A questo punto il Remon<strong>di</strong>ni, accantonata come insostenibilel’ipotesi <strong>di</strong> identificare il Paulinus Iunior col Paolino <strong>di</strong> Milano, siorienta decisamente alla identificazione <strong>di</strong> Paolino Iunior col giovanePaolino che il vescovo <strong>di</strong> <strong>Nola</strong> aveva affidato ad Agostino <strong>di</strong>Ippona per farlo istruire. Lo storico nolano ne aveva fatto ad<strong>di</strong>ritturaun “nipote” o comunque uno stretto “consanguineo” del grandePaolino. 6Pertanto anche a noi sembra opportuno prendere in considerazioneed ulteriormente approfon<strong>di</strong>re l’ipotesi dello storico nolano,per il quale il vescovo Paolino Iunior è il Paolino della lettera cheAgostino scrive al suo collega <strong>di</strong> <strong>Nola</strong>. Inoltre in quel testoepistolare pare ad<strong>di</strong>rittura che <strong>di</strong> Paolini ne compaiano due. Orbene,a conclusione della lunga lettera 149, scritta alla fine del 415in risposta ai dubbi del Vescovo <strong>di</strong> <strong>Nola</strong> su alcuni luoghi della SacraScrittura, il Dottore africano così si esprime: “Colgo l’occasione<strong>di</strong> questa lettera per salutare <strong>di</strong> nuovo con particolare premuraPaolino, nostro dolcissimo figlio nell’amore <strong>di</strong> Cristo, e brevemente,data la mia fretta, lo esorto a ringraziare quanto più gli èpossibile la misericor<strong>di</strong>a del Signore, il quale, poiché sa dare aiutonella tribolazione, dopo una violentissima tempesta lo fece approdarenel porto dove con un mare abbastanza più tranquillo giungestitu che non avevi alcuna fiducia nella calma del mare <strong>di</strong> questavita; fu Dio a metterlo sotto la tua <strong>di</strong>rezione spirituale per accoglierlonel suo noviziato e corroborarlo; esclami quin<strong>di</strong> con tuttal’anima: O Signore, chi è simile a te?(Ps 34,10). In realtà, nel leggereo nell’ascoltare i miei insegnamenti o le mie <strong>di</strong>scussioni o nelricevere le mie infervorate esortazioni <strong>di</strong> ogni specie, non ritrarràmaggior frutto <strong>di</strong> quello che ritrae nel vedere gli esempi della tuavita... Saluto con affetto fraterno il mio collega <strong>di</strong> sacerdozioPaolino e tutti quelli che godono nel Signore della tua presenza”. 76Ibid., 41-42: “Or chi con tutta la maggior verisimiglianza ragionando darnon si vorrebbe a pensare essere stato questo sacerdote il successor <strong>di</strong> S. PaolinoI. sul pontificio <strong>Nola</strong>no trono, anziché alcun degli altri, che non sappiam’esseregiammai stati sicuramente in <strong>Nola</strong>! Diciamo adunque, per quanto <strong>di</strong>visar ne giovafra il buio <strong>di</strong> sì rimota antichità, essere stato questo un Nipote <strong>di</strong> S. Paolino I.per parte verisimilmente <strong>di</strong> quel Fratello, che gli fu ucciso poco innanzi alla suatotal conversione… o pur <strong>di</strong>ciam col Papebrocchio… che egli era ex frate nepos,aut aliter consanguineus.7AVG. Epist. 149, 3, 34 a Paolino:… Filium autem nostrum Paulinum, inChristi caritate dulcissimum, in hac potius epistola resaluto, et paucis ut festinus<strong>Teologia</strong> e <strong>Vita</strong> 7 - Giugno 2005Giovanni Santaniello21
Come si vede, nel testo <strong>di</strong> Agostino, oltre al destinatario dellalettera che è il vescovo <strong>di</strong> <strong>Nola</strong>, compare ancora un duplice Paolino.Quanto al primo (filium autem nostrum Paulinum, in Christi caritatedulcissimum), il vescovo <strong>di</strong> Ippona mostra <strong>di</strong> conoscere bene lavicenda umana e spirituale <strong>di</strong> questo suo “figlio soavissimo nell’amore<strong>di</strong> Cristo”. Evidentemente si tratta <strong>di</strong> un giovane, che haattraversato un periodo <strong>di</strong> prova molto <strong>di</strong>fficile nella sua vita: la“violentissima tempesta” della tribolazione, che l’ha assalito minacciosae che il vescovo <strong>di</strong> Ippona legge ed interpreta alla lucedella misericor<strong>di</strong>a del Dio provvidente, deve aver segnato profondamentela sua esistenza terrena e la sua scelta ascetica e spirituale.Ma il Signore l’ha liberato e l’ha fatto approdare nel porto sicuroe tranquillo della fede cristiana, dove - ad<strong>di</strong>rittura con minore<strong>di</strong>fficoltà! - l’ha preceduto il grande Paolino.Indubbiamente questo giovane aristocratico, forse futuro vescovo<strong>di</strong> <strong>Nola</strong>, scottato dall’amara esperienza vissuta, aveva abbracciatol’ideale ascetico, <strong>di</strong>venendo un “membro” stabile della comunitàmonastica <strong>di</strong> Cimitile: si spiega forse così l’affettuosa premura paternache pervade il testo <strong>di</strong> Agostino. Ma il nome e l’attenzione delvescovo <strong>di</strong> Ippona per la drammatica vicenda <strong>di</strong> questo giovane asceta,messa a confronto ad<strong>di</strong>rittura con quella del suo omonimo, vescovo<strong>di</strong> <strong>Nola</strong>, lo in<strong>di</strong>cano come una persona “particolarmente cara”ed intima dello stesso vescovo Paolino. Quest’ultimo, con ogni probabilità,dopo aver accolto il giovane naufrago della vita nel portosicuro della sua comunità, l’ha affidato poi alle cure spirituali delvescovo <strong>di</strong> Ippona, che l’ha istruito e formato da par suo. In seguitoAgostino ha rinviato il giovane Paolino al collega nolano, ritenendomolto più efficace per il giovane l’esempio <strong>di</strong> vita ascetica del suoPastore (Non enim uberiore fructu legit aut au<strong>di</strong>t me docentem ac<strong>di</strong>sserentem…quam inspicit te viventem). 8exhortor, ut misericor<strong>di</strong>ae Domini qui sciens dare auxilium de tribulatione, eumturbulentissima tempestate misit in portum, quo tu pelago tranquilliore permeasti,ipsi marinae tranquillitati minime credens, et qui eius ru<strong>di</strong>mentis excipien<strong>di</strong>satque nutrien<strong>di</strong>s te de<strong>di</strong>t, gratias agat quantas potest, et omnia eius ossa <strong>di</strong>cant:Domine, quis similis tibi? Non enim uberiore fructu legit aut au<strong>di</strong>t me docentemac <strong>di</strong>sserentem, vel quibuslibet exhortationibus accendentem, quam inspicit teviventem…Compresbyterum Paulinum, et omnes qui tua praesentia in Dominoperfruuntur, germano salutamus affectu.8La vicenda <strong>di</strong> questo giovane asceta richiama da vicino, mutatis mutan<strong>di</strong>s econ inversione <strong>di</strong> ruolo dei due maestri, quella del giovane Licenzio, figlio del22Giovanni Santaniello<strong>Teologia</strong> e <strong>Vita</strong> 7 - Giugno 2005
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