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compositore il gusto della forma classica animata da vivaci spiriti romantici e alleggerita da caute eleganze strumentali” (F.<br />

A.); PREDAVAL, Alessandro. `Musica’, in: Glauco, n. 1-4, gennaio-aprile 1946, p. 28: “L’opera soddisfa per l’equilibrio e la<br />

sobrietà della struttura, per la piacevole vena (anche se non sempre originalissima), per la padronanza della strumentazione.<br />

Opera seria che meritava, a mio avviso, più applausi di quelli che non ha ottenuto”; ZANETTI, Emilia. `Musica italiana d’oggi’,<br />

in: Radiocorriere, 1947: “Nel quadro di quest’arte che affeziona, specie nei Quartetti, i caratteri dell’ultimo Casella, il<br />

Concerto sta del tutto a a parte. In tre tempi, ha un organico di orchestra da camera nel cui quadro il pianoforte rifugge da ogni<br />

vistosità lisztiana. Nel secondo tempo il modello ideale sembra sia stato quello, non ottocentesco davvero, dell’Adagio assai<br />

del Concerto per pianoforte di Ravel. Dati esterni, accessori. Tutto il lavoro, la sua sostanza musicale, il suo aspetto<br />

armonico-agogico, quanto la sua espressione, tutto è fasciato da un forte profumo romantico quasi perturbante senz’ambagi<br />

come si dichiara. Al che, per i precedenti musicali, ci si potrebbe rifare al Quintetto [N. Cat. 17] scritto a venticinque anni, alla<br />

larga e accesa cantabilità della sua produzione giovanile. Mentre per esservi tornato con una così brusca virata viene in ballo<br />

necessariamente la sincerità di cui si disse, la stessa che dà anche alle sue maggiori turgidezze ed enfasi un’autenticità vecchio<br />

stile”; L’Unione sarda, 14-4-1948: “Con il suo concerto per pianoforte e orchestra Margola ci ha presentato forse le sue pagine<br />

migliori. Opera già consacrata dalla critica e dal successo del pubblico in patria ed all’estero, il Concerto ha in sé tutti i titoli e<br />

tutti i meriti per essere collocato tra i lavori più notevoli che in campo sinfonico siano stati compiuti in questi tempi. Nobiltà di<br />

concezione, larga ispirazione, appropriato linguaggio dello strumento solista e dell’orchestra, insomma un’opera che ha una<br />

linea ed uno stile che si impongono anche all’ascoltatore meno scaltrito” (A. C.); Arcobaleno, 18-4-1948: “Ci siamo trovati di<br />

fronte ad un Margola aperto e cordiale, tutto calore ed intensità di sentimento, d’ispirazione spontanea e sincera. Il gioco<br />

armonico viene mantenuto in una sobria linea in cui gli effetti contrappuntistici e strumentali rispondono sempre al dettato<br />

della poesia altissima che domina e pervade tutta l’opera. Fra solista ed orchestra il dialogo è sempre fresco e vivo, non<br />

trascende mai nell’inutile, in perfetta aderenza col carattere lirico della composizione che è di immediata apprensione sul<br />

pubblico. Una composizione che per costruzione e nobiltà di intendimenti può essere considerata fra le più notevoli del genere<br />

in questi ultimi anni” (Cam); BRUNELLI, Vittorio. `Franco Margola’, in: Rivista Musicale Italiana, LII/4, Milano, Bocca,<br />

ottobre-dicembre 1950, pp. 357-358: “È una composizione animata da spirito romantico di buona lega. L’andamento armonico<br />

in parecchi punti ed accordi ampi, certo virtuosismo amplificante la sonorità del pianoforte senza eccedere nella<br />

magniloquenza lisztiana, l’ampiezza melodica di alcune frasi, richiamano alla mente espressione e tecnica dei migliori<br />

musicisti dell’800, di Franck in particolare. Nobiltà degna di loro è impressa in tutto il concerto, corroborata dal solito<br />

