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complicata presiede allo sviluppo del discorso musicale; le relazioni tonali, pur nella loro prolungata incertezza, evolvono con<br />

ragionata varietà e mantengono l’interesse. L’architettura formale è solida e conseguita senza sforzo. La scrittura quartettistica<br />

eccellente: mai un raddoppio, mai un pleonasmo, mai si ha l’impressione che una delle parti non sappia esattamente che cosa<br />

fare. Se si volesse condensare in una parola l’impressione favorevole che lascia questa composizione, non si sarebbe tentati di<br />

ricorrere a definizioni psicologiche: benché non rinneghi affatto l’espressione, non è questa musica confidenziale. Si<br />

parlerebbe piuttosto della sua severità strumentale; la lucida intelligenza dei requisiti che la musica da camera esige è proprio<br />

la ragion d’essere e la qualità positiva più evidente di questa composizione. Il Quartetto, in re, comprende quattro tempi,<br />

accortamente distribuiti: vigoroso - sereno - marziale - vittorioso. Più sviluppati e complessi, il primo e l’ultimo racchiudono i<br />

due brevi pezzi centrali in una solida cornice. I riferimenti espressivi contenuti nelle indicazioni di movimento trovano<br />

esplicazione soprattutto nel ritmo e negli accenti: la fisionomia dei quattro pezzi è indubbiamente varia e individuata, e ciò<br />

basta a dimostrare che l’umanità non è loro estranea, ma è chiaro che la legge vitale di questa musica è un’altra. L’ultimo<br />

tempo contiene un episodio (a parti dal numero 8) sulla cui bellezza è lecito puntare senza riserve, anche alla sola lettura,<br />

poiché la spaziosa e aerata scrittura contrappuntistica non rimane scopo a se stessa, ma - addolcita l’asprezza degli incontri e<br />

quasi arrotondandosi la rigidità del geometrico procedere - perviene a un momento di reale poesia”; BRUNELLI, Vittorio.<br />

`Franco Margola’, in: Rivista Musicale Italiana, LII/4, Milano, Bocca, ottobre-dicembre 1950, pp. 353-355: “Qui la vocalità<br />

dei temi, notata nel Trio [N. Cat. 37], è scomparsa; e ha preso maggior consistenza l’elaborazione formale e strumentale di<br />

temi a ciò ben inventati. Le dissonanze, se sono aumentate rispetto alle composizioni precedenti, non fanno mai perdere però<br />

la traccia delle relazioni tonali, verso le quali inclinano sempre con spontaneità [...] Il Margola, lungi dal pensare a musica<br />

descrittiva che, nel caso specifico, poteva degenerare in banali riproduzioni ritmiche di movimenti ginnico-sportivi o in<br />

retorica apologia dell’atletismo, s’abbandona alla pura ispirazione musicale emanante da quanto di salutare c’è nello sport e<br />

per il corpo e per lo spirito. Inteso così, il tema corrispondeva in pieno col suo costante atteggiamento psicologico nei riguardi<br />

della vita o dell’arte. L’indicazione dei quattro tempi esprime chiaramente l’interpretazione tutta ideale del tema del concorso.<br />

Il tema iniziale del 1° tempo, incisivo, si modifica ritmicamente e melodicamente attenuando la propria vigoria, per snodarsi ad<br />

imitazione libera con l’inserzione di altri elementi complementari. Verso la fine, un tema puramente ritmico prepara la fase<br />

conclusiva, dapprima con una certa foga, poi con l’ansia dell’attesa, espressa in 32 battute dal persistente ritmo uniforme delle<br />

crome secche, sul quale quest’ultimo tema presta il suo ritmo alle brevi interrogazioni del violino, prima, e del violoncello poi;<br />

per cui la fase finale, con la ripresa del primo tema, appare decisamente più vigorosa. Il 2° tempo, breve, per il fraseggio vago<br />

che ha del ricercare, dell’impromptu, pare svolga un pensiero da nessuna nube turbato: è quasi un idillio, veramente sereno,<br />

come dice l’indicazione. Il 3° tempo procede pure senza indugi. Il tema dominante, derivazione geniale del tema iniziale del<br />

primo tempo, è sapientemente usato ora per imprimere slancio alla marcia (si noti: in 3/2, quasi per togliere ogni dubbio sulla<br />

riproduzione fotografica di ginneti in cammino), ora per marcarne il passo. Nel primo caso, il tema si presenta con un’ampia<br />

anacrusi, con un frequente disegno ascendente, con sincopi pure frequenti. Nel secondo caso, ridiventato tetico come nel primo<br />

tempo, sembra il ritmo di un tamburo, pur senza imitarne il rullo. L’ultimo tempo, di ampio sviluppo, ha episodi di nobile<br />

poesia, non esprimibili a parole. Qui basti accennare, dal punto di vista formale, alla ricca varietà di figurazioni ritmiche e<br />

melodiche slanciate, intrecciantisi in un gioco festoso d’accenti e di timbri; e dal punto di vista emotivo, al peana centrale. Il<br />

tema iniziale, ripreso verso la fine, viene impiegato, come epilogo, in forma ampiamente dilatata nel violino primo e con<br />

tessiture pure ampie degli altri strumenti: effetto grandioso, volutamente e improvvisamente interrotto dal tripudio giovanile<br />

del precedente tema, ridotto al tratto re-re, ora decisamente impostato sulla tonalità di re maggiore e, dopo brevi guizzi di<br />

accordi, finiente sull’accordo netto di tonica: vittoria.”; UGOLINI, Giovanni. `Franco Margola’, in: Il Bruttanome, II/3, Brescia,<br />

autunno 1963, p. 469: “Si tratta di pagine che vanno considerate tra le migliori del musicista”<br />

ESECUZIONI:<br />

- 16-12-1940, Brescia, Salone `Pietro da Cemmo’, Quartetto Poltronieri (Alberto Poltronieri, Giannino Carpi, Giuseppe Alessandri,<br />

Antonio Valisi)<br />

- 3-1-1941, Roma, Accademia di S. Cecilia, Quartetto Poltronieri<br />

- 18-5-1941, Messina, Filarmonica Laudamo, Quartetto Poltronieri<br />

- Gennaio 1942, Francoforte (D), Settimana degli Italiani.<br />

55<br />

TOCCATA<br />

per pianoforte<br />

- 1938-1939<br />

- Dedicata “A Maria Collina”<br />

EDIZIONE: Bongiovanni F. 2183 B. (1942)<br />

ARCHIVIO MARGOLA: Edizione a stampa; registrazione MC da trasmissione radiofonica (RAI, M. Collina)<br />

NOTE: Giovanni Ugolini (`Franco Margola’, in: Il Bruttanome, II/3, Brescia, autunno 1963, p. 469) la data 1939, Vittorio Brunelli 1940<br />

(`Franco Margola’, in: Rivista Musicale Italiana, LII/4, Milano, Bocca, ottobre-dicembre 1950, p. 368), ma le loro datazioni<br />

sono scarsamente attendibili, e spesso posticipate.<br />

COMMENTI CRITICI: UGOLINI, Giovanni. `Franco Margola’, in: Il Bruttanome, II/3, Brescia, autunno 1963, p. 469: “lavoro dove la<br />

problematica musicale del compositore si arricchisce, oltre che di un impeto gagliardo, di strutturazioni politonali<br />

efficacemente contrastanti con periodi musicali di luminosa chiarezza diatonica”<br />

ESECUZIONI:<br />

- 4-4-1939, Firenze<br />

- 18-4-1939, Brescia<br />

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