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Il dolore cronico Medicina Generale - Ministero della Salute

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98 <strong>Il</strong> <strong>dolore</strong> <strong>cronico</strong> in <strong>Medicina</strong> <strong>Generale</strong><br />

Indicazioni: <strong>dolore</strong> persistente alla schiena e alle gambe con difficoltà deambulativa<br />

(claudicatio neurogena), causato da esiti di interventi sul rachide<br />

(FBSS) oppure da una stenosi del rachide secondaria a discopatie<br />

multisegmentarie in osteopatia lieve e/o listesi. Richiede un tempo di esecuzione<br />

di circa 40 minuti, in anestesia locale con sedazione, e permette la<br />

dimissione dopo 1 giorno. L’esito di guarigione prolungata è stimato nel<br />

65-75% dei casi trattati.<br />

• Nucleoplastica/anulosplastica: procedure volte a determinare un controllo<br />

del <strong>dolore</strong> in patologie del disco intervertebrale (ernia/bulging). La nucleopolastica<br />

(o coblazione) agisce tramite la riduzione <strong>della</strong> pressione intradiscale<br />

per mezzo di aspirazione/dissoluzione del nucleo polposo; essa ha<br />

sostituito in circostanze ben definite (mantenimento di integrità del disco<br />

ecc.) l’intervento chirurgico tradizionale (discectomia) nei pazienti con<br />

sciatalgia secondaria a ernia del disco senza presenza di deficit motori e<br />

refrattari a un adeguato programma di trattamento conservativo.<br />

Questa procedura può essere attuata a livello sia cervicale sia lombare. La<br />

procedura di anuloplastica (IntraDiscal Electrothermal Therapy, IDET) è<br />

riservata invece ai pazienti con <strong>dolore</strong> <strong>cronico</strong> da degenerazione del disco<br />

(disco nero). Sono ambedue tecniche percutanee, che si effettuano in<br />

anestesia locale e permettono dimissioni in 1 giorno. La Food and Drug<br />

Administration (FDA) americana le ha autorizzate fin dal 1998-1999.<br />

• Cifoplastica/vertebroplastica: procedura che trova indicazione nelle lesioni<br />

vertebrali traumatiche, osteoporotiche, neoplastiche e che consiste nella<br />

stabilizzazione <strong>della</strong> frattura vertebrale e nel tentativo di correzione del<br />

danno indotto (Schede 18 e 19).<br />

• Nuove tecniche percutanee nel trattamento del <strong>dolore</strong> lombare e radicolare:<br />

si tratta di nuove opzioni terapeutiche percutanee che possono risolvere<br />

problematiche antalgiche senza ricorrere a interventi a cielo aperto.<br />

Esse sono: la tecnica di distanziamento mediante inserimento di un perno<br />

tra le spinose intervertebrali utilizzata per la stenosi dei forami di coniugazione<br />

e le claudicatio monoradicolari, oppure le nuove tenciche di indagine<br />

del foro di coniugazione per via endoscopica percutanea (con entrata dal<br />

fianco), con cui è possibile visualizzare la radice lombare, valutare la presenza<br />

di compressione erniaria, togliere l’ernia e liberare la radice. Sono<br />

disponibili, inoltre, sistemi di stabilizzazione percutanea mediante viti<br />

transpeduncolari.<br />

Queste tecniche, ancora in fase di “costruzione” e di verifica, dimostrano<br />

come la terapia del <strong>dolore</strong> stia percorrendo una sua strada che mira a<br />

identificare sempre più il meccanismo d’origine del <strong>dolore</strong>, a identificarne<br />

la sede, a valutare come in quella sede si generi il <strong>dolore</strong> e a togliere, di<br />

conseguenza, il fattore che prima di tutto genera il <strong>dolore</strong>.

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