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Abbiamo perso lo smalto - Macchina dei Sogni

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Quando il riso si smorzò, Ines bevve un sorso d’acqua dalla bottiglia<br />

che Alvise aveva recuperato nella sua borsa. Poi, lentamente, l’aiutò<br />

ad alzarsi. La prese per le braccia e sentì il suo esile corpo, le sue<br />

ossa sporgenti sui gomiti e il suo polso sottile.<br />

«Ines, ti accompagno a casa. Dimmi dove abiti» disse senza lasciarla,<br />

quando fu in piedi.<br />

«Non è necessario, davvero. Prendo qualcosa da mangiare se mi accompagni»<br />

rispose cercando di non guardar<strong>lo</strong> negli occhi.<br />

«Certo, ti accompagno. Ma poi ti porto a casa» rispose lui con risolutezza.<br />

Ines non aveva la forza di replicare ancora, e sebbene la prospettiva<br />

di essere accompagnata fino al suo appartamento la terrorizzasse, si<br />

rassegnò per mancanza di forze.<br />

Entrarono da un fornaio poco distante e mentre Alvise trafficava alla<br />

cassa, Ines sedeva all’ingresso del negozio e addentava con pigra<br />

soddisfazione un pezzetto di croissant. Sempre osservandola, chiamò<br />

un taxi.<br />

Quando arrivarono davanti al portone della casa di Ines, Alvise vide<br />

qualcosa che non si aspettava. Sul citofono il cognome di Ines era affiancato<br />

a un altro. Il suo petto ebbe un sussulto, la sua mente cominciò<br />

a correre. Ines era sposata e con ogni probabilità c’era di mezzo<br />

un bambino, un figlio, ecco perché era rimasta così colpita da quel negozio.<br />

Mentre questi pensieri ga<strong>lo</strong>ppavano nella sua mente, Alvise si<br />

sforzava di mantenere un atteggiamento sicuro e cordiale. Inserì la<br />

chiave nel portone, <strong>lo</strong> aprì e sempre sorreggendola la guidò sulle<br />

scale. Arrivati sul suo pianerotto<strong>lo</strong>, sentì un fremito sulla pelle, un turbamento<br />

in tutto il corpo. Si stava avvicinando al nucleo più intimo della<br />

vita di Ines. Tuttavia, al<strong>lo</strong> stesso tempo, quel brivido era pacato dalle<br />

nuove scoperte che credeva di aver fatto. Sapere che era sposata,<br />

convivente di un uomo, diminuiva quel<strong>lo</strong> slancio che aveva provato per<br />

lei fin dal primo incontro. Con questi sentimenti di attrazione e sconforto<br />

entrò nell’appartamento per primo, sostenendo Ines che stava<br />

alle sue spalle. Una strana oscurità adombrava l’ingresso. Gli scato<strong>lo</strong>ni<br />

ancora colmi che ricoprivano il pavimento creavano nell’aria l’effetto di<br />

una luce soffusa tagliata da infiniti pulviscoli. Si guardò intorno con avidità,<br />

combattuto tra la sua brama di osservare e la coscienza di non<br />

essere so<strong>lo</strong>. Ma la sua curiosità era troppo grande e il suo sguardo<br />

non poteva fare a meno di correre da un dettaglio all’altro dell’appar-<br />

> :-<br />

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