Studio sulla presenza della lince - Università degli Studi di Padova
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Per <strong>di</strong>sporre dei dati raccolti da ricevitori GPS si può scaricarli perio<strong>di</strong>camente<br />
attraverso ponti ra<strong>di</strong>o, col sistema Argos o ricatturando l’animale.<br />
Il “ra<strong>di</strong>otracking” è il termine con cui si in<strong>di</strong>ca l’attività <strong>di</strong> ricerca dell’animale,<br />
seguendone gli spostamenti, me<strong>di</strong>ante ra<strong>di</strong>o ricevente e antenne. Questo<br />
permette allo stu<strong>di</strong>oso <strong>di</strong> con<strong>di</strong>videre la vita quoti<strong>di</strong>ana <strong>degli</strong> animali e <strong>di</strong> scoprire<br />
pertanto i motivi delle loro scelte ecologiche e comportamentali.<br />
I rilevamenti sul campo debbono essere fatti durante tutte le stagioni, qualsiasi<br />
sia la con<strong>di</strong>zione meteorologica e per <strong>di</strong>verso tempo; mentre la frequenza dei fix<br />
effettuati dall’operatore può essere qualunque, l’importante è che sia ottimizzata<br />
con lo scopo dello stu<strong>di</strong>o. Le schede in cui si segnano i fix eseguiti devono anche<br />
riportare le con<strong>di</strong>zioni climatiche, la posizione del ricercatore (che impiega un<br />
navigatore portatile GPS per georeferenziare le osservazioni fatte) e l'ora del<br />
rilevamento. In seguito tutti i dati devono essere archiviati in un database.<br />
3.2 Fototrappole<br />
La macchina fotografica, se usata in modo corretto, è uno <strong>degli</strong> strumenti più utili<br />
sul campo; oltre a documentare in modo inconfutabile, attraverso le fotografie, i<br />
tipi <strong>di</strong> comportamento e le particolari posture <strong>degli</strong> animali in stu<strong>di</strong>o, permette al<br />
ricercatore <strong>di</strong> esaminare con calma dettagli a posteriori, fino a riconoscere<br />
in<strong>di</strong>vidui <strong>di</strong>versi a seconda <strong>di</strong> evidenti variazioni intraspecifiche. Alla macchina<br />
fotografica è bene abbinare un apparecchio che la azioni, come un ra<strong>di</strong>ocomando<br />
o un generatore <strong>di</strong> luce polarizzata o <strong>di</strong> raggi infrarossi, provvisto <strong>di</strong> adeguato<br />
accumulatore o batteria. Le fotocamere scattano al passaggio <strong>di</strong> un animale<br />
davanti al sensore, il quale percepisce il movimento e variazioni luminose o<br />
termiche.<br />
Questa tecnica, oltre ad essere <strong>di</strong>ventata in questi anni relativamente economica,<br />
sembra utile per stimare la <strong>di</strong>stribuzione delle specie su gran<strong>di</strong> aree e per<br />
documentare relazioni specie specifiche agli habitat, soprattutto se le fotocamere<br />
vengono piazzate ad intervalli spaziali regolari e a fianco delle trappole per il<br />
pelo.<br />
Numerosi stu<strong>di</strong> sono stati fatti a riguardo, ad esempio nel Minnesota è stato<br />
formulato e applicato un protocollo per valutare l’efficacia <strong>di</strong> questo metodo. In 6<br />
siti <strong>di</strong>versi, vennero posizionate 12 fotocamere automatiche per 512 giorni tra il<br />
1999 e il 2003. Per far aumentare la probabilità che gli in<strong>di</strong>vidui fossero attratti<br />
dal sito, vi furono associati cibo (zampe <strong>di</strong> cervi) o esche fatte <strong>di</strong> lana <strong>di</strong> pecora<br />
imbevuta <strong>di</strong> sostanze odorose e inchiodate agli alberi. Le fotocamere furono<br />
posizionate a 20 m dalle strade, perché il sensore non venisse attivato da<br />
movimenti <strong>di</strong> mezzi a motore. Azione preliminare per rendere il sito più idoneo è<br />
ripulirlo dalla vegetazione, che potrebbe nascondere il soggetto <strong>della</strong> foto.<br />
Nonostante l’accuratezza dell’indagine solo 34 immagini ripresero animali, mentre<br />
149 scattarono a vuoto. Inoltre furono trovate molte tracce <strong>di</strong> animali vicino alle<br />
esche, senza che essi fossero poi stati impressi su pellicola, forse perché erano<br />
al <strong>di</strong> fuori del raggio del sensore o per guasti tecnici (Moen e Lindquist, 2006).<br />
Le fototrappole, nel nostro caso <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o, sono state sistemate lungo le piste<br />
battute dall’animale, sentierini ai margini del bosco, vicino a esche per il pelo e<br />
vicino a predazioni, nel caso <strong>di</strong> carcasse segnalate .<br />
Sono state utilizzate delle fotocamere analogiche e <strong>di</strong>gitali abbinate a un sensore<br />
ad infrarosso che rileva la <strong>presenza</strong> <strong>di</strong> corpi cal<strong>di</strong> in movimento entro un campo<br />
d’azione <strong>di</strong> circa 6 m. Entrambi sono alloggiati in appositi contenitori mimetici in<br />
resina e resistenti alle intemperie. La fotocamera, me<strong>di</strong>ante funi elastiche e<br />
catene, viene posizionata su un albero a circa 1-1,5 metri da terra (salvo<br />
specifiche esigenze) e viene orientata a seconda dell’inquadratura voluta. Si<br />
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