Gli antichi storici, infatti, avendo letto sancti martyris invece<strong>di</strong> sanctae memoriae dell’iscrizione, erano tutti d’accordo nel collocareil vescovo Aureliano agli inizi del IV secolo, vale a <strong>di</strong>re altempo della persecuzione <strong>di</strong> Diocleziano, dove <strong>di</strong> certo non mancavalo spazio per il suo lungo episcopato. In ogni caso questi stu<strong>di</strong>osinon avevano considerato la presenza, nell’iscrizione tombale,né della determinazione “in pace” né dell’ornamento sepolcraleconsistente in una “colomba con i pie<strong>di</strong> in alto e ramo d’ulivo inbocca”, 10 elementi, questi due, che avrebbero dovuto già indurre apensare, per l’episcopato <strong>di</strong> Aureliano, ad un periodo <strong>di</strong> pace perla Chiesa.Ma lo stesso Remon<strong>di</strong>ni, pur avendo in<strong>di</strong>viduato e sottolineatoi due elementi “pacifici” ora in<strong>di</strong>cati e pur avendo riconosciutol’errore dei suoi predecessori riguardo al testo sancti martyris invece<strong>di</strong> sanctae memoriae, alla fine sostiene che il vescovoAureliano, come già il presbitero S. Felice, fu martire sine cruoree visse i suoi trentotto anni <strong>di</strong> episcopato al tempo dei Severi, valea <strong>di</strong>re dal 202 al 240. 11E neppure tra gli stu<strong>di</strong>osi moderni c’era accordo sul periodostorico dell’episcopato <strong>di</strong> questo Vescovo nolano: costoro in generelo “trasferivano” chi al VI, chi al VII, chi all’VIII secolo, làdove ritenevano <strong>di</strong> potergli far posto tra i vescovi conosciuti.Così il Leclercq, dopo aver identificato Aureliano con Aurelio,un altro vescovo <strong>di</strong> <strong>Nola</strong> della seconda metà del VII secolo, 12 collocavaAureliano al VI secolo “probablement” tra l’episcopato <strong>di</strong>Leone I (536) e quello <strong>di</strong> Gaudenzio (594). 13 Ed il Lanzoni concordavacol Leclercq sulla collocazione <strong>di</strong> Aureliano tra i due vescovidel VI secolo Leone e Gaudenzio, 14 mentre il Mallardo lo “trasferiva”al VII secolo, affermando: “Ad anno incerto del sec. VII appartengonoAureliano e Senato noti per i loro epitaffi”. 1510Cfr G. REMONDINI, NES I, 510.11G. REMONDINI, NES I, 593-597.12Per il vescovo <strong>di</strong> <strong>Nola</strong> Aurelio, cfr REMONDINI, NES III, 89-90.13H. LECLERCQ, Nole, in DACL XII / 2, 1422-1465: 1426.14F. LANZONI, Le <strong>Diocesi</strong> d’Italia. Dalle origini al principio del secolo VII(An. 604), Faenza 1927, vol. I, 228-239: 239.15D. MALLARDO, <strong>Nola</strong>,in Enciclope<strong>di</strong>a Cattolica, vol. VIII, 1912-1915: 1913.<strong>Teologia</strong> e <strong>Vita</strong> 7 - Giugno 2005Giovanni Santaniello25
Ma l’archeologo Antonio Ferrua, in un suo rigoroso intervento,16 aveva rigettato la tesi del Leclercq e del Lanzoni e <strong>di</strong>mostratoche il lungo episcopato <strong>di</strong> Aureliano non poteva trovare posto nelVI secolo, vale a <strong>di</strong>re tra i vescovi Leone I e Gaudenzio, a causadella presenza <strong>di</strong> un altro vescovo, Giovanni (il secondo, <strong>di</strong> questonome), succeduto appunto a Leone I. Infatti proprio al vescovoGiovanni II <strong>di</strong> <strong>Nola</strong> sono <strong>di</strong>rette due lettere <strong>di</strong> papa Pelagio I (555-560). Pertanto tra Leone I e Gaudenzio non rimane più <strong>di</strong>sponibilelo spazio necessario per l’episcopato <strong>di</strong> Aureliano, che pertanto vaescluso dal VI secolo. D’altra parte “il tenore dell’iscrizione - sottolineail dotto gesuita - non ci consente <strong>di</strong> fare Aureliano anterioreal V secolo”. E “se egli appartiene proprio a questo secolo -continua il Ferrua - dovrà collocarsi tra Paolino II, morto nel mese<strong>di</strong> settembre del 442, e Felice (II), morto nel febbraio del 484, comerisulta dai loro epitaffi che sono datati”. Pertanto ritornava in augela tesi del Mallardo, che, come abbiamo già detto, aveva rinviatol’episcopato <strong>di</strong> Aureliano al VII secolo, sebbene il Ferrua avesseannotato: “il tenore dell’epigrafe non sa <strong>di</strong> quel secolo, e del restoa <strong>Nola</strong> con la fine del sec.VI l’epigrafia funebre si tace improvvisamentequasi del tutto”. 17Alla fine l’Archeologia ha dato ragione al Mallardo e a tutticoloro che collocavano l’episcopato <strong>di</strong> Aureliano tra il VII e l’VIIIsecolo. Infatti, dopo gli interventi <strong>di</strong> Gino Chierici negli anni trentae negli anni cinquanta del Novecento, l’analisi stratigrafica condottanel complesso paleocristiano <strong>di</strong> Cimitile da parte <strong>di</strong> valentiarcheologi, nel corso della seconda metà del secolo XX, ha rivelatoche il sepolcro del vescovo Aureliano aveva utilizzato comemateriali <strong>di</strong> reimpiego lastre <strong>di</strong> marmo risalenti al secolo VI. Perciòil suo lungo episcopato e la sua sepoltura dovevano essere collocatinei secoli seguenti, vale a <strong>di</strong>re tra il VII e l’VIII secolo.D’altra parte negli stessi anni (442-480) assegnati all’episcopato<strong>di</strong> Aureliano, gli antichi storici avevano collocato altri due vescovi,che in seguito si sono rivelati storicamente inconsistenti, vale a<strong>di</strong>re Quodvultdeus e Deodatus.16A. FERRUA, Leo e Lupinus vescovi <strong>di</strong> <strong>Nola</strong>, in Vetera Christianorum 11(1974) 97-109.17Ibid. 99, e nota 9.26Giovanni Santaniello<strong>Teologia</strong> e <strong>Vita</strong> 7 - Giugno 2005
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