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le; i piedi poggiano sulla sfera del mondo, sostenuto da nuvole in carta<br />
stagnola, e schiacciano la testa dell’insidioso serpente. Rose e gigli di<br />
seta, in rilievo, completano la decorazione del quadro, sullo sfondo<br />
del quale campeggia, a caratteri dorati, l’invocazione: “O Maria Concepita<br />
senza peccato pregate per noi che ricorriamo a Voi”. Nel quadro<br />
più grande sono incastonate, nell’ornamentazione, le Reliquie di<br />
S. Benigno, di S. Clemente, di S. Colomba, di S. Bonifacio, di S. Massimino<br />
e di S. Giusto. Entrambi i quadri sono stati confezionati da Suor<br />
Giuseppa Ceresa (parente di Don Pietro Ceresa?), Figlia della Carità e<br />
donati l’uno al “Dott. Carlo Rocchietti, presidente, nel 50º di fondazione<br />
dell’Associazione delle Figlie di Maria, il 2 febbraio 1909”; l’altro<br />
donato al “Novello Teologo Don Antonio Minellono il 15 maggio 1910”.<br />
Collegati con la Medaglia Miracolosa sono lo Scapolare Verde del<br />
Cuore Immacolato di Maria, e lo Scapolare Rosso della Passione, ossia<br />
del S. Cuore di Gesù e del Cuore amantissimo ed addolorato della<br />
Beata ed Immacolata Vergine Maria.<br />
L’8 settembre del 1840, a dieci anni dalle apparizioni della Madonna<br />
a S. Caterina Labouré, suor Giustina Bisqueyburu, giovane novizia<br />
delle Figlie della Carità di S. Vincenzo de’ Paoli, in rue du Bac, in una<br />
visione vede la Madonna con nella mano destra il suo cuore sormontato<br />
da fiamme, e nell’altra una specie di Scapolare di stoffa verde; su<br />
una parte, l’Immagine di Maria che tiene nelle mani il suo Cuore trafitto<br />
e sull’altra parte un cuore trafitto da una spada, tutto acceso di<br />
raggi più brillanti del sole e trasparenti come cristallo. Il cuore è circondato<br />
dalla scritta: «Cuore Immacolato di Maria, pregate per noi, adesso<br />
e nell’ora della nostra morte». Una voce interna le dice che questa<br />
immagine dovrà contribuire alla conversione dei peccatori e procurare<br />
loro una buona morte; la faccia eseguire al più presto e la distribuisca<br />
con fiducia.<br />
Sei anni dopo, il 26 luglio 1846, un’altra Figlia della Carità, suor<br />
Luigia Apollina Andriveau, in visione vede sull’altare N. Signore, vestito<br />
di rosso con il manto blu, che tiene nella mano destra uno Scapolare<br />
rosso: su di una facciata è raffigurato Gesù in croce circondato<br />
dagli strumenti della Passione e dalla scritta: «Santa Passione di N. Signor<br />
Gesù Cristo, Salvateci!», sull’altra è impressa l’immagine dei sacri<br />
Cuori di Gesù, incoronato di spine, e di Maria, trapassato dalla spada;<br />
fra i due cuori una croce ed attorno la scritta: «Sacri Cuori di Gesù e<br />
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