Con il termine “iniziazione” si intende dunque l’inizio e il procedere<strong>di</strong> un percorso che, riconoscendo e favorendo l’attuazionedelle potenzialità della persona, la accompagna nella crescita dellapropria personale identità e la sostiene nell’inserimento responsabilenella comunità <strong>di</strong> appartenenza in vista <strong>di</strong> un fine comune che dàsenso alla comunità stessa e alle persone che la compongono.La proposta dell’IC accoglie e valorizza queste note antropologichee perciò si rivolge all’uomo chiamato a costruire se stessonella risposta della fede, accogliendo cioè il progetto <strong>di</strong>vino sullapropria esistenza e crescendo nella storia salvifica <strong>di</strong> Dio che inGesù Cristo rende concreta la possibilità <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare “citta<strong>di</strong>nodella Gerusalemme celeste” (cfr Ap 21, 2-3). Dire IC significa parlaredell’inizio e della crescita nel rapporto salvifico e personalecon il Signore Gesù presente ed operante nella concreta e mistericarealtà ecclesiale; rapporto che nello Spirito Santo conduce allapartecipazione della vita <strong>di</strong> Dio, fino alla sua pienezza.Per usare immagini “agricole”: si tratta <strong>di</strong> favorire l’«innesto»<strong>di</strong> qualcuno nella vita nuova che in Cristo, tramite la sua Chiesa,viene donata a tutti e <strong>di</strong> accompagnarne lo sviluppo nella prospettivadella piena «fruttificazione» escatologica (cfr Gv 15,8).Proposta, accoglienza, accompagnamento, sostegno,...: perché nonè chi pianta o irriga ma è il Signore che fa crescere, anche se il Signorechiede qualcuno e alcuni che propongano, accolgano, accompagnino,sostengano..., “piantino ed irrighino”! (cfr 1 Cor 3, 5-9).L’IC è dunque cammino che coinvolge l’intera esistenza umanaperché la persona, in Cristo chiamata alla fede, <strong>di</strong>venti con sempremaggiore consapevolezza “citta<strong>di</strong>no” e “socio” del Popolo <strong>di</strong> Dio(cfr Ef 3, 19-22); quel Popolo santo e nuovo che avanza nel tempoguidato dal suo Signore verso la pienezza che sta oltre il tempo,cioè verso l’eternità beata <strong>di</strong> Dio, beatissima Trinità d’amore.Si tratta <strong>di</strong> un cammino unitario e globale; un cammino da coglieree da proporre nella sua intrinseca ed articolata unità perché se il suoessere un “tutto armonico” si frantuma, allora sarà <strong>di</strong>fficile non conoscere<strong>di</strong>sorientamento ed alienazione dalla realtà che esso manifesta eche necessariamente esige <strong>di</strong> crescere, espandersi, esprimersi.Un cammino però non piatto ed uniforme, ma con dei ritmi edelle tappe, anche con delle cadute e sicuramente con delle rinascite,con delle mète che acquistano senso e sostanza alla luce dellamèta ultima e definitiva della parusia.<strong>Teologia</strong> e <strong>Vita</strong> 7 - Giugno 2005Giuseppe Giuliano67
Un cammino quin<strong>di</strong> che, nella sua intrinseca armonicità, si <strong>di</strong>pananell’ascolto della Parola del Signore, nella celebrazione delFiglio unigenito ed eterno e, in Lui, della misericor<strong>di</strong>a del Padre <strong>di</strong>ogni misericor<strong>di</strong>a nello Spirito <strong>di</strong> verità e d’amore, nella comunionecon Dio e, per amor <strong>di</strong> Dio, con gli altri, nella testimonianza delperdono e della pace ricevuti, nella “coltivazione” della lode delcuore e nella gratitu<strong>di</strong>ne della vita.In Gesù Cristo presente ed operante nella sua Chiesa, uomini edonne ricevono la possibilità <strong>di</strong> vivere nella <strong>di</strong>mensione più vera eprofonda della esistenza, quella cioè donata e partecipata dalla grazia<strong>di</strong>vina; e <strong>di</strong> procedere, pur nelle oscurità della vicenda umana,verso la luce che non conosce ombra né tramonto.Perciò l’IC può ben essere considerata come il cominciare aprendere parte, nel tempo, alla situazione definitiva dell’uomo edell’umanità.E questo afflato escatologico, già presente nella storia, fa sì chei credenti partecipino con decisione alla crescita dell’umanità e -anche a motivo della loro umanità resa finissima dalla fede - contribuiscanoalla umanizzazione del mondo che avanza verso la venutafinale e gloriosa del Signore.“In e attraverso” i figli <strong>di</strong> Dio che progre<strong>di</strong>scono nella fedesperanza-amore/caritàl’umanità infatti conosce realmente un nuovoorizzonte <strong>di</strong> verità, anzi l’unico orizzonte sensato <strong>di</strong> verità, cioèl’orizzonte dell’eternità <strong>di</strong> Dio.La Comunità cristiana, attivando percorsi <strong>di</strong> IC manifesta ed annunziala salvezza circa l’uomo, tutto l’uomo, perché tale salvezza<strong>di</strong>venti per lui il fondamento, la traiettoria e la mèta unificante ildesiderio e le opere sue; così la presenza del Signore nella storia simanifesta attraverso la presenza trasformata dei credenti in lui.“Guardando a Maria, suo modello, nell’iniziazione cristiana laChiesa si scopre Madre che genera le membra del Corpo <strong>di</strong> Cristoper una vita nuova e senza fine. È una maternità che si esplicitanon solo nel momento propriamente sacramentale, ma si manifestanella cura e nell’accompagnamento durante l’intero percorso. Talematernità <strong>di</strong>venta più incisiva là dove maggiormente è avvertital’urgenza missionaria, quale compito primario e inderogabile dellatrasmissione della fede” 2 .2CONFERENZA EPISCOPALE CAMPANA, Iniziare alla vita cristiana nelle nostre comunità,15 maggio 2005, 1.1.68 Giuseppe Giuliano<strong>Teologia</strong> e <strong>Vita</strong> 7 - Giugno 2005
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