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- 7-5-1994, Orzinuovi (Bs), Centro culturale `A. Moro’, R. Carugati<br />

37<br />

TRIO N. 2 IN LA<br />

per violino, violoncello e pianoforte<br />

- Allegro vibrato e veemente, Molto sostenuto e vibrato, Vigoroso con fuoco<br />

- 1934/35<br />

1ª ESECUZIONE: 15-4-1935, Brescia, Salone `Pietro da Cemmo’ (Società dei Concerti), Maria Trentini<br />

Francesconi, Fernanda Buranello, Maria Collina<br />

EDIZIONE: Zanibon G. 3712 Z. (1948)<br />

DURATA: 15 minuti<br />

ARCHIVIO MARGOLA: Edizione a stampa; registrazione MC dal vivo (1-3-1989, Brescia, Fondazione Civiltà<br />

Bresciana, Filippo Lama, Paolo Perucchetti, Silvia Bertoletti)<br />

NOTE: Presentato al IV Festival Internazionale di Venezia (1936). Premio `Rispoli’ di Napoli, 1938 (£it. 2000). In una lettera a Zanibon<br />

del 7-2-1971 Margola scriveva: “Le ho spedito [...] il Trio N. 2 con le piccole modifiche che è opportuno fare...”<br />

COMMENTI CRITICI: Il Corriere della Sera, 16-4-1935; L’Italia, 17-4-1935: “In questa composizione il Margola supera la fase della<br />

promessa per affermare maturità di talento musicale e di capacità contrappuntistica. Il Trio è una festa di sonorità, un incalzare<br />

elegante di ritmi, un’espressione sincera e avvincente di sentimenti. Egli alterna, avvicenda e fonde i tre strumenti con un<br />

equilibrio magistrale ed estrinseca gli elementi lirici, drammatici e coloristici con una tavolozza doviziosa in cui domina la sua<br />

personalità creativa con stile e chiarezza di buona impronta italiana, e arieggiante sobriamente a moderne tendenze con una<br />

tecnica di buon rendimento.”; Il Giornale dell’Arte, 1-5-1935: “Bisognerebbe parlarne a lungo per dirne tutto il bene che<br />

merita [...] Questo Trio è tutto pregevole e merita di passare in repertorio” (A. G. [Alfredo Gatta]); Il Popolo di Brescia<br />

dell’11-9-1935 annunciava “che il M Casella, col suo celebrato assieme, ha messo allo studio e prenderà in repertorio nel<br />

suo prossimo giro di concerti il Trio di Margola”; Il Popolo di Roma, 29-4-1936: “Questo lavoro ha incontrato il pieno favore<br />

degli ascoltatori grazie alla solidità della costruzione e al calore delle idee che lo animano e che fanno soprattutto del primo<br />

tempo, nutrito da un nucleo melodico pieno di malinconici interrogativi, di nostalgici richiami, una pagina di pronta<br />

comunicativa”; Il Tevere, 30-4-1936: “Primo pregio di questo lavoro è l’unità di stile che lega i tre tempi, secondo un<br />

continuato discorso melodico che si accentua sul tempo centrale, terzo una chiarezza di esposizione nelle idee e di<br />

elaborazione nello sviluppo. Margola ha dimostrato di aver preso una strada e di averla saputa mantenere fino in fondo senza<br />

un attimo di smarrimento. L’idea del primo tempo esposta vigorosamente dal violoncello è buona ed efficace; nel secondo<br />

tempo predomina un dialogare degli strumenti ad arco in cui ricorre sovente la forma dell’imitazione con begli effetti di<br />

fusione strumentale; nel terzo, il ritmo prende il sopravvento, anche il pianoforte assume una parte più individuale ed<br />

importante, conducendo ad una chiusa concisa e dinamica. Trattasi di un lavoro riuscito...”; Il Lavoro fascista, 30-4-1936:<br />

“Questo lavoro rivela una profonda musicalità ed una mirabile chiarezza di linguaggio: il discorso procede serrato e logico e le<br />

idee si svolgono con quel senso della necessità che vale a dare loro un sensibile rilievo. La composizione dimostra che il<br />

giovane musicista possiede buone idee e natura per esprimerle...” (M. L. [Michele Lessona?]); Il Giornale d’Italia, 30-4-1936:<br />

