luce negli occhi ti disse: «Aiutare gli altri a imparare cose che per me<br />

sono scontate mi riempie di energia, di speranza.»<br />

Già la speranza.<br />

Sei di nuovo su quella via. Barcolli come se avessi fatto quindici round<br />

contro Iron Mike. Ti fermi e guardi la gente passare, stringendo tra le<br />

tue braccia il sacchetto del pane. Non vedi l’ora che sia sera per sprofondare<br />

nel divano guardando la Corrida. Vedere quei pazzi ti fa sentire<br />

un po’ più normale. Peccato che stasera tu debba andare a cena da<br />

Vladimir.<br />

Cinque, quattro, tre, due, uno… ansia. Mille pensieri come un puzzle<br />

impazzito. Cosa ti metterai, cosa dirai, cosa farai. D’istinto agguanti il<br />

cellulare e mandi un messaggio alla scimmia urlatrice:<br />

“S.O.S. stasera sono a cena da vladimir ed è colpa tua! che faccio?”<br />

Risposta: “Be’, partirei con una bella ceretta, un paio di scarpe nuove,<br />

> :-<br />

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