questo patriarca d’Alessandria d’Egitto si <strong>di</strong>vide nettamente in dueperio<strong>di</strong>: il primo è legato alla complessa situazione politica e religiosa,che si era ulteriormente aggravata in Oriente in seguito allascomparsa dell’impero romano d’Occidente nel 476; il secondoperiodo, quello dell’episcopato nolano, invece, appare ancor piùcomplicato e presenta <strong>di</strong>versi punti poco chiari sotto il profilo giuri<strong>di</strong>co-ecclesiastico.Innanzi tutto la vicenda del patriarca Giovanni Talaia va inquadratae stu<strong>di</strong>ata nel complesso intreccio <strong>di</strong> rapporti, che era venutoa crearsi in Oriente tra la chiesa <strong>di</strong> Roma e la corte imperiale <strong>di</strong>Costantinopoli, che favoriva la politica ecclesiastica del patriarcadella nuova Capitale ai danni del Pontefice romano. Ma il contrastoera vivo soprattutto tra il patriarcato della “nuova Roma” e leantiche chiese <strong>di</strong> Antiochia, <strong>di</strong> Alessandria e <strong>di</strong> Gerusalemme: tuttiin gara per assicurarsi l’appoggio della corte ed affermare il proprioprimato sugli altri. Questa lotta, che <strong>di</strong> fatti tende a scar<strong>di</strong>nareil primato ecclesiastico dell’antica Capitale dell’Impero, <strong>di</strong> voltain volta viene alimentata ed inquinata dalla tenace persistenza dell’eresianelle sue <strong>di</strong>verse forme storiche.Pertanto il patriarca Giovanni, scacciato dalla sua sede <strong>di</strong> Alessandria,nel 483 giunge profugo a Roma, proprio per aver <strong>di</strong>feso lafede cattolica nelle due nature del Cristo contro i monofisiti <strong>di</strong>Eutiche, peraltro già condannato solennemente nel Concilio <strong>di</strong>Calcedonia del 451. Ma adesso gli avversari <strong>di</strong> Calcedonia, colconsenso e l’appoggio dell’imperatore Zenone e del patriarca <strong>di</strong>Costantinopoli Acacio, hanno sostenuto ed imposto l’eutichianoPietro Mongo contro Giovanni Talaia regolarmente eletto a patriarca<strong>di</strong> Alessandria. Ed ora gli Eutichiani spadroneggiano nella città,perseguitando i sostenitori del concilio <strong>di</strong> Calcedonia e delle suedecisioni dogmatiche. Perciò il patriarca Giovanni ricorre a Roma.Qui viene accolto da papa Simplicio ormai alla fine del suo pontificato(468-483). Il suo successore Felice III (483-492) nel 484destina Giovanni a vescovo <strong>di</strong> <strong>Nola</strong>: “Giovanni Talaia, poi, avendola <strong>di</strong>gnità <strong>di</strong> Vescovo, rimase a Roma: a lui il Pontefice Romano<strong>di</strong>ede la chiesa <strong>di</strong> <strong>Nola</strong>, situata nella regione della Campania; qui<strong>di</strong>morando per molti anni, morì in pace”. 2929LIBERATO DIACONO, Breviarium, cap. 18 (PL 68, 1027): Joannes vero Talaja,habens Episcopi <strong>di</strong>gnitatem, remansit Romae, cui Papa <strong>Nola</strong>nam de<strong>di</strong>t Ecclesiam,quae est in Campaniae regione, in qua plurimos residens annos, in pace defunctus est.<strong>Teologia</strong> e <strong>Vita</strong> 7 - Giugno 2005Giovanni Santaniello31
Un vescovo greco a <strong>Nola</strong>, dunque. Perché?Questa singolare elezione ha suscitato meraviglia negli storicidella Chiesa e non poteva non porre seri problemi storiograficogiuri<strong>di</strong>ci.Il Remon<strong>di</strong>ni già nel I Tomo della sua Storia, affrontandoil problema dell’esistenza, a <strong>Nola</strong>, così come nella vicina città<strong>di</strong> Napoli, del Doppio <strong>Nola</strong>no Clero Greco e Latino, tratta soprattuttodel caso del tutto singolare dell’episcopato del patriarcaalessandrino Giovanni Talaia. 30 E, dopo aver presentato e <strong>di</strong>scussol’opinione del Baronio, dell’Ughelli e del Capaccio, i quali sostenevanoche Giovanni “a Felice Pontifice <strong>Nola</strong>nus Episcopuscreatus, ubi vixit et obiit”, sposa la tesi del Tommasini 31 che “datagli fosse in Commenda per suo convenevol sostentamento la <strong>Nola</strong>naChiesa, nisi Commenda potius <strong>di</strong>cenda sit, ut infra declarabitur”. 32E lo Storico nolano così concludeva: “Che Egli (Giovanni Talaja)sia stato Vescovo <strong>di</strong> <strong>Nola</strong> non può in dubbio revocarsi per le tanteautorità, che ce l’attestano sì de’ moderni, che degli antichi Scrittori,ma che lo sia stato per molti anni, quanti per lo più è creduto,è falso certamente, poich’è certissimo, che ‘l <strong>di</strong> lui successoreTeodosio morì nel Consolato <strong>di</strong> Faosto il più giovine, come silegge nella sua lapida sepolcrale... vale a <strong>di</strong>re nel CCCCXC...”. 33E più oltre ancora: “Che resta pertanto a <strong>di</strong>visar del Talaja? Io perme inclinerei fortemente a pensare, che non mai fosse stato elettoin vero Vescovo <strong>di</strong> <strong>Nola</strong>; ma trattandosi allor solamente <strong>di</strong> assegnargliun convenevol sostentamento per infino a che si vedesse <strong>di</strong>fare, ch’Ei ritornasse al suo Patriarcato, ne fosse <strong>di</strong>chiarato o VescovoCommendatario, siccome piacque al Tommasini, o pure VescovoAmministratore, in quella stessa guisa, che nell’annoMCCLXXXVIII...”. 34 Trattando poi specificamente dell’episcopato30G. REMONDINI, NES I, 500-505.31TOMMASINI, Dell’antica e nuova Disciplina,T. II, L. II, c. 62 e L. III, c. 10:Non satis liquet, an commen<strong>di</strong>s accenseri debeat concessio <strong>Nola</strong>niEpiscopatus, quo Felix Papa Alexandrinum Patriarcham exulantem JoannemTalaidam donavit. Erat ille semper Episcopus Alexandrinae Ecclesiae, quamquamvi persecutionis ejectus fuisset Romam. Non ergo in se recepit gubernaculaEcclesiae <strong>Nola</strong>nae, nisi ut sibi commendata, quo gregem Christi qualemcumquenobilissimus Pastor pasceret, et ipse necessario interim hinc subsi<strong>di</strong>o pasceretur.32G. REMONDINI, NES I, 502-503.33Ibid., 503.34Ibid.,504-505.32Giovanni Santaniello<strong>Teologia</strong> e <strong>Vita</strong> 7 - Giugno 2005
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