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Teologia e Vita - Diocesi di Nola

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Ma l’archeologo Antonio Ferrua, in un suo rigoroso intervento,16 aveva rigettato la tesi del Leclercq e del Lanzoni e <strong>di</strong>mostratoche il lungo episcopato <strong>di</strong> Aureliano non poteva trovare posto nelVI secolo, vale a <strong>di</strong>re tra i vescovi Leone I e Gaudenzio, a causadella presenza <strong>di</strong> un altro vescovo, Giovanni (il secondo, <strong>di</strong> questonome), succeduto appunto a Leone I. Infatti proprio al vescovoGiovanni II <strong>di</strong> <strong>Nola</strong> sono <strong>di</strong>rette due lettere <strong>di</strong> papa Pelagio I (555-560). Pertanto tra Leone I e Gaudenzio non rimane più <strong>di</strong>sponibilelo spazio necessario per l’episcopato <strong>di</strong> Aureliano, che pertanto vaescluso dal VI secolo. D’altra parte “il tenore dell’iscrizione - sottolineail dotto gesuita - non ci consente <strong>di</strong> fare Aureliano anterioreal V secolo”. E “se egli appartiene proprio a questo secolo -continua il Ferrua - dovrà collocarsi tra Paolino II, morto nel mese<strong>di</strong> settembre del 442, e Felice (II), morto nel febbraio del 484, comerisulta dai loro epitaffi che sono datati”. Pertanto ritornava in augela tesi del Mallardo, che, come abbiamo già detto, aveva rinviatol’episcopato <strong>di</strong> Aureliano al VII secolo, sebbene il Ferrua avesseannotato: “il tenore dell’epigrafe non sa <strong>di</strong> quel secolo, e del restoa <strong>Nola</strong> con la fine del sec.VI l’epigrafia funebre si tace improvvisamentequasi del tutto”. 17Alla fine l’Archeologia ha dato ragione al Mallardo e a tutticoloro che collocavano l’episcopato <strong>di</strong> Aureliano tra il VII e l’VIIIsecolo. Infatti, dopo gli interventi <strong>di</strong> Gino Chierici negli anni trentae negli anni cinquanta del Novecento, l’analisi stratigrafica condottanel complesso paleocristiano <strong>di</strong> Cimitile da parte <strong>di</strong> valentiarcheologi, nel corso della seconda metà del secolo XX, ha rivelatoche il sepolcro del vescovo Aureliano aveva utilizzato comemateriali <strong>di</strong> reimpiego lastre <strong>di</strong> marmo risalenti al secolo VI. Perciòil suo lungo episcopato e la sua sepoltura dovevano essere collocatinei secoli seguenti, vale a <strong>di</strong>re tra il VII e l’VIII secolo.D’altra parte negli stessi anni (442-480) assegnati all’episcopato<strong>di</strong> Aureliano, gli antichi storici avevano collocato altri due vescovi,che in seguito si sono rivelati storicamente inconsistenti, vale a<strong>di</strong>re Quodvultdeus e Deodatus.16A. FERRUA, Leo e Lupinus vescovi <strong>di</strong> <strong>Nola</strong>, in Vetera Christianorum 11(1974) 97-109.17Ibid. 99, e nota 9.26Giovanni Santaniello<strong>Teologia</strong> e <strong>Vita</strong> 7 - Giugno 2005

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