Abbiamo perso lo smalto - Macchina dei Sogni
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con il col<strong>lo</strong> a penzo<strong>lo</strong>ni.<br />
Il signor Sergio è un vero autodidatta, ma per crearsi un po’ di celebrità<br />
dice a tutti di aver seguito un corso di pittura a olio alla Pinacoteca di<br />
Brera. Alle clienti descrive la sua arte come un’autentica passione, facendo<br />
sempre riferimento all’impareggiabile Michelange<strong>lo</strong>, non il Buonarroti,<br />
ma il Merisi da Caravaggio. Arriva ad affermare che le sue<br />
opere possano essere facilmente scambiate per gli originali da quanto<br />
sono perfette. I vernissage hanno luogo, puntualmente, ogni mese nel<br />
retro bottega. Pare che riesca anche a venderli i suoi quadri, a detta<br />
di alcuni, dozzinali e a volte disgustosamente truculenti, ma lui questo<br />
<strong>lo</strong> ignora.<br />
Ricordandosi del particolare del fois gras, la mente <strong>lo</strong> riporta in un<br />
lampo al viaggio fatto con suo padre, salumiere anche lui, nel sudest<br />
della Francia, e precisamente in Linguadoca, alla ricerca di un nuovo<br />
fornitore.<br />
Era il 1950, aveva otto anni all’epoca. Quel viaggio gli aveva lasciato<br />
tanti bei ricordi indelebili.<br />
Si alza per versarsi ancora un po’ di caffè.<br />
Gran viaggio, non tanto per l’aver trovato l’anelato nuovo fornitore di<br />
fois gras, ma perché suo padre decise di portar<strong>lo</strong> a un circo di paese<br />
nelle vicinanze, Alès. L’idea gli venne dopo aver adocchiato un manifesto,<br />
che oltre annunciare la venuta del circo, sottolineava l’esibizione<br />
di un trombettista solista che <strong>lo</strong> accompagnava, un tale di Maurice<br />
André. Suo padre nutriva una viscerale passione per la tromba che da<br />
anni cercava di suonare, e non c’era modo di fargli capire che forse<br />
era meglio per lui e per tutti quelli che gli stavano intorno continuare a<br />
fare so<strong>lo</strong> il salumiere, perché gli riusciva decisamente meglio; all’epoca<br />
aveva adibito il retro bottega a sala da musica.<br />
Quella serata rimase una pura magia nei ricordi del bimbo. Non tanto<br />
per il magnifico tendone co<strong>lo</strong>rato gremito di gente e pagliacci, ma per<br />
chi gli si sedette al fianco: Micheline, Micheline Barda, primo amore<br />
della vita. Bellissima: bionda, formosa, occhi azzurri splendidi e conturbanti.<br />
Nulla rimase del<strong>lo</strong> spettaco<strong>lo</strong>, sicuramente ci saranno stati ruggenti<br />
leoni, tigri ed elefanti, ma per lui so<strong>lo</strong> il viso di lei e le sue mani aggraziate,<br />
che a un certo punto gli offrirono un nuvo<strong>lo</strong>ne di zucchero filato<br />
rosa. Mai, niente e nessuno gli aveva fatto esp<strong>lo</strong>dere il cuore come<br />
quel giorno. Lo chiamano colpo di fulmine. Il primo e unico. Eppure lei<br />
avrà avuto almeno quindici anni più di lui.<br />
> :-<br />
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