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Abbiamo perso lo smalto - Macchina dei Sogni

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tamento, in modo da poter cogliere il più possibile di quella vita, di quel<br />

matrimonio. Ines chiese di essere portata sul divano del sa<strong>lo</strong>tto e lì si<br />

sdraiò, ancora visivamente sprovvista delle forze necessarie, chiudendo<br />

gli occhi.<br />

Alvise approfittò della situazione per aggirarsi lungo l’appartamento<br />

con la scusa di dover sistemare in cucina le vivande. Attraversò il corridoio<br />

e vide, ordinate una a fianco all’altra con grandissima metico<strong>lo</strong>sità,<br />

una serie di calzature scarlatte il cui effetto d’insieme era quel<strong>lo</strong><br />

di un tappeto dall’aria difforme. Le scarpe erano così tante che non<br />

avrebbe potuto dire quante fossero. E lui, che credeva di averle visto<br />

indosso le più bizzarre, dovette ricredersi nel constatare che si era limitata<br />

a indossare le più sobrie. Borchie, lustrini, plateau, tessuti pregiati<br />

e tacchi si sprecavano in quel<strong>lo</strong> stretto corridoio che pareva non<br />

avere altro ruo<strong>lo</strong> che quel<strong>lo</strong> di contenere i sogni di un’adolescente.<br />

Tornò in sa<strong>lo</strong>tto con un piatto di focacce e dolci. Ines si mise seduta,<br />

addentò un pasticcino e continuò a mangiare fissando il parquet.<br />

«Vuoi che avverta qualcuno, Ines?» le chiese dopo qualche istante<br />

che la osservava gustare le creme e i biscotti.<br />

«Non ce n’è bisogno. Sto bene, grazie» rispose lei ingoiando una fragola<br />

intera.<br />

«Forse tuo marito, il tuo compagno vorrebbe saper<strong>lo</strong>…» disse lui con<br />

esitazione.<br />

«Non fa nulla…»<br />

Si guardò intorno, non sapendo più cosa dire né come agire.<br />

«Non ho potuto non notare le scarpe nel corridoio. Una vera perversione?»<br />

«Sì, da quando ero piccola. Mia madre detestava il rosso e mi vietava<br />

di indossar<strong>lo</strong>. Quelle scarpe mi fanno sentire diversa da lei e adulta, a<br />

differenza di quel<strong>lo</strong> che può sembrare» rispose lei con astio, come se<br />

<strong>lo</strong> spirito di ribellione predominasse ancora in lei sulle sicurezze adulte.<br />

Alvise smise di guardarla e fece ruotare il suo sguardo per la stanza.<br />

Avrebbe voluto sapere dell’uomo che abitava con lei, ma non avrebbe<br />

osato chiederle.<br />

«Vuoi parlare di quel<strong>lo</strong> che è successo?»<br />

«No. Ma forse sei tu che vuoi parlarne. O vuoi parlare del motivo per<br />

cui mi stavi seguendo?»<br />

Alvise si impietrì.<br />

«È meglio che io vada ora» disse mentre lei <strong>lo</strong> fissava negli occhi.<br />

«Avresti fatto di tutto per arrivare qui fino a pochi minuti fa. E adesso<br />

> :-<br />

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