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scarica qui - Dipartimento di Filosofia

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Un unico partito possibile? 205scritti giovanili si interroga ripetutamente sulla questione, conun’acribia e un impegno cui non è possibile rendere merito in questepagine; <strong>qui</strong> si tratteggerà una sorta <strong>di</strong> lista <strong>di</strong> argomenti, rimandandoad altri contributi della letteratura per gli opportuni approfon<strong>di</strong>menti.Circa la giustificazione della presenza del peccato all’interno delmigliore or<strong>di</strong>ne possibile, si pone il quesito se Dio possa auctorisarepeccatum, se ne sia il responsabile e se ne compiaccia: in tal caso,sorgerebbe il problema teologico <strong>di</strong> comprendere come un Creatoresommamente buono possa aver previsto nel suo <strong>di</strong>segno la presenzadel male e del peccato. Semplificando, si può <strong>di</strong>re che al riguardoWyclif ricorra principalmente a due argomenti. In primo luogo, sullascorta della riflessione agostiniana, afferma che il peccato non haconsistenza ontologica, ma è da intendersi piuttosto come mancanza<strong>di</strong> essere e, pertanto, Dio non ne possiede idea alcuna. Del peccato, inaltre parole, non c’è esse intelligibile, né a maggior ragione puòesservi esse existere: nel portare all’esistenza attuale le creature, ilvolere <strong>di</strong> Dio si estende agli oggetti della propria conoscenza, tra iquali non ha posto il male 69 . Dio, dunque, non può <strong>di</strong>rsi autore delpeccato.La seconda soluzione richiede <strong>di</strong> <strong>di</strong>stinguere due accezioni inaccordo alle quali ci si può riferire al peccato: analogamente a quantodetto circa l’esse ydeale delle creature, Wyclif parla <strong>di</strong> un esseprimum del peccato, espressione con la quale in<strong>di</strong>ca la natura delpeccato – una natura privativa e <strong>di</strong>fettiva –, un modo per <strong>di</strong>re che ilpeccato è ciò che non è; inoltre, si può parlare <strong>di</strong> un esse secundumdel peccato, considerando il fatto che il male è compiuto da unacreatura – un ente positivo – e che pertanto tale azione può esserevolta al bene, riconducendola all’or<strong>di</strong>ne. Il proposito <strong>di</strong> Wyclif èinsomma, senza dubbio, quello <strong>di</strong> mostrare che ad<strong>di</strong>rittura il peccatopuò contribuire ad pulcrificandum mundum: un’azione peccaminosanella misura in cui è un’azione costituisce un effetto positivo, benchéessa sia primariamente un <strong>di</strong>fetto.Alla luce <strong>di</strong> ciò, è possibile asserire che Dio permette che unacreatura compia un peccato, senza perciò doverlo ritenereresponsabile, né tantomeno rimproverargli <strong>di</strong> necessitare la creatura acompierlo 70 ; al contrario, tale permesso è da comprendersi nel <strong>di</strong>segnoperfetto <strong>di</strong> Dio, che nella sua infinita bontà vuole che il peccato, una

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