Il dolore cronico Medicina Generale - Ministero della Salute
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80 <strong>Il</strong> <strong>dolore</strong> <strong>cronico</strong> in <strong>Medicina</strong> <strong>Generale</strong><br />
Radioterapia<br />
La radioterapia trova indicazione a scopo palliativo per ridurre il <strong>dolore</strong> da metastasi<br />
ossee con controllo del sintomo nel 70-80% dei pazienti trattati, di cui il<br />
25% ottiene un beneficio duraturo. La rapidità e l’entità dell’effetto antalgico<br />
sono indipendenti dalla severità del <strong>dolore</strong>, dalle dimensioni <strong>della</strong> massa tumorale<br />
e dalla radiosensibilità del tumore primitivo. Inoltre, il trattamento risulta<br />
efficace sia nelle lesioni osteolitiche sia in quelle osteoaddensanti. Dopo<br />
le prime applicazioni è frequente un aumento del <strong>dolore</strong>, causato dall’edema<br />
radioindotto e/o dalla possibile compressione sui tessuti sani limitrofi. L’entità<br />
dell’edema è correlata all’estensione <strong>della</strong> lesione e alla dose di radioterapia<br />
somministrata per frazione. Per tale motivo viene in genere associata una terapia<br />
cortisonica.<br />
I vari tipi di frazionamento sembrano avere pari efficacia nel sollievo del <strong>dolore</strong>,<br />
con durata mediana <strong>della</strong> risposta variabile da 11 a 29 settimane. È necessario<br />
un inquadramento prognostico del malato per decidere se sia più opportuno<br />
proporre una dose singola o un trattamento frazionato che, pur determinando<br />
maggiori disagi al paziente, ha dimostrato una maggiore durata dell’effetto<br />
nel tempo. È importante ricordare che il tempo di latenza dell’efficacia del<br />
trattamento è mediamente di 4 settimane, specie in presenza di neoplasie poco<br />
radiosensibili.<br />
In alcune neoplasie, e in relazione alle condizioni cliniche del paziente, è indicato<br />
il trattamento con radioisotopi (somministrazione per os o endovena)<br />
delle metastasi ossee dolorose e multifocali, con <strong>dolore</strong> non controllato dai<br />
trattamenti analgesici convenzionali e non complicato da fratture patologiche<br />
o compressioni midollari. La pancitopenia è l’effetto indesiderato principale e<br />
va tenuta in considerazione nella scelta prescrittiva.<br />
Tecniche chirurgiche<br />
Le nuove tecniche chirurgiche e i nuovi materiali disponibili permettono oggi<br />
interventi locali con notevole beneficio sul <strong>dolore</strong> e sulla qualità <strong>della</strong> vita dei<br />
pazienti. Tali metodiche trovano indicazione nel caso di metastasi vertebrali<br />
osteolitiche, in particolare del tratto dorso-lombare (sottoposte a maggiore carico)<br />
e nel <strong>dolore</strong> da frattura patologica. La finalità può essere radicale (asportazione<br />
in blocco <strong>della</strong> metastasi) o palliativa (sollievo dei sintomi). Obiettivo<br />
<strong>della</strong> chirurgia ortopedica non è solo il controllo del <strong>dolore</strong>, ma il recupero<br />
funzionale e la prevenzione delle complicanze. La sede delle metastasi è determinante<br />
per la scelta del tipo di intervento, come pure le condizioni generali<br />
del paziente e il tipo di malattia (lesione singola o lesioni multiple) oltre che<br />
la prognosi. Procedure di vertebroplastica o cifoplastica aiutano a stabilizzare<br />
la colonna e a ridurre il <strong>dolore</strong>, con beneficio sul <strong>dolore</strong> nel 70-85% dei casi.<br />
Altre tecniche di recente introduzione sono rappresentate da ricostruzioni e