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Teologia e Vita - Diocesi di Nola

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de sempre più nel suo innamoramento egocentrico e compiaciuto. È daquesta <strong>di</strong>namica molto sottile che possono attivarsi ricatti, gelosie, invi<strong>di</strong>e,ritiro degli affetti, seduzioni, depressioni, rivalità, ecc… Certamente,su una base <strong>di</strong> questo tipo <strong>di</strong>fficilmente può strutturarsi una relazione <strong>di</strong>coppia matura o una opzione per il celibato nella castità che possa poicondurre ad una vita ricca <strong>di</strong> passione, vitalità e ra<strong>di</strong>calità per l’amato /ao per il Regno. La preoccupazione del narcisista è infatti tutta centrataallo sviluppo <strong>di</strong> un Sé gran<strong>di</strong>oso, <strong>di</strong> un amore rivolto e centrato su séstesso, non dunque un amore espansivo, “<strong>di</strong>latato”. Il narcisista esprimedunque un amore antievangelico! Pertanto, invece della gratitu<strong>di</strong>ne, avvertiràdentro <strong>di</strong> sé una sottile sfiducia verso gli altri, da cui non si sentemai amato abbastanza, e verso il suo Io che non sente amabile!Una ricerca condotta da Rulla - Imoda - Ri<strong>di</strong>ck su can<strong>di</strong>dati alsacerdozio ed alla vita religiosa, ha messo in evidenza che il 75%dei soggetti sottoposti a tale indagine avevano una negativa esperienza<strong>di</strong> Sé con conseguente sfiducia nei propri confronti e rapportoambivalente con gli altri (dalla <strong>di</strong>pendenza - manipolazionealla paura - rivalità). Il 59% dello stesso campione sembrava inoltreessere molto preoccupato, anche non sempre consapevolmente,<strong>di</strong> avere successo ed in qualche modo <strong>di</strong> far carriera, o comunque<strong>di</strong> emergere e fare da protagonista. 4 Ci si illude talvolta che la formazioneiniziale e permanente possa mo<strong>di</strong>ficare le cose.Chi cambia,purtroppo, in realtà, sembra essere solo una netta minoranza.Ciò non <strong>di</strong>pende dalla cattiva volontà ma piuttosto dalla ra<strong>di</strong>cedell’inconsistenza che molto spesso affonda le sue ra<strong>di</strong>ci nell’inconscio,nel profondo. 5Lowen ha dato una chiara interpretazione sul chi è il narcisista.Innanzitutto lo ha definito “figlio <strong>di</strong> nessuno”. Il narcisista infattinon appartiene a nessuno. Dunque non ha la coscienza <strong>di</strong> essere“figlio”. Anche se vive molti rapporti ed ha un bisogno estremo <strong>di</strong>viverli e moltiplicarli per quella fame insaziabile che porta dentro<strong>di</strong> sé, non si dona in effetti mai a nessuno, magari si “impresta”soltanto. 6 Anche tra i religiosi, i preti e tra le suore ritroviamo ciò.4Cfr L. M. RULLA - F. IMODA - J. RIDICK, Antropologia della vocazione cristiana,II (Conferme esistenziali), Casale Monferrato 1986, 110.5Cfr Ibidem, 139.6Cfr A. LOWEN, Il narcisismo. L’identità negata, Milano 1985, 33.60Ernesto Margherini<strong>Teologia</strong> e <strong>Vita</strong> 7 - Giugno 2005

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