“In questo Trio chiari sono i segni di un pensiero inventivo, che se non è ancora compiutamente personale per alcuni<br />

atteggiamenti di forma, si sviluppa con sane proporzioni e crea qualche cosa di più d’una semplice atmosfera di commozione.<br />

Il primo tempo ci è parso il migliore ed in esso soprattutto basiamo la nostra convinzione che il Margola possegga belle doti di<br />

compositore”; Il Messaggero, 30-4-1936: “Il Trio rivela una vivace agile tempra d’artista e un musicista di cultura e di<br />

sensibilità”; Ottobre, 30-4-1936: “I tre tempi del Trio mostrano una buona ossatura ritmica e sono giustamente sviluppati”; La<br />

Tribuna, 30-4-1936: “La musica risponde alle intenzioni e per di più è sincera e ottimamente scritta. Il Margola dimostra di<br />

amare il nostro secolo, ma aborre le astruserie ed i discorsi inutili”; L’Italia letteraria, 3-5-1936: “In questa composizione il<br />

giovane bresciano dimostra di saper condurre un lavoro strumentale impegnativo qual’è appunto il trio con una notevole<br />

chiarezza di pensiero e di stesura. Il Margola, quanto a stile, sembra ancora oscillare tra l’influenza pizzettiana e l’altra<br />

derivata da certi modelli francesi. Ma il modo di esporre però è deciso e accenna già andamenti più originali. Infatti il primo<br />

tempo (che ci è sembrato il migliore dei tre) ha una concisione di linguaggio sufficiente di per se stessa a dichiarare le qualità<br />

inventive dell’autore, e i tratti felici e spigliati della sua fantasia. Nel complesso il Margola s’è rivelato come un giovane di<br />

sicuro e notevole talento musicale...” (G. G. [Gianandrea Gavazzeni]); Il Popolo di Brescia, 3-5-1936; La Stampa, 31-5-1936:<br />

“è una lieta promessa e un lavoro già notevole per la evidenza delle idee, la sobrietà degli effetti, la stesura solida e moderna”<br />

(A. D. C. [Andrea Della Corte]); La Gazzetta del Popolo, 31-5-1936: “Il Trio si nota pel simpatico fervore di vita, per la<br />

sincerità dell’atteggiamento, per l’equilibrio e la continuità del discorso: notevoli in modo speciale il primo e il secondo<br />

tempo, e forse su tutti quest’ultimo, nel quale rivivono, con sensibilità moderna, modi che sembrano riecheggiare il `ricercare’<br />

e l’`aria’ organistica del primo Seicento” (Ml. [Michele Lessona]); Il Resto del Carlino, 9-9-1936; L’Ambrosiano, 16-9-1936:<br />

“Il Trio è opera di prim’ordine, abilissima nella fattura e sicurissima nella trattazione. Vi è nei tre tempi un calore, un fervore e<br />

una felicità inventiva che, pur ripetendo in certi movimenti del dialogato strumentale ed in certi caratteristici episodi melodici<br />

modi decisamente pizzettiani, rivelano un temperamento artistico prontissimo, vitale e particolarmente limpido e scaltro nella<br />

costruzione musicale” (Renato Mariani); [?], 30-12-1936: “Il Trio in la attesta un simpatico ingegno, che ha disinvoltura se<br />

non vigore di costruzione, ma nella composizione non è ostentato nessun neo-classicismo di maniera o torturante groviglio di<br />

temi. Le idee sono brevi, a fiato, diremo così, corto, a mo’ di dialogo, in cui il terzo strumento interviene senza troppo<br />

compromettersi. Ma nella tessitura il pensiero musicale ha corpo ed espressione e la linea - pur se smilza - è chiara. Dio sia<br />

lodato! La lode è concessa volentieri. E bene hanno fatto Casella Poltronieri e Bonucci a mettere, con esecuzione ideale, in<br />

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