In realtà l’iscrizione sepolcrale <strong>di</strong> Cimitile <strong>di</strong>ceva:EGO.SENATVS.EPVS.CREDO.RESVRGERE.[Ego Senatus episcopus credo resurgere = Io Senato vescovo credonella risurrezione (opp. <strong>di</strong> risorgere)]. 70Tuttavia né il Ferraro né il Guadagni <strong>di</strong> fatti includono il vescovoSenato nei loro rispettivi Cataloghi. E neppure il nostro Mallardotrova un posto per Senato nella sua puntuale cronotassi dei vescovinolani dei primi sei secoli.D’altra parte, dall’iscrizione su riportata non emerge alcun altroelemento atto a determinare con esattezza il periodo storicodell’episcopato <strong>di</strong> Senato, ma ci sembra <strong>di</strong> poter accogliere l’in<strong>di</strong>cazionedel Leclercq, che lo colloca comunque tra Aureliano eGaudenzio, vale a <strong>di</strong>re verso la fine del VI secolo, allorquando certamenteandava ravvivandosi nel cuore dei cristiani l’attesa <strong>di</strong> unaimminente fine del mondo e la conseguente fede e speranza nellarisurrezione dei morti. Per noi, che adesso abbiamo “trasferito” ilvescovo Aureliano al VII o VIII secolo, Senato va collocato quin<strong>di</strong>tra Giovanni II, morto dopo il 560, e Gaudenzio che certamente incontriamoattivamente impegnato nel ministero pastorale nella chiesanolana almeno nell’ultimo decennio del VI secolo, all’epoca cioèdel pontefice Gregorio Magno, come <strong>di</strong> seguito vedremo.Il vescovo Gaudenzio“VISITATORE” DELLA CHIESA DI CAPUAI riscontri documentali dell’episcopato <strong>di</strong> Gaudenzio si basanosoprattutto sulla corrispondenza epistolare che il vescovo <strong>di</strong> <strong>Nola</strong>intrattiene col papa Gregorio Magno (590-604). 71 Il Pontefice romanoinfatti in<strong>di</strong>rizza due lettere al Sud<strong>di</strong>acono Antemio, Amministratoredei beni della Chiesa romana in Campania, altre due lettere<strong>di</strong>rettamente al vescovo <strong>di</strong> <strong>Nola</strong> Gaudenzio ed una al clerodella chiesa <strong>di</strong> Capua, <strong>di</strong> cui il vescovo <strong>di</strong> <strong>Nola</strong> è stato nominatoVisitatore apostolico. In queste lettere quin<strong>di</strong> si fa riferimento <strong>di</strong>rettamenteo in<strong>di</strong>rettamente alla Chiesa <strong>di</strong> <strong>Nola</strong> e all’attivo mini-70TH. MOMMSEN, CIL X, n. 1381; REMONDINI, NES III, 92: Il Remon<strong>di</strong>ni lariporta solo nella forma corretta dal Ferraro (FERRARO 1993,126).71Cfr FR. KEHR, Italia Pontificia, Berlino 1935, vol. VIII, 300.<strong>Teologia</strong> e <strong>Vita</strong> 7 - Giugno 2005Giovanni Santaniello47
stero del suo Pastore, in un periodo tutt’altro che “felice” per lanostra Campania.Infatti nella prima lettera ad Antemio, l’epist. 24, l. I, Ind. IX,del 590, il Pontefice or<strong>di</strong>na al suo Sud<strong>di</strong>acono <strong>di</strong> provvedere a soccorrere“alcune Serve <strong>di</strong> Dio della città <strong>di</strong> <strong>Nola</strong>”, che vivevano inmiseria e mancavano ad<strong>di</strong>rittura del vitto, dei vestiti e del necessarioper vivere: si tratta <strong>di</strong> vergini consacrate o monache <strong>di</strong> un nonmeglio identificato monastero della città <strong>di</strong> <strong>Nola</strong> (ancillas Deiquasdam <strong>Nola</strong>nae civitatis). Il Pontefice esorta quin<strong>di</strong> il suoSud<strong>di</strong>acono a consegnare alle suore 40 soli<strong>di</strong> aurei e ad assegnareloro un vitalizio annuo <strong>di</strong> 20 soli<strong>di</strong> aurei; nel contempo Antemioprovveda a consegnare due soli<strong>di</strong> aurei ad un sacerdote <strong>di</strong> nomePaolino, che si trova in Toscana, e a due monaci, che vivono in unmonastero <strong>di</strong> Napoli: i tre uomini <strong>di</strong> Dio con ogni probabilità sonooriginari della città <strong>di</strong> <strong>Nola</strong>. 72Nella seconda lettera ad Antemio, l’epist. 27, l. XIII, Ind. VI,del 603, papa Gregorio, manifesta innanzi tutto il suo <strong>di</strong>sappunto erammarico (tristitiam) per la negligenza pastorale dei vescovi dellaCampania, ma anche la sua ferma speranza che essi abbiano alpiù presto ad “emendarsi” delle loro colpe. Essi infatti del tutto“immemori del loro dovere ed onore, in quanto non usano quellapaterna vigilanza che si conviene verso le Chiese e i loro figli, nonhanno cura dei monasteri, non prendono la <strong>di</strong>fesa degli oppressi nési danno pensiero dei poveri...”. 73Questa trascuratezza dei Pastori campani, lamentata dal Ponteficeromano, risulta tanto più grave e deplorevole in quanto le loroChiese soggiacciono da alcuni decenni ai saccheggi dei nuovi72GREG. MAGNVS, epist. 24 ad Anthemium sub<strong>di</strong>aconum, L. I, In<strong>di</strong>ct. IX:Insinuatum nobis est ancillas Dei quasdam <strong>Nola</strong>nae civitatis, in Aboritana domocommorantes, nimiam victus vestitusque penuriam sustinere. Quibus ex praecetoDei subvenire nos convenit, et inopiam earum, in quantum possumus, donanteDomino, sublevare. Propterea experientiae tuae praesenti jussione mandamus, utde hac praesenti nona in<strong>di</strong>ctione, quadraginta in auro eis solidos dare debeas, etdeinceps succedentibus in<strong>di</strong>ctionibus annuos viginti solidos ministrare, qui tuispossint rationibus imputari. Praeterea Paulino presbytero monasterii sancti Erasmi,quod in latere montis Soractis situm est, sed et duobus monachis in oratorio sanctiArchangeli servientibus… binos te in praesenti tantummodo solidos darepraecipimus, qui et ipsi tuis rationibus imputentur…(PL 77, 467-468).73ID., epist. XXVII ad Antemio, l. XIII, In<strong>di</strong>ct. VI: Quoties illa de fratribuscoepiscopisque nostris au<strong>di</strong>mus quae et illos reprehensibiles ostendere, et nobistristitiam valeant generare, de eorum nos emendatione non me<strong>di</strong>ocriter cogitnecessitas cogitare. Quia ergo nuntiatum nobis est Campaniae episcopos ita48Giovanni Santaniello<strong>Teologia</strong> e <strong>Vita</strong> 7 - Giugno 2005
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