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Il dolore cronico Medicina Generale - Ministero della Salute

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138 <strong>Il</strong> <strong>dolore</strong> <strong>cronico</strong> in <strong>Medicina</strong> <strong>Generale</strong><br />

gene è V158M, che contribuisce alla regolazione <strong>della</strong> funzionalità del recettore<br />

degli oppioidi.<br />

Gene ABCB1/MDR1 (Multiple Drug Resistance Protein-1): ha la funzione di<br />

espellere le sostanze esogene all’esterno delle cellule.<br />

La migliore risposta analgesica si verifica nei soggetti che sono contemporaneamente<br />

OPRM1 + e ABCB1/MDR1 – .<br />

OPPIACEI E INTERAZIONE CON IL SISTEMA<br />

NEURO-IMMUNO-ORMONALE<br />

Gli oppiacei, endogeni ed esogeni, possono modificare la funzione immunitaria,<br />

dimostrando la presenza di recettori specifici per gli oppioidi sulle membrane dei<br />

monociti e sulle cellule Natural Killer (NK).<br />

Studi recenti di neuroimmunologia comparata hanno dimostrato che, sia nei vertebrati<br />

che negli invertebrati, i segnali molecolari di sostanze oppioidi vengono<br />

usati per una comunicazione bi-direzionale tra i sistemi nervoso, endocrino, vascolare<br />

e immunitario come in un sistema di autoimmunoregolazione.<br />

Sistema immunitario<br />

La morfina blocca le risposte immunitarie cellulari al Tumor Necrosis Factor<br />

(TNF) e alla sostanza P, sopprime la migrazione delle cellule dal sangue e inibisce<br />

la chemiotassi e la fagocitosi. L’attivazione di recettori di tipo mu è classicamente<br />

associata a immunosoppressione.<br />

La somministrazione cronica di morfina modifica numerose funzioni del sistema<br />

immunitario, esercitando un ruolo genericamente inibitorio a livello sia centrale<br />

che periferico.<br />

La morfina utilizzata cronicamente per via orale inibisce l’attività delle cellule<br />

NK e tale effetto è ancora più potente quando si somministra il farmaco per via<br />

spinale, mentre incrementa l’attività cellulare di tipo LAK (Lymphokine Activated<br />

Killer) – con un’azione più evidente dopo somministrazione del farmaco per via<br />

orale rispetto alla via intratecale – nei pazienti affetti da patologia tumorale; ciò<br />

dimostra come l’immunoinibizione sui linfociti non sia alterata nella propria potenzialità<br />

reattiva.<br />

Queste diversità di comportamento sull’attività delle cellule immunitarie potrebbero<br />

derivare dalle diverse interferenze che si definiscono con il rilascio di prolattina<br />

(PRL).<br />

Assetto ormonale: effetti degli oppiacei sul rilascio di ormoni<br />

La morfina e i peptidi oppioidi endogeni esercitano un’azione simile sugli ormoni<br />

ipofisari. L’iniezione endovenosa porta a un incremento del GH, mentre inibisce la<br />

secrezione di LH, FSH e TSH in molte specie animali.

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