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IMMPRODOTTO È PRESEN~UNTI ARATA DI LOOP LOM84110<br />

CHI FORNISCE<br />

QUESTO<br />

PRODOTTO E CON<br />

QUALE SPIRITO Sf E<br />

REALIZZATA LA<br />

COLLABORAZIONE<br />

di Andrea Pertegato<br />

La soia, questo legume<br />

di origine asiatica, sta<br />

cambiando le abitudini<br />

alimentari degli italiani<br />

e degli europei. Questo<br />

perché? E cambiato, e<br />

sta ancora rapidamente<br />

mutando, il moderno costume<br />

di vita, quindi<br />

cambia l'alimentazione,<br />

modificando, ovviamente,<br />

anche i comportamenti<br />

dei consumatori.<br />

La Coop ne prende atto<br />

e, sensibile com'è a<br />

quanto si muove sul<br />

fronte dei consumi, dà il<br />

via all'operazione soia,<br />

facendo largo sui banchi<br />

dei propri punti di vendita<br />

ai molti prodotti ricavabili<br />

dall'ex legume<br />

asiatico, diventato ora<br />

nostrano.<br />

"In effetti — afferma il<br />

responsabile del settore<br />

deperibili di Coop Lombardia,<br />

Luigi Belotti —<br />

presso quasi tutti i nostri<br />

centri, si può reperi-<br />

LA VITTORIA<br />

DELLA<br />

re una vasta gamma di<br />

prodotti a base di soia.<br />

Si va dalle salse (maionese,<br />

tartara, bernese<br />

ed altre) ai formaggi,<br />

dai pasticcini alla pasta<br />

fresca, a svariati tipi di<br />

yogurt.<br />

E c'è persino una bevanda<br />

alla soia".<br />

L'attenzione che la Coop<br />

dedica a questo particolare<br />

prodotta è notevole.<br />

"Dedichiamo ai derivati<br />

dalla soia uno spazio assai<br />

ampio, separato dagli<br />

altri alimentari". E<br />

un'attenzione corrisposta<br />

dal pubblico che —<br />

prosegue Belotti — rientra<br />

nella fascia giovanile<br />

compresa fra i 20 ed i 35<br />

anni, un tipo di pubblico<br />

particolarmente interessato<br />

alla dietetica e alla<br />

forma fisica'.<br />

Chi assicura alla Coop i<br />

prodotti derivati dalla<br />

sola, offerti in vendita ai<br />

consumatori? "Siamo<br />

noi", dice Stefania Migliavacca<br />

della direzione<br />

commerciale della New<br />

Food International<br />

Company. "La New Food<br />

— prosegue la nostra<br />

interlocutrice — è<br />

una moderna società di<br />

cooperazione fra uomini<br />

di marketing e dietologi<br />

di fama internazionale,<br />

e si propone di offrire ai<br />

propri clienti il meglio<br />

in assoluto, per qualità<br />

dei cibi al minor prezzo<br />

possibile in un'ottica di<br />

tipo salutistico".<br />

Perché questo incontro<br />

fra l'impresa New Food<br />

e la Coop, associazione<br />

di consumatori? "Non<br />

solo valide ed apprezzabili<br />

ragioni commerciali,<br />

ma anche una ben precisa<br />

filosofia aziendale".<br />

Spiega infatti Ia dottoressa<br />

Migliavacca: "La<br />

Coop è molto sensibile<br />

ai problemi di qualità<br />

totale nei prodotti offerti<br />

ai propri clienti, per<br />

cui non poteva non essere<br />

il nostro interlocutore<br />

privilegiato".<br />

LA SOIA (OLYCINE MAX)<br />

È un'erbacea della famiglia delle leguminose, cpu vita annuale. Ha foglie<br />

trifoliate, baccelli nerastri contenenti 2-5 semi. E ricchissima di fattori nutrizionali,<br />

essendo composta dal 30-45 per cento di proteine, dal 20-30 per<br />

cento di carboidrati, dal 16-20 per cento di lipidi e dal 10 per cento di acqua.<br />

Inoltre essa è ricca di considerevoli quantità di calcio, fosforo, ferro,<br />

magnesio e di vitamine E, R, Bl, B2. In sostanza, la soia occupa una posizione<br />

intermedia fra i legumi ed i semi oleosi. Da questa collocazione in<br />

natura nasce la straordinaria versatilità dell'utilizzazione dei semi di questa<br />

pianta, come dimostra, del resto, la gamma degli alimentari esposti<br />

nei punti vendita Comp. Di essa, si può dire in sintesi che ha meriti alimentari<br />

eccezionali potendo contare oltre che su un alto valore nutritivo<br />

anche su proteine molto simili a quelle della carne. Il che rende insuperabile<br />

