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228 Luigi Campinumero totale degli articoli contestati è presente in FZ, pp. 275‐282 (sonoaggiunte le proposizioni n. 16 e n. 24).28 Sebbene, in seguito alla condanna del sinodo dei Blackfriars, Wyclif stessosi pronunciò in merito durante un sermone, e uno dei suoi allievi pre<strong>di</strong>letti,Nicholas Hereford, tentò <strong>di</strong> argomentare a favore della tesi attribuita almaestro. Cfr. H. Kelly, Trial Procedures against Wyclif and Wycliffites ..., p. 9.Un avversario tenace <strong>di</strong> Wyclif quale Thomas Netter of Walden, tuttavia,non nascose l’evidenza che alcune delle tesi condannate a Costanza (tra lequali, appunto, Quod Deus debet obe<strong>di</strong>re <strong>di</strong>abolo) non fossero rintracciabilinei testi del riformatore inglese. Al proposito, si veda A. Kenny, TheAccursed Memory ..., p. 156. Nella lista riportata nella sessione VIII e neltesto della condanna <strong>di</strong> Martino V, la proposizione ricorre come n. 6.29 Wyclif stesso nel Trialogus fa cenno esplicitamente al sinodo terrae motus(così chiamato, perché durante i lavori si avvertì una scossa tellurica): siveda J. Wyclif, Trialogus ..., pp. 374 e 339. Nelle settimane successive alsinodo, Woodford compose un trattato dal titolo De causiscondempnacionis, che ebbe notevole fortuna al tempo: si può leggere inO. Gratius, Fasciculus rerum expetendarum ac fugiendarum, vol. 1, a cura <strong>di</strong>E. Brown, London 1690, pp. 191‐265. Per l’elenco delle <strong>di</strong>ciottoproposizioni, si veda ivi, p, 190; inoltre: D. Wilkins, Concilia MagnaeBritanniae, III, London 1737, pp. 229‐230. Per una prima (e, a nostraconoscenza, unica) collazione degli articoli condannati a St Paul’s con ipassi relativi tratti dal Trialogus, si veda J. Lewis, The History of Life andSufferings ..., pp. 372‐381.30 Limitandosi all’articolo riportato da Leibniz (Fratres tenentur per laboresmanuum victum quaerere et non per men<strong>di</strong>citatem), esso era già presente inuna versione leggermente <strong>di</strong>fferente nella lista del 1382 (proposizione n.23). Arundel e i suoi commissari avrebbero potuto rinvenire molteproposizioni dai toni analoghi nel Trialogus, dove i men<strong>di</strong>canti sonomenzionati con titoli spregiativi: pseudofratres, infideles, antichristi<strong>di</strong>scipuli; si può supporre che nel 1396 la gerarchia ecclesiastica inglesefosse maggiormente preoccupata dalle tesi più rivoluzionarie, concernentil’amministrazione dei sacramenti, la negazione del ruolo me<strong>di</strong>atore delclero e delle gerarchie ecclesiastiche, e il dovere delle autorità civili <strong>di</strong>costringere il clero a versare in uno stato <strong>di</strong> povertà evangelica.31 In M. Spinka, John Hus’ Concept of the Church, Princeton University Press,Princeton 1966, p. 50, si attribuisce al maestro tedesco Johannes Hübner lasegnalazione delle ventuno tesi praghesi. Spinka insiste nel sottolinearecome l’esame della dottrina wycliffita a Praga sia da interpretarsi nel

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