na emesso dall’imperatore, condanna sancita poi dal concilio <strong>di</strong>Costantinopoli del 553.“Questo atto del Papa suscitò fra gli Occidentali la più grandein<strong>di</strong>gnazione. Vi si scorgeva un trionfo del cesaropapismo,un’accon<strong>di</strong>scendenza illegittima ai monofisiti e una demolizionedel prestigio del concilio <strong>di</strong> Calcedonia. Gli Africani,... guidati dalvescovo Reparato <strong>di</strong> Cartagine, arrivarono al punto da escludereVigilio dalla loro comunione ecclesiastica fino a quando avessefatto penitenza (550). Facondo, vescovo <strong>di</strong> Ermiane, e altri teologiafricani iniziarono un’aspra polemica letteraria contro la politicaecclesiastica <strong>di</strong> Giustiniano e in <strong>di</strong>fesa dei Tre Capitoli”. 65I vescovi <strong>di</strong> <strong>Nola</strong> Leone I, innanzi tutto, e Giovanni II, poi, insiemecon la loro comunità ecclesiale risentirono sulla loro pellele conseguenze <strong>di</strong> questi gravi avvenimenti che agitarono la vitadella Chiesa romana ed universale intorno alla metà del VI secolo.Il vescovo Giovanni IIUN ALTRO “REPERTO” STORICOLa presenza <strong>di</strong> questo vescovo <strong>di</strong> <strong>Nola</strong> Giovanni, il secondo <strong>di</strong>questo nome dopo il patriarca <strong>di</strong> Alessandria Giovanni Talaia, titolaredella nostra chiesa sotto il vescovo Sereno, alla fine del secoloprecedente, fu segnalata dall’archeologo napoletano DomenicoMallardo. 66 E’ molto probabile che Giovanni II sia successo al vescovoLeone I intorno all’anno 550, dal momento che viene ricordatoin due lettere del papa Pelagio I (556-561). 67 Queste due lettereerano sfuggite all’attenzione del Lanzoni. E non solo a lui, ma atutti gli storici della chiesa nolana.Trattando dei vescovi del V secolo, abbiamo già visto che lapresenza <strong>di</strong> questo vescovo Giovanni II, il cui ministero va collocatotra l’episcopato <strong>di</strong> Leone I e quello <strong>di</strong> Gaudenzio, a cui sono<strong>di</strong>rette due lettere <strong>di</strong> Gregorio Magno del 594 e 595, aveva giàmesso fuori causa la tesi <strong>di</strong> Lanzoni, che tra l’episcopato <strong>di</strong> LeoneI e quello <strong>di</strong> Gaudenzio aveva inserito il pontificato, durato ben65K. BIHLMEYER- H. TUECHLE, La storia della Chiesa, Brescia 1989, vol. I,353.66D. MALLARDO, art. cit., 1912.67Cfr FR. KEHR, Italia Pontificia, Berlino 1935, vol. VIII, 299-300.<strong>Teologia</strong> e <strong>Vita</strong> 7 - Giugno 2005Giovanni Santaniello45
trentotto anni, del vescovo Aureliano, che - l’abbiamo già visto - èstato ormai “trasferito” dal V al VII o VIII secolo.Quanto all’episcopato <strong>di</strong> Giovanni II e alle sue relazioni conpapa Pelagio I, lo storico napoletano Giovanni Vitolo così si esprime:“Sede vescovile fu certamente in età antica anche Suessula(nei pressi <strong>di</strong> Arienzo), amministrata negli anni 558-60 dal vescovo<strong>di</strong> <strong>Nola</strong>, Giovanni. Questi infatti si era rivolto al ponteficePelagio I, per farsi autorizzare a vendere «ministeria ecclesiaeSuessulanae», che si trovava in uno stato <strong>di</strong> grave in<strong>di</strong>genza; autorizzazionenegata dal papa, il quale or<strong>di</strong>nò piuttosto: «Ecclesiamillam, si tanta eius sit penuria, ut parochia esse non possit, potiusin titulo <strong>Nola</strong>nae ecclesiae constituatur» (= [Il Pontefice or<strong>di</strong>nò]che quella chiesa, qualora fosse così grande la sua povertà, da nonpoter essere <strong>di</strong>ocesi, fosse piuttosto costituita nel titolo della chiesanolana). Il termine ‘parochia’, a mio parere, sta qui per <strong>di</strong>ocesi,per cui il passo è da interpretare nel senso che, non consentendol’esiguità del patrimonio il mantenimento dell’antico assetto istituzionaledella <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Suessula, già retta peraltro dall’or<strong>di</strong>nario<strong>di</strong> <strong>Nola</strong>, essa andava soppressa definitivamente (cioè anche neltitolo) ed incorporata in quella <strong>di</strong> <strong>Nola</strong>”. 68IL VESCOVO SENATOUN PASTORE POCO “FORTUNATO”Del vescovo <strong>di</strong> <strong>Nola</strong> Senato il Leclercq, che lo colloca al XIVposto del suo Catalogo, in qualità <strong>di</strong> successore del vescovoAureliano, e prima <strong>di</strong> Gaudenzio, si limita ad affermare: “14.Senatus, appartient au VIˆ siècle”. 69Ebbene, noi posse<strong>di</strong>amo a nome del vescovo nolano Senatoun’iscrizione sepolcrale che proclamava la fede del defunto nellarisurrezione dei morti. Questa lapide si conservava a Cimitile econ ogni probabilità aveva indotto il Ferraro e il Remon<strong>di</strong>ni, chel’avevano vista, nell’errore <strong>di</strong> cui abbiamo parlato a proposito delvescovo <strong>di</strong> <strong>Nola</strong> Leone I.68G. VITOLO, Vescovi e <strong>Diocesi</strong>, in G. GALASSO-R.ROMEO, Storia del Mezzogiorno,vol. III: Alto Me<strong>di</strong>oevo, Napoli 1990, pp. 73-151: 81. N.B. Suessula nonva confusa con Suessa (Sessa Aurunca), retta ancora nel 501 da vescovo Fortunato;il suo titolare Giovanni nel 998 partecipò al Concilio Romano <strong>di</strong> GregorioV. Forse dal 966 già suffraganea <strong>di</strong> Capua (ibid., 86).69H. LECLERCQ, art. cit., 1426.46Giovanni Santaniello<strong>Teologia</strong> e <strong>Vita</strong> 7 - Giugno 2005
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