13.07.2013 Views

Studio sulla presenza della lince - Università degli Studi di Padova

Studio sulla presenza della lince - Università degli Studi di Padova

Studio sulla presenza della lince - Università degli Studi di Padova

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

L’applicazione <strong>di</strong> questi tre prodotti, anche se risultati efficaci nelle prove in<br />

cattività, non presuppone un uguale riscontro in natura, poiché sono ben <strong>di</strong>versi i<br />

fattori che influenzano il comportamento <strong>di</strong> un animale in libertà, inducendone<br />

reazioni spesso non preve<strong>di</strong>bili.<br />

4.2.2 Protocollo <strong>di</strong> campo<br />

Come proposto da McKelvey (1999) uno stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> questo tipo per essere valido<br />

dovrebbe avere alcune caratteristiche, le quali sembrano ben adattarsi al<br />

campionamento del pelo:<br />

1) Non deve produrre risultati ambigui: il ritrovamento delle popolazioni <strong>di</strong> <strong>lince</strong><br />

deve essere atten<strong>di</strong>bile e permettere <strong>di</strong> <strong>di</strong>stinguere le zone dove la <strong>lince</strong> è<br />

certamente presente.<br />

2) Non far perdere troppo tempo nella ricerca <strong>della</strong> <strong>lince</strong> in aree dove essa<br />

sembra assente.<br />

3) Dovrebbe coprire ampie zone <strong>di</strong> territorio, ma essere allo stesso tempo poco<br />

<strong>di</strong>spen<strong>di</strong>oso.<br />

4) Deve impiegare mezzi <strong>di</strong> facile trasporto, poco ingombranti e che si possano<br />

usare vicino alle strade.<br />

5) Il lavoro sul campo deve essere semplice e non richiedere speciali<br />

competenze, per poter essere svolto da persone con abilità <strong>di</strong>verse, non<br />

specialiste.<br />

L’idea <strong>di</strong> indurre i felini selvatici a strusciarsi su pezzi <strong>di</strong> tappeto impregnati <strong>di</strong> attrattivo fu<br />

concepita da Weaver (1997) e più tar<strong>di</strong> messa alla prova da McDaniel et al. (2000) <strong>sulla</strong><br />

<strong>lince</strong> canadese, da Weaver et al. (2003) sugli ocelot (Leopardus pardalis, L), oltre che su<br />

altri felini, come il puma (Puma concolor, L) (Knight, 1994). Come già detto, in Friuli negli<br />

anni precedenti i lavori si sono attenuti a questi protocolli, in cui si fissavano le esche ai<br />

tronchi e poi si appendevano esche visive <strong>di</strong> alluminio sui rami.<br />

Durante il presente stu<strong>di</strong>o la procedura è stata mo<strong>di</strong>ficata, ponendo su <strong>di</strong> un supporto<br />

“artificiale”, un paletto <strong>di</strong> legno d’abete, sia l’attrattivo che la superficie <strong>di</strong> raccolta per il<br />

pelo. Il paletto è alto 1 m, spesso 3 cm e largo 6 cm (fig.4.5). Le superfici <strong>di</strong> raccolta del<br />

pelo sono date da un pezzo <strong>di</strong> filo spinato (<strong>di</strong> circa 40 cm), posto su <strong>di</strong> un lato; mentre<br />

nella zona frontale sono fissate due strisce <strong>di</strong> velcro lunghe 10 cm e larghe 5 cm. Attorno<br />

al paletto si è provveduto a togliere erbe o rami, che potessero creare un ostacolo<br />

nell’avvicinamento dell’animale. Al contrario dei precedenti lavori, anche se si è cercato <strong>di</strong><br />

mettere i paletti in prossimità <strong>di</strong> zone fangose, non si sono pre<strong>di</strong>sposti “track-plate”, cioè<br />

delle superfici a substrato fine, per favorire l’impressione delle impronte.<br />

Il controllo delle stazioni viene effettuato ogni 2 settimane, annotando qualsiasi traccia<br />

possa essere stata lasciata dalla <strong>lince</strong> e raccogliendo<br />

eventuali peli con guanti in lattice o pinzette <strong>di</strong><br />

laboratorio, poiché il grasso delle <strong>di</strong>ta pregiu<strong>di</strong>ca le<br />

analisi genetiche.<br />

I campioni raccolti vanno catalogati in buste <strong>di</strong> carta, in<br />

cui si devono riportare:<br />

- data <strong>di</strong> campionamento<br />

- operatore<br />

- nome dell’unità<br />

- numero del paletto<br />

- caratteristiche del paletto (se aveva come attrattivo<br />

catnip o Feliway)<br />

- parte del paletto su cui si sono raccolti i peli (velcro<br />

superiore, velcro inferiore, legno, filo spinato..)<br />

- numero totale <strong>di</strong> peli raccolti<br />

- presunta specie <strong>di</strong> appartenenza Figura 4.5 Paletto con moquette<br />

32

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!