la soia.<br />

íLENTA MA SFOLGORANTE CARRIERA DI UN SEME<br />

AL GIAPPONE<br />

. ER ANTICHE<br />

STRADE<br />

Si chiamava Engelberto Reempfer<br />

botanico tedesco che intorno al 1613<br />

portò in Europa, dal Giappone, paese<br />

dov'era vissute a lungo, i semi<br />

della soia. Notizie sulle prime piante<br />

di soia coltivate nel nostro Continente<br />

risalgono al '700. Costituivano un<br />

ornamento esotico del giardino reale<br />

d'Inghilterra e di quello delle piante<br />

a Parigi. La produzione di soia come<br />

foraggio è stata sperimentata per la<br />

prima volta negli Stati Uniti nel<br />

1595, a cura del dipartimento dell'agricoltura.<br />

Si effettuò una prova con<br />

21 qualità di soia, numerose delle<br />

quali provenienti dall'Europa, oltre<br />

a quelle fatte giungere dall'Asia, Solo<br />

per otto qualità si ottennero risultati<br />

positivi. Cominciava così la moderna<br />

"carriera" del seme di soia che<br />

dopo la prima utilizzazione come foraggio<br />

per bestiame, doveva compiere<br />

un salto di qualità per raggiunge-<br />

1613BLICITÀ COMPA ICA<br />

di Vera Squarcialupi<br />

Viene addirittura considerata<br />

"pomo della discordia"<br />

fra chi la giudica<br />

un mezzo drastico ed<br />

efficace di informazione<br />

dei consumatori e valido<br />

aiuto per le loro scelte, e<br />

chi, invece, la considera<br />

pericolosa in quanto si<br />

baserebbe su elementi<br />

minori e marginali di<br />

valutazione, ricorrendo<br />

a volte anche a un'appropriazione<br />

distorta dei<br />

testa comparativi fatti<br />

seriamente da riviste e<br />

associazioni, dai quali<br />

verrebbero tratti solo alcuni<br />

dati, quelli insomma<br />

che fanno comodo.<br />

Fra i produttori, inoltre,<br />

alcuni sono favorevoli ad<br />

una accentuata dinamica<br />

di confronto come elemento<br />

di concorrenza,<br />

altri pensano che una<br />

tale tecnica facilmente<br />

degenererà nella denigrazione<br />

dei concorrenti<br />

e nel parassitismo.<br />

Queste diversità di opinioni<br />

rendono particolarmente<br />

vivace il dibattito<br />

in Francia dove la<br />

legge sulla pubblicità<br />

comparativa è stata risvegliata<br />

dopo 15 anni<br />

di letargo, e secondo la<br />

quale il confronto deve<br />

avvenire sulle qualità<br />

"intrinseche, significative<br />

e verificabili" del prodotto,<br />

ma si teme anche<br />

che, avendo i prodotti<br />

fatto considerevoli pro-<br />

gressi per quanto riguarda<br />

la qualità, i controlli<br />

e il prezzo, molto<br />

spesso sono sostituibili<br />

l'uno con l'altro e quindi<br />

il confronto rischierebbe<br />

di avvenire solo a colpi<br />

di argomenti minori e<br />

marginali, fino a giungere<br />

a privilegiare e a imporre<br />

qualità insignificanti<br />

a detrimento dell'essenziale.<br />

Al dibattito<br />

in Francia fa da controcanto<br />

un dibattito a livello<br />

europeo in quanto<br />

è in fase di elaborazione<br />

a Bruxelles una proposta<br />

di direttiva proprio<br />

sulla pubblicità comparativa,<br />

la cui validità sarebbe<br />

soprattutto quella<br />

di essere una valida fonte<br />

di informazione dei<br />

consumatori. Ma di rimando<br />

c'è chi sostiene<br />

che in Paesi come gli<br />

Stati Uniti, dove da anni<br />

la pubblicità comparativa<br />

sta sconquassando il<br />

mercato, non risulta che<br />

i consumatori siano meglio<br />

informati e meglio<br />

serviti. Il Beuc — Ufficio<br />

Europeo delle Unioni dei<br />

Consumatori — sostiene<br />

a sua volta che nei Paesi<br />

europei dove è autorizzata<br />

la pubblicità comparativa<br />

(cioè Irlanda,<br />

Regno Unito, Paesi Bassi,<br />

Danimarca, Grecia e<br />

Spagna) l'impatto sull'informazione<br />

dei consumatori<br />

è tuttora insufficiente<br />

ed occupa una<br />

quota marginale del<br />

re, solo recentemente,<br />

la tavoladell'uomomoderno,<br />

come elemento<br />

base per la<br />

più razionale<br />

nutrizione umana. Un bel salto<br />

per un legume troppo a lungo trascurato<br />

dall'Occidente, mentre in uno<br />

dei testi più antichi delta storia<br />

umana, attribuito al filosofo Honaudi,<br />

vissute più di 5000 anni fa, si ace<br />

cenna alla soia e al suo valore alimentare.<br />

La soia avrebbe avuto origine nelle •<br />

province nord orientali della Cina:<br />

essa è la leguminosa più coltivata in<br />

quel Paese e, unitamente al riso, all'orzo,<br />

al frumento e al miglio, costituisce<br />

uno dei "cinque grani sacri".<br />

dal A C >N UNTO<br />

