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Test bed per la valutazione della Qualità del Servizio in reti ottiche ...

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soprattutto nel caso ITU, tendono a replicare gli analoghi meccanismi già def<strong>in</strong>iti<br />

<strong>per</strong> ATM.<br />

2.9.6 ETHERNET PROVIDER BRIDGE<br />

Il primo tentativo evidente di far evolvere Ethernet come tale oltre l’orizzonte<br />

limitato <strong>del</strong>le <strong>reti</strong> locali è di IEEE, con <strong>la</strong> specifica <strong>del</strong>l’ applicazione provider<br />

bridge. In essa si generalizza un meccanismo pre-esistente, nato con lo scopo<br />

primario di partizionare <strong>reti</strong> complesse <strong>in</strong> sotto<strong>reti</strong> entro cui conf<strong>in</strong>are il traffico<br />

broadcast (cioè <strong>in</strong>dirizzato a tutti i nodi, necessario <strong>per</strong> l’apprendimento degli<br />

<strong>in</strong>dirizzi di rete), al f<strong>in</strong>e di generare di fatto l’equivalente di una connessione<br />

logica dist<strong>in</strong>ta dal<strong>la</strong> connessione fisica. Il meccanismo orig<strong>in</strong>ale consiste nell’<br />

identificare le sotto<strong>reti</strong> (dette VLAN, o Virtual LAN) con un’ apposita etichetta<br />

appesa ad ogni trama Ethernet. In essa si def<strong>in</strong>isce l’ utilizzo di un etichetta<br />

analoga, sovrapposta al<strong>la</strong> precedente all’ <strong>in</strong>gresso <strong>del</strong><strong>la</strong> rete dal fornitore di<br />

servizio (provider) ed elim<strong>in</strong>ata all’ uscita, da utilizzarsi <strong>per</strong> il partizionamento di<br />

tale rete, così come <strong>la</strong> prima partiziona <strong>la</strong> rete <strong>del</strong> cliente. Tale partizionamento, se<br />

limitato ad un unico punto di <strong>in</strong>gresso ed un unico punto di uscita <strong>del</strong><strong>la</strong> rete <strong>del</strong><br />

provider, genera di fatto un <strong>per</strong>corso punto-punto, cioè una connessione logica, <strong>in</strong><br />

cui l’<strong>in</strong>stradamento è rigido e non richiede neppure più l’ ispezione <strong>del</strong>l’ <strong>in</strong>dirizzo<br />

MAC di dest<strong>in</strong>azione (basta l’ identificativo di VLAN). La limitazione più<br />

evidente di questa tecnica, se usata estensivamente, è <strong>la</strong> sca<strong>la</strong>bilità, <strong>in</strong> quanto l’<br />

identificativo di VLAN e’ di fatto univocamente associato ad un <strong>per</strong>corso <strong>in</strong> rete,<br />

e i 12 bit <strong>del</strong>l’ etichetta consentono al più 4096 possibili codifiche. Il su<strong>per</strong>amento<br />

di questa difficoltà non è ancora stato standardizzato, anche se esistono proposte<br />

<strong>in</strong> tal senso, ma <strong>per</strong> quel che riguarda il piano di traffico è abbastanza ovvio e<br />

consiste nel<strong>la</strong> possibilità di commutare il valore <strong>del</strong>l’ etichetta nodo <strong>per</strong> nodo,<br />

associando <strong>in</strong> tal modo i 4096 possibili valori alle sezioni di <strong>per</strong>corso<br />

congiungenti due nodi qualsiasi e non all’ <strong>in</strong>tero <strong>per</strong>corso, esattamente come è<br />

specificato <strong>per</strong> ATM ed MPLS. Re<strong>la</strong>tivamente al piano di controllo il discorso è<br />

più complesso, ma una soluzione potrebbe essere quel<strong>la</strong> di applicare ad Ethernet<br />

uno di quelli esistenti orientati al<strong>la</strong> connessione (e.g. derivato da MPLS, oppure<br />

da GMPLS, oppure da ATM).<br />

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