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Un unico partito possibile? 217contingentia quo ad tempus, et non contingentia simpliciterabsolute. 123Nonostante paventi il rischio <strong>di</strong> un nuovo naufragio, Wyclif fariferimento – anche se solo con una sorta <strong>di</strong> preterizione – alle nozioni<strong>di</strong> potenza assoluta e potenza or<strong>di</strong>nata <strong>di</strong> Dio. Dalla trattazione offertasembra <strong>di</strong> poter desumere quanto segue: per quanto riguarda le eterneragioni esemplari che costituiscono l’essenza <strong>di</strong>vina, si può <strong>di</strong>re senzadubbio che valga il principio <strong>di</strong> pienezza e che, ad<strong>di</strong>rittura, per ognuna<strong>di</strong> esse potenza e atto dell’esistenza coincidano de necessitateabsoluta. Circa gli oggetti a<strong>di</strong>ntra, dunque, il dominio della potenza<strong>di</strong>vina e il dominio dell’intelletto <strong>di</strong>vino risultano coestesi e ognioggetto possibile è necessariamente (e parimenti conosciuto come) inatto; non si dà, in altri termini, una contingentia simpliciter absoluta,poiché non c’è nulla in Dio che possa essere o non essere, penal’aumento o la <strong>di</strong>minuzione, il mutamento e l’imperfezione <strong>di</strong>quell’ente che costituisce il metro e la misura <strong>di</strong> tutti gli altri 124 .Analogo è il <strong>di</strong>scorso per quanto concerne gli oggetti adextra dellapotenza, della conoscenza e della volontà <strong>di</strong>vine, pur conun’importante <strong>di</strong>fferenza: all’interno del dominio illimitato della suapotenza assoluta, infatti, Dio ha ritagliato con il proprio decreto eternoil sottodominio della potenza or<strong>di</strong>nata, isolando quelle idee che havoluto fossero istanziate in un dato momento da un ente o da uno stato<strong>di</strong> cose creati. Nell’ambito <strong>di</strong> tale sottodominio, volontà e conoscenza<strong>di</strong>vine adaequantur: tutti gli enti possibili adextra sono enti conosciutie anche per questi vale il principio <strong>di</strong> pienezza, nel senso che tutti glienti ideali che Dio ha voluto abbiano esse existere, e che pertantohanno tale essere in potenza, esisteranno in atto. Essi sono dunquecontingenti quo ad tempus – avrebbero potuto non essere de potentiaabsoluta (come molte altre cose che Dio non fa), ma esisterannonecessariamente in un dato istante de potentia or<strong>di</strong>nata – e non sonoperciò meno certi per Dio, né lo sarebbero per l’uomo, se il suointelletto non fosse stato debilitato dalla Caduta 125 .Un tale approccio alla materia, benché pervenga a conclusionianaloghe a quelle sostenute un tempo, manifesta una certa cautela euna malcelata titubanza <strong>di</strong>fficilmente rintracciabili nei primi scritti,dove Wyclif aveva spiegato con maggior convinzione come la

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