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- 31-5-1940, Trasmissione radiofonica<br />

- 11-4-1943, Brescia, Salone `Pietro da Cemmo’ (Accademia di Musiche Contemporanee), Laura Giudici<br />

- 10-5-1943, Milano, Salone del Dopolavoro Civico (Accademia di Musiche Contemporanee), L. Giudici<br />

- 20-4-1947, Radio Sardegna, Anna Zedda Paolone<br />

- 16-6-1948, Trasmissione radiofonica (Rete Rossa), Maria Collina<br />

- 5-2-1950, Roma, Castel S. Angelo, A. Zedda Paolone<br />

- 18-4-1952, Milano, YMCA (via Piacenza), Angela Teresa Cortellazzo<br />

- 13-3-1953, Roma, Sala Pio VI (Associazione Italiana S. Cecilia), A. Zedda Paolone<br />

- 2-5-1953, Roma, IX Mostra di Musiche Contemporanee (Associazione Artistica Internazionale), Gianni Ramous<br />

- 15-3-1954, 30-3-1955, 3-12-1961, 17-5-1962, RAI, A. Zedda Paolone<br />

- 19-12-1955, Milano, Conservatorio, Sala `Verdi’, Bruno Canino<br />

- 26-1-1959, 6-9-1960, 25-11-1961, 17-3-1962, 1979, RAI, Maria Collina (Reg. MC)<br />

- 7-3-1961, 16-1-1967, Lugano (CH), Radio Monteceneri, A. Zedda Paolone<br />

- 26-5-1961, Roma, Sala Franco Alfano, A. Zedda Paolone<br />

- 7-6-1962, Cagliari, Conservatorio, Donatella Davini<br />

- 14-5-1968, Milano, Civica Scuola di Musica, A. Zedda Paolone<br />

- 21-7-1970, registraz. RAI (trasmessa da Radio Sardegna l’8-1-1971), A. Paolone Zedda<br />

- 9-11-1- 9-11-1971, Milano, Rosetum, A. Zedda Paolone<br />

- 13-12-1988, Parma, Sala `Verdi’, Roberto Cappello<br />

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BACIAMI O LUNA! (NOTTE DI LUNA)<br />

(Testo di Anna Paola Bonazzoli)<br />

per canto e pianoforte<br />

- (ca. 1939)<br />

TESTO: “Baciami, o luna, / sulla socchiusa palpebra angosciosa / che un gran pianto raduna. / Conosci il mio dolore? [cancellato: Oh,<br />

tu lo sai! / è mal di cuore, e non guarisce mai.] / E tu, pietosa, / sulla socchiusa palpebra dolente / che il gran pianto raduna, / in<br />

questa notte chiara e misteriosa, / baciami, o luna!”.<br />

- Perduta (nell’Archivio Margola è conservato solo il testo dattiloscritto e firmato dall’autrice)<br />

NOTE: La lirica venne pubblicata a Palermo su Arte nostra. Il 27-11-1963 Anna Paola Bonazzoli scriveva a Margola: “Il maestro<br />

Ugolini vuole organizzare una serata-concerto, con dizioni e canti `in gamba’ (i suoi). Io ho di suo solo il bellissimo Baciami o<br />

luna!. Gli altri due, pure bellissimi, andarono perduti...”<br />

ESECUZIONI:<br />

- 24-3-1939, Brescia, Salone `Pietro da Cemmo’, Teresa Mazzucchelli, [?]<br />

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ARIOSO<br />

per orchestra d’archi<br />

- 1939<br />

1ª ESECUZIONE: 22-12-1939, Brescia, Salone `Pietro da Cemmo’ (Società dei Concerti), Orchestra d’archi<br />

stabile, dir. F. Margola<br />

EDIZIONE: Bongiovanni F. 2123 B. (partitura), 2124 (parti) (1940). In commercio solo partitura; partitura e<br />

parti a noleggio presso Bongiovanni<br />

DURATA: 7 minuti<br />

ARCHIVIO MARGOLA: Edizione a stampa (partitura e parti)<br />

COMMENTI CRITICI: Il Popolo di Brescia, 23-12 1939: “Margola col suo Arioso è, come sempre, un creatore nervoso e lampeggiante, il<br />

quale sa costruire la sua musica più nutrendola di idee elaborate che di facili improvvisazioni, sicché anche questa pagina<br />

risulta tutta compatta e tutta salda, con una linea melodica vibrante, tesa, quasi rabbiosa, di bellissimo effetto, fatta di spirituale<br />

modernità” (Alg. [Alfredo Gatta]); GAVAZZENI, Gianandrea, `Recensioni’ ne: La Rassegna musicale, XIII/11, Novembre 1940,<br />

pp. 450-451: “Capire la formazione di Franco Margola può esser non facile. E non lo è, di fatto, per tanti che continuano ancor<br />

oggi a considerarlo nella scia di Casella, caselliano soltanto, e basta. Difficoltà di comprensione avvalorata senz’altro da<br />

quanto di accidentato ed irto e disuguale correva qualche volta nella produzione del musicista, ma causata anche da ragioni<br />

pratiche: la mancanza di musiche stampate, sulle quali poggiarsi per un giudizio sicuro, per la scoperta e la conferma di<br />

caratteri, per strappare qualcosa di più di quanto non apparisce a certi critici durante la fugace e isolata audizione pubblica<br />

d’un numero o l’altro della produzione da camera. Infatti questo Arioso per archi è la prima - o la seconda - composizione di<br />

Margola che appare alle stampe. Caso veramente strano, se si pensa che il nome del musicista è fra quelli che oramai ricorrono<br />

frequentemente nel gruppo dei giovani italiani la cui età sta tra i venticinque e i trentacinque anni! Per chi considera il brano in<br />

sè, senza conoscer nulla del resto, esso deve offrire un’impressione sicura, e la prova, breve ma piena, di una maturità musicale<br />

oramai acquisita, portata a compimento. Partendo da alcune premesse del linguaggio moderno, di quello che ha dato alla<br />

modernità le fasi più acute e tormentate, il Margola tende con autentici risultati espressivi a rassodarne la grammatica in una<br />

durezza e severità di tratto che giungono qui a dare il segno caratteristico, meglio: il marchio di un carattere, entro fluidità e<br />

calore di discorso melodico. Proprio il carattere che il compositore raggiunge come sua affermazione estetica, sua esigenza di<br />

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