equilibrio strumentale, dalle consuete proporzioni architettoniche e dalla sincerità dell’ispirazione. C’è chi volle trovare, nel 2°<br />

tempo, una qualche analogia con l’Adagio del Concerto per pianoforte e orchestra del Ravel, pur attenuando il rilievo col dire<br />

che si tratterebbe però di soli dati esterni, accessori; il che non infirma punto il giudizio favorevole sul valore intrinseco del<br />

tempo. Tuttavia a me pare che, se si vuol alludere al fatto che il tempo comincia con un’ampia esposizione del concetto<br />

dominante fatta dal pianoforte solo, troppo esiguo è il pretesto per affermare quanto sopra. Semmai, un riferimento ben più<br />

fondato si può fare con l’Aria sulla 4 corda di Bach, alla quale l’autore afferma di essersi effettivamente ispirato. Piuttosto si<br />

può notare come il Margola, riprendendo quella spiegata vocalità delle frasi alla quale era ricorso tanto felicemente nel<br />

Quintetto [N. Cat. 17] e nel Trio [N. Cat. 37], se ne serva ora per esprimersi con maggior profondità di pensiero, con più<br />

meditata contenutezza di linguaggio musicale”; UGOLINI, Giovanni. `Franco Margola’, in: Il Bruttanome, II/3, Brescia,<br />

autunno 1963, p. 470: “ci troviamo ad uno dei lavori più significativi del compositore [...] Il Concerto ci fornisce, oltre a tutto,<br />

una documentazione precisa della versatilità costruttiva e del gusto raffinato di Margola”; Antonio Carpi, Storia della Musica,<br />

Vallardi, VI, p. 189: “lavoro di eccellente fattura e di vivo interesse nella parte solistica”; ZANETTI, Roberto. La musica<br />

italiana del Novecento, Busto Arsizio, Bramante, 1985, p. 973: “Composizione che oppone al neo-barocco del movimento<br />

centrale lento, il neo-romanticismo dei tempi esterni, ben calibrati e dove si combina un nobile discorrere melodico (di<br />

derivazione franckiana) con un virtuosismo spiccato, ma mai eccessivo o plateale.”<br />

ALTRE ESECUZIONI:<br />

- 2-3-1944, Brescia, Teatro Grande, A. Benedetti Michelangeli, dir. F. Margola<br />

- 22-1-1946, Milano, Teatro Nuovo (I Pomeriggi Musicali), A. Benedetti Michelangeli, Orchestra dei Pomeriggi Musicali, dir. Nino<br />

Sanzogno<br />

- 18-9-1946, Trasmissione radiofonica (2° Programma), Roma, Maria Collina<br />

- 1947, Trasmissione radiofonica (Rete Azzurra), dir. Bruno Bogo<br />

- 12-4-1948, Cagliari, Chiesa di S. Agostino, Anna Zedda Paolone, Orchestra dell’Istituzione dei Concerti del Conservatorio di Musica<br />

di Cagliari, dir. F. Margola (trasmesso da Radio Sardegna, 1ª esecuzione a Cagliari)<br />

- 20-3-1949, Radio Sardegna, Carlo Bussotti, dir. B. Bogo<br />

- 29-12-1955, Trento, Bruno Mezzena<br />

- Febbraio 1963, Napoli, Conservatorio, M. Collina, Orchestra `Scarlatti’ della RAI di Napoli, dir. Nino Bonavolontà<br />

74<br />

TRE SONATE IN OMAGGIO A DOMENICO SCARLATTI<br />

per pianoforte<br />

- 1943<br />

- Perdute<br />

NOTE: Le tre Sonate vennero inviate alla Casa Editrice Suvini-Zerboni che aveva richiesto a Margola qualche sua composizione da<br />

includere nel 2° volume dell’Antologia pianistica di autori italiani contemporanei; ma sul retro del manoscritto era stata<br />

trascritta anche la Berceuse (N. Cat. 60), che venne così erroneamente pubblicata al posto degli altri brani, col titolo improprio<br />

di Sonata a Domenico Scarlatti.<br />

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