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Teologia e Vita - Diocesi di Nola

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Quanto al secondo Paolino, che alla fine dello stesso paragrafo34 della lettera 149 Agostino saluta “con fraterno affetto” (germanosalutamus affectu), sembra si tratti <strong>di</strong> un altro presbitero(compresbyterum Paulinum), appartenente forse alla stessa comunitàascetica nolana, che continua a vivere sotto la guida del vescovo-monacoPaolino.Dei due Paolini, presenti nella lettera 149 <strong>di</strong> Agostino, il primosembra più idoneo ad essere identificato col Paolino destinato asuccedere al grande Vescovo, pur senza voler sostenere, così comefa il Remon<strong>di</strong>ni, che si tratti proprio <strong>di</strong> un “nipote” del vescovoPaolino, forse figlio del fratello ucciso dall’usurpatore Massimo:dopo la tragica morte del padre (“la violentissima tempesta”, cuifa riferimento Agostino, potrebbe così intendersi sia in senso realeche come metafora del forte travaglio spirituale), il giovane Paolinosi sarebbe rifugiato presso lo zio a <strong>Nola</strong>, approdando così alla fedee all’ideale ascetico.L’episcopato <strong>di</strong> Paolino Iunior non dovette essere dei più tranquilli.Nella comunità ecclesiale l’eresia pelagiana e semipelagianacontinuava ad agitare gli animi dei fedeli e in modo particolare aturbare il sonno <strong>di</strong> molti vescovi. Soprattutto per le scelte eretichecompiute da <strong>di</strong>versi Pastori dell’Italia meri<strong>di</strong>onale ed insulare, chesi erano lasciati coinvolgere, schierandosi sulle posizioni <strong>di</strong> Giulianod’Eclano, l’irriducibile avversario della grazia anche dopo lamorte <strong>di</strong> Agostino (430).Dall’altra parte, l’Impero romano d’occidente, dopo la morte <strong>di</strong>Onorio nel 423, era passato nel mani <strong>di</strong> Valentiniano III, princepspuer, figlio <strong>di</strong> Galla Placi<strong>di</strong>a, ed ora si <strong>di</strong>batteva tra l’incu<strong>di</strong>ne deiVandali <strong>di</strong> Genserico e il martello degli Unni <strong>di</strong> Attila. I primi,invasa la Gallia nel 406, si erano stanziati nella Spagna. Di lì nel429, attraversato le Stretto <strong>di</strong> Gibilterra, avevano occupato l’Africaromana. Conquistarono in seguito la Sicilia, la Sardegna e laCorsica, mentre compivano continue scorrerie sulle coste dell’Italiameri<strong>di</strong>onale, che culmineranno nel secondo sacco <strong>di</strong> Roma del455. Quello dell’episcopato <strong>di</strong> Paolino Iunior costituisce, dunque,ricco Romaniano, inviato da Agostino a <strong>Nola</strong> (Vade in Campaniam, <strong>di</strong>scePaulinum...: AVG. epist. 26, 5 a Licenzio), affinché Paolino lo istruisca e lo incamminisulla strada della perfezione evangelica, avvalendosi in modo particolaredel luminoso esempio della sua vita ascetica e della sua arte poetica (PAVL.NOL. epist. 8 a Licenzio).<strong>Teologia</strong> e <strong>Vita</strong> 7 - Giugno 2005Giovanni Santaniello23

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