Studio sulla presenza della lince - Università degli Studi di Padova
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(mantenendo la stessa orientazione del bulbo per tutti i campioni), lo si lascia cadere<br />
lentamente e, se necessario, si soffia per farlo appiccicare meglio. Dopo completa<br />
asciugatura il pelo viene rimosso a partire dalla punta e il vetrino viene numerato.<br />
A <strong>di</strong>fferenza <strong>della</strong> fotomicroscopia medullare, le foto sono state fatte al microscopio Leica<br />
DMR, dotato <strong>di</strong> fotocamera incorporata (Leica DFC 480) e che le visualizza<br />
imme<strong>di</strong>atamente sul monitor me<strong>di</strong>ante il programma Leica IM500 Image Manager ® .<br />
L’ossevazione viene effettuata a luce trasmessa e le foto sono state acquisite a 200<br />
ingran<strong>di</strong>menti, effettuandone due per pelo, una per lo shaft e una per lo shield (fig.4.13).<br />
Figura 4.13 Shield (sopra) e shaft (sotto) <strong>di</strong> <strong>lince</strong> con misure<br />
Per ciascuna foto si sono prese 3 misurazioni che sono:<br />
AREA: area <strong>della</strong> scaglia cuticolare, che viene calcolata automaticamente dal<br />
programma, dopo che se ne è tracciato il perimetro;<br />
ASTR: <strong>di</strong>mensioni dell’asse me<strong>di</strong>ano tagliante la scaglia in senso trasversale (<strong>di</strong><br />
solito perpen<strong>di</strong>colare all’asse del pelo);<br />
ASLO: <strong>di</strong>mensioni dell’asse me<strong>di</strong>ano tagliante la scaglia in senso longitu<strong>di</strong>nale (<strong>di</strong><br />
solito parallelo all’asse del pelo).<br />
Per i campioni certi <strong>di</strong> <strong>lince</strong> queste 3 misure sono state effettuate su 10 scaglie per<br />
entrambe le parti del pelo (per un totale <strong>di</strong> 60 misure a pelo), mentre per i campioni<br />
indeterminati l’operazione si è svolta su 5 scaglie (per un totale <strong>di</strong> 30 misure a pelo).<br />
4.3 Ra<strong>di</strong>otelemetria<br />
4.3.1 Breve resoconto delle due catture <strong>di</strong> <strong>lince</strong><br />
Quanto segue è in parte tratto dalla relazione <strong>sulla</strong> prima cattura, redatta dalla Dottoressa<br />
Vezzaro:<br />
“Il 20 febbraio 2007 è stata realizzata con successo la cattura <strong>di</strong> un esemplare maschio <strong>di</strong><br />
<strong>lince</strong> eurasiatica sul monte Amula, comune <strong>di</strong> Trasaghis (UD). L’esemplare, battezzato<br />
familiarmente dal gruppo <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o col nome <strong>di</strong> “Ricky”, era stato in<strong>di</strong>viduato nella zona<br />
quattro anni fa me<strong>di</strong>ante tecniche <strong>di</strong> monitoraggio in<strong>di</strong>retto. Accertata la <strong>presenza</strong> stabile<br />
dell’animale in quel luogo, si sono allestite due gabbie <strong>di</strong> cattura, lungo zone considerate<br />
<strong>di</strong> passaggio per l’animale. Si è preferita la tecnica <strong>di</strong> cattura me<strong>di</strong>ante gabbie rispetto<br />
all’impiego <strong>di</strong> lacci, tagliole o narcotizzazione previo inseguimento con cani. Pur risultando<br />
meno efficienti, più costose e <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficile impiego e montaggio, le gabbie, costruite<br />
accuratamente, non sono causa <strong>di</strong> alcun infortunio per l’animale catturato; il che è<br />
particolarmente importante quando si catturano in<strong>di</strong>vidui <strong>di</strong> popolazioni molto esigue, caso<br />
in cui non ci si può permettere <strong>di</strong> mettere a repentaglio la vita anche <strong>di</strong> un solo esemplare.<br />
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