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Teologia e Vita - Diocesi di Nola

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Costantino, forse della chiesa <strong>di</strong> Capua, per svolgere un rigorosoprocesso ecclesiastico ed infliggere il giusto castigo ai due chiericife<strong>di</strong>fraghi. 45La vicenda <strong>di</strong> Felice e Pietro contro il loro Vescovo presentanotevoli risvolti politico-religiosi ed evidenzia le buone relazioniesistenti tra Teodorico ed il Pontefice Romano, almeno nella primafase del dominio degli Ostrogoti in Italia, allorquando i rapportitra il Papato e il governo <strong>di</strong> Costantinopoli furono molto tesi acausa della questione monofisita. La lettera <strong>di</strong> papa Gelasio ai duevescovi campani sottolinea queste relazioni “pacifiche” tra Romae Ravenna: “I Chierici della <strong>Nola</strong>na Chiesa, Felice e Pietro, ostinatamentee contro ogni legge ribelli, portati si sono al Tribunaledel Re mio Figlio... Per la qual cosa fu <strong>di</strong> necessità che il suddettofratello e Vescovo Sereno si portasse anch’egli sollecitamente allostesso Signore e Figlio mio...”.Un’altra lettera <strong>di</strong> papa Gelasio è in<strong>di</strong>rizzata “Ai VescoviMajorico, Sereno, e Giovanni” in occasione “che alcuni Chiericidella Vibionense Chiesa in Calabria rei convinti, e condannati, come<strong>di</strong>spregiatori degli Ecclesiastici privilegj, ed usurpatori de’ benide’ poveri, non perciò ravveder si volevano, e li cagionati dannirisarcire; e pur vi fu Celestino Sacerdote <strong>Nola</strong>no, che osò con tuttoquesto <strong>di</strong> porger loro la S. Comunione”. 46Non sappiamo con certezza se questo vescovo Sereno sia il Vescovo<strong>di</strong> <strong>Nola</strong> oppure l’omonimo Vescovo <strong>di</strong> Squillace in Calabria,come vuole il Leclercq, dal momento che il Pontefice nella sualettera non in<strong>di</strong>ca come “<strong>Nola</strong>no” - come peraltro fa il Remon<strong>di</strong>ni- neppure il sacerdote Celestino. Il testo gelasiano, infatti, dopoaver sottolineato la “scomunica” dei chierici Vibionensi (restinodalla sacra Comunione all’intutto <strong>di</strong>scacciati, infino a tanto cheimparino ad usar con pia e <strong>di</strong>vota mente quel rispetto, che all’onor<strong>di</strong>vino si conviene...), aggiunge: “E Celestino Sacerdote del Fratelnostro, e compagno Vescovo Sereno, il quale contra il già notogiu<strong>di</strong>zio, e contra l’or<strong>di</strong>ne della S. Sede Apostolica ebbe ar<strong>di</strong>mento<strong>di</strong> somministrare loro la S. Comunione; poiché non ha potutoignorare la sentenza del proprio Vescovo, sia subito anch’egli dell’EcclesiasticoMinistero <strong>di</strong>scacciato; acciocché niun sia de’ Mi-45GELASIUS, Epistolarum… decem fragmenta, in PL 59, 99-100.46G. REMONDINI, NES III, 61-62.36Giovanni Santaniello<strong>Teologia</strong> e <strong>Vita</strong> 7 - Giugno 2005

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