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Abbiamo perso lo smalto - Macchina dei Sogni

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che al buio erano soliti anticiparle se lui era sveglio in sua attesa o già<br />

nudo nel letto, sono silenziosi.<br />

In autunno, una notte tornando a casa, aveva parcheggiato il grande<br />

pick-up all’ango<strong>lo</strong> della strada, aveva scritto su vecchi biglietti del parcheggio<br />

parole e pensieri di saluto, lui stava per partire. Li aveva infilati<br />

tra le griglie a rombi insieme a un paio di calze e a un euro perché potesse<br />

prendere il carrel<strong>lo</strong> al suo arrivo all’aeroporto di Roma.<br />

Suona il campanel<strong>lo</strong> girando quel chiavistel<strong>lo</strong> di ottone che assomiglia<br />

a quelli dietro ai vecchi caril<strong>lo</strong>n per ricaricare la me<strong>lo</strong>dia. L'ha sempre<br />

girata dando due colpi secchi verso sinistra.<br />

Drin-Drin!<br />

E adesso? Fa un respiro profondo, pensa alla meditazione, si fa coraggio,<br />

vuole capire. Si ostina a capire, non vuole accettare che tra un<br />

po’ sarà lei il suo bastone, a reggere vent’anni di differenza. Apre la<br />

porta. È in maglietta e mutande, non si aspettava di trovar<strong>lo</strong> in pigiama.<br />

«Morning» farfuglia e prova a baciarla. Lei al<strong>lo</strong>ntana il viso, <strong>lo</strong> guarda<br />

di traverso, ma si toccano. «Taa – Vieni dentro.»<br />

«Morning. Sono venuta a prendermi i libri» gli risponde.<br />

«Entra a prendere un caffè.»<br />

Lo guarda stranito, vuole so<strong>lo</strong> dare un’occhiata ve<strong>lo</strong>ce e ritornarsene<br />

a godere la città senza pensare, ma non capendo dove voglia arrivare<br />

entra. Nasconde la paura.<br />

Prima di togliersi le scarpe come ha sempre fatto, dà una ve<strong>lo</strong>ce occhiata<br />

in giro. C'è un vestito vintage, gentilmente appoggiato sul puff<br />

vicino alla porta finestra che dà sul cortile interno. Manie franco-libanesi,<br />

“dev'essere molto più giovane anche lei”, pensa. Sbircia in camera,<br />

manette e vibratore sul bordo del letto. Inizia a darsi delle<br />

spiegazioni. Fa finta di nulla, richiede i libri che le spettano, vorrebbe<br />

prenderli e andarsene. È venuta per un vecchio libro di ricette e una<br />

traduzione <strong>dei</strong> <strong>lo</strong>ro libri sacri. Lui era andato a prenderli in montagna<br />

apposta per lei, tre giorni prima.<br />

Walid non le dà ascolto, è seduto di spalle sul divano, le appoggia la<br />

borsa accanto e va a farsi un nescafè in cucina. Conosce benissimo<br />

quel<strong>lo</strong> spazio. Prende una bottiglia di acqua dalla dispensa, ne rovescia<br />

tre quarti nel bollitore, accende; tazza, nescafè, e aspetta che l’acqua<br />

sia calda.<br />

Torna di là ed eccola, la vede comparire. Con un tanga e una grande<br />

felpa beige che si è infilata per coprirsi, per andare incontro a questo<br />

fatto appena scoperto: c’è un’altra donna.<br />

> :-<br />

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