mercato. Eppure — sostiene<br />

il Rene — la pubblicità<br />

comparativa potrebbe<br />

costituire uno<br />

strumento interessante<br />

di apertura al mercato<br />

dei "nuovi arrivati". Ma<br />

quanto verrebbe a costare<br />

una pubblicità seria,<br />

che si basi su testa fatti<br />

scientificamente e onestamente<br />

e non rubacchiati<br />

qua e là, avendo<br />

come unica leva una<br />

concorrenza spietata? I<br />

costi della serietà, insomma,<br />

forse non bilancerebbero<br />

i costi della<br />

pubblicità, pena il rischio<br />

di finire nelle maglie<br />

della giustizia e di<br />

essere presi di mira dagli<br />

strali della concorrenza.<br />

R Beuc aggiunge,<br />

inoltre, che è inaccettabile<br />

quanto sarebbe contenuto<br />

nella futura direttiva<br />

comunitaria, cioè<br />

che il riferimento aIla<br />

marca del concorrente<br />

dovrebbe essere autorizzata<br />

da quest'ultimo.<br />

Si intenderebbe, quindi,<br />

scrivere nella direttiva<br />

che dovrebbe essere il<br />

"perdente" ad autorizzare<br />

il 'vincente" ad affermare,<br />

attraverso la pubblicità,<br />

che in fin dei conti<br />

il suo prodotto è inferiore<br />

e non va quindi acquistato.<br />

C'è da immaginare,<br />

insomma, che tale<br />

autorizzazione non sarebbe<br />

mai concessa o che<br />

originerebbe accordi tutt'altro<br />

che chiari. Nello<br />

stesso tempo iI Beuc si<br />

mostra meravigliato dell'opposizione,<br />

definita<br />

addirittura "selvaggia",<br />

alla pubblicità comparativa<br />

da parte di alcuni<br />

settori economici e soprattutto<br />

del settore<br />

bancario. Proprio dalla<br />

pubblicità comparativa,<br />

infatti, i consumatori po-<br />

trebbero trarre notevoli<br />

vantaggi. La conclusione<br />

del Beuc, infine (e in<br />

questo si associa anche<br />

il Comitato Difesa Consumatori<br />

che ad esso aderisce<br />

come unica organizzazione<br />

italiana), è<br />

che le associazioni dei<br />

consumatori non hanno<br />

mai chiesto l'introduzione<br />

della pubblicità comparativa<br />

dal momento<br />

che non si tratta di un'azione<br />

prioritaria dal<br />

punto di vista della promozione<br />

degli interessi<br />

dei consumatori. D'altronde<br />

la pubblicità comparativa<br />

non solleverebbe<br />

i pubblici poteri, sia<br />

comunitari sia nazionali,<br />

dall'obbligo di mettere a<br />

punto e di applicare una<br />

efficace politica di informazione<br />

e di educazione<br />

dei consumatori che li<br />

ponga rapidamente nelle<br />

condizioni di scegliere<br />

meglio. Mentre il Beuc,<br />

forse, chiarirà meglio il<br />

suo atteggiamento nei<br />

confronti della pubblicità<br />

comparativa, in Italia<br />

si è in attesa di conoscere<br />

iI testo del disegno di<br />

legge che il ministero<br />

dell Industria (si noti bene:<br />

dell'Industria, dato<br />

che gli interessi dei consumatori<br />

dipendono proprio<br />

da luil) sta preparando<br />

e che rientrerebbe<br />

nel pacchetto di provvedimenti<br />

tanto richiesti,<br />

tante promessi e tanto<br />

disattesi che riguardano<br />

la protezione dei consumatori.<br />

Nel nostro Paese,<br />

in particolare, ai molti<br />

interrogativi sulla<br />

pubblicità comparativa<br />

se ne aggiungono altri,<br />

uno dei quali fa riferimento<br />

alla lentezza delle<br />

procedure giudiziarie<br />

conseguenti alle pesanti<br />

vertenze che con molta<br />

probabilità verrebbero aperte<br />

in seguito ad infrazioni<br />

alla legge. Si aggiungerebbero<br />

quindi altre<br />

occasioni di infrazioni<br />

— come d'altronde<br />

succede per ogni nuova<br />

legge — con la differenza<br />

che in questo caso<br />

dalla legge stessa non<br />

sono previsti grandi vantaggi<br />

ai consumatori. A<br />

una regolamentazione<br />

sulla pubblicità comparativa<br />

è meglio quindi<br />

sostituire, finalmente,<br />

delle norme contro la<br />

pubblicità sleale.<br />

Ma siccome la pubblicità<br />

sleale riguarda — tutto<br />

sommato — i rapporti<br />

fra produttori o distributori,<br />

sarebbe molto meglio<br />

affrontare le distorsioni<br />

della pubblicità che<br />

riguardano i consumatori,<br />

cioè Ia pubblicità ingannevole,<br />

quella che<br />

promette ciò che non può<br />

assolutamente mantenere:<br />

felicità, giovinezza, amore<br />

e via gioiendo. Tutti<br />

miraggi che non si<br />

conquistano (o molto poco)<br />

con dei prodotti e con<br />

degli oggetti. 4

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