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Studio sulla presenza della lince - Università degli Studi di Padova

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susseguono numerose doline <strong>di</strong> assorbimento e più rare doline <strong>di</strong> crollo. Sul<br />

fondo <strong>di</strong> alcune <strong>di</strong> queste, in un recente passato, veniva coltivato qualche lembo<br />

<strong>di</strong> terra fertile costituita dai residui limo sabbiosi <strong>della</strong> <strong>di</strong>ssoluzione carsica.<br />

Un fattore che accomuna tutte queste aree, dalle pen<strong>di</strong>ci del Monte Cuar, al Col<br />

del Sole e al Monte Amula, è la scarsità <strong>di</strong> acque superficiali, organizzate in un<br />

reticolo drenante poco evoluto spesso intercettato da inghiottitoi o fessure<br />

carsiche. In questi torrenti l’acqua è presente solo in occasione <strong>di</strong> forti piogge. Le<br />

poche e preziose sorgenti perenni ubicate nella zona me<strong>di</strong>o alta dei versanti<br />

presso le malghe o gli stavoli possiedono un bacino <strong>di</strong> accumulo estremamente<br />

localizzato e <strong>di</strong> conseguenza una portata molto bassa. La maggior parte<br />

dell’acqua piovana e <strong>di</strong> quella <strong>di</strong> fusione delle nevi si infiltra, infatti, rapidamente<br />

nel sottosuolo carsico, dando origine ai vasti sistemi sotterranei, che hanno reso<br />

famosa la zona. Le maggiori cavità sono infatti tutte cavità emittenti, risorgenze<br />

carsiche poste alla base dei versanti. Anche la risorgiva <strong>di</strong> Amula, <strong>di</strong> recente<br />

scoperta, è una cavità emittente perenne che si trova presso gli stavoli Naruseit<br />

alla base del versante orientale del monte. Il suo ingresso alto circa due metri<br />

completamente ricoperto <strong>di</strong> muschi la rende ben visibile dal sentiero. Da un punto<br />

<strong>di</strong> vista ideologico, si ritiene che questa cavità dreni il settore settentrionale del<br />

Monte Amula, in essa inoltre vi confluisce sicuramente anche una parte delle<br />

acque del rio che scorre <strong>sulla</strong> superficie. I due principali corsi d’acqua dell’area<br />

sono il Torrente Palar e il Torrente Leale.<br />

Il Torrente Palar è il corso d’acqua che si trova più a nord <strong>della</strong> core area, in<br />

quella fascia montana compresa tra i monti Amula, Bedovet, Gran Pala e la più<br />

alta catena dei monti Faeit (Piciat, Batai, Piombada).<br />

La valle del Torrente Palar, selvaggia e riservata, è una delle più estese <strong>della</strong><br />

zona.<br />

Fitti boschi ricoprono i versanti, contribuendo all'integrità <strong>di</strong> un ambiente <strong>di</strong><br />

grande interesse naturalistico. Numerosi inse<strong>di</strong>amenti rurali punteggiano la valle,<br />

ma il loro abbandono da parte dell'uomo sta provocando la scomparsa <strong>di</strong> prati e<br />

pascoli, sopraffatti dalla vegetazione arbustiva.<br />

Il Torrente Leale, spesso usato dalla <strong>lince</strong> per abbeverarsi, si trova più a sud,<br />

incanalato tra i monti Amula e Bedovet (a nord) e i monti Cuar, Covria e Flagjel (a<br />

sud). Il ritrovamento <strong>di</strong> impronte <strong>di</strong> <strong>lince</strong> nei pressi del Torrente Leale, nonché i<br />

segnali ra<strong>di</strong>o da lì provenienti, fanno ritenere che sia usato dall’in<strong>di</strong>viduo<br />

ra<strong>di</strong>ocollarato per abbeverarsi.<br />

Questi due torrenti sono perenni, mentre i loro affluenti minori sono dei rii, per la<br />

maggior parte dell’anno in secca o privi <strong>di</strong> scorrimento superficiale.<br />

4.2 Trappole pelo<br />

4.2.1 Gli attrattivi<br />

La percezione chemiocettiva, universalmente presente in tutti i phyla animali, ha raggiunto<br />

nei vertebrati livelli <strong>di</strong> alta complessità; in particolare l’olfatto ha assunto un ruolo<br />

importante nella sopravvivenza, nella <strong>di</strong>fesa del territorio, nelle competizioni e nella<br />

comunicazione intersessuale, ancor più incrementata nella fase dell’estro (Doty, 1986;<br />

Dehasse, 1997). Un tipico comportamento legato all’olfatto, che si incontra negli<br />

artiodattili, equi<strong>di</strong> e carnivori, e facilmente osservabile nei felini, è il cosiddetto “flehmen”.<br />

Si tratta <strong>di</strong> un sollevamento del labbro superiore, con la bocca semiaperta, completato nei<br />

felini, da un movimento <strong>della</strong> lingua, in seguito alla percezione <strong>di</strong> tracce <strong>di</strong> marcatura<br />

associate a feromoni. Il “flehmen” induce così la stimolazione dell’organo <strong>di</strong> Jacobson od<br />

organo vomero-nasale, intervenendo sia sulle secrezioni ormonali, tramite l’ipotalamo,<br />

che sulle reazioni emotive.<br />

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