214 Luigi Campiistud specialiter negantes quod aliqua necessario sunt futuranisi ad istum sensum quem quondam tenui quod sunt futuranecessitate ex supposicione, hoc est, Deus vult quod erunt etnecessario, si Deus vult quod erunt ipsa erunt, et cum istanecessitate stat summa contingencia. 108La convinzione, un tempo espressa più volte, <strong>di</strong> poter garantire lacontingenza degli eventi futuri avvalendosi della necessitas exsupposicione è li<strong>qui</strong>data nel De statu innocencie alla stregua <strong>di</strong> unespe<strong>di</strong>ente scolastico <strong>di</strong> poco peso, una superficialis sophisticacio.Nel suo breve trattato, tuttavia, Wyclif confida nel fatto <strong>di</strong> poterfornire comunque una spiegazione convincente del rebus con cui èalle prese, per sua stessa ammissione, da molti anni; è benesottolineare, infatti, che gli argomenti teologici proposti nello scrittosullo stato edenico – in estrema sintesi: Dio si serve delle libere azionidegli uomini (che inclina, ma non può costringere) come strumenti perrealizzare il proprio <strong>di</strong>segno; non il peccato, ma la pena è voluta daDio, poiché essa, sod<strong>di</strong>sfacendo la giustizia <strong>di</strong>vina, ripara il <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>neintrodotto e si volge a beneficio dell’or<strong>di</strong>ne; all’uomo spetta unambito entro il quale esercitare liberamente la propria volontà, benchéDio abbia una conoscenza eterna, certa e necessaria delledeliberazioni umane – sembrano reggere anche prescindendo da ogniricorso alla nozione <strong>di</strong> necessitas ex supposicione 109 .Il nucleo filosofico della trattazione, piuttosto, è in<strong>di</strong>viduato dallostesso Wyclif nella <strong>di</strong>stinzione tra esse primum ed esse secundum delpeccato, già esposta nel De dominio <strong>di</strong>vino; una <strong>di</strong>stinzione, questa, lacui paternità viene ora ascritta a Grossatesta e che sembra mettere ilteologo nelle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> pervenire a una soluzione convincente deiproblemi soteriologici sollevati dal rompicapo de necessitate,conciliando la conoscenza <strong>di</strong>vina degli eventi futuri con l’evidenzache, tra questi, vi saranno anche alcuni peccati, senza perciò doverammettere che Dio avrebbe potuto conferire un or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong>fferente alcreato, un or<strong>di</strong>ne migliore in cui il peccato non potesse verificarsi 110 :Tercia autem via Lincolniensis, quam sepe tenui et adhucteneo, presupponit arcium ru<strong>di</strong>menta, scilicet grammaticam et<strong>di</strong>alecticam, <strong>di</strong>cens quod peccatum modo quo possumus ipsum
Un unico partito possibile? 215intelligere vel nominare habet duplex esse, scilicet esseprimum quod est deesse, et esse secundum quod est prodesse,et non potest habere esse primum propter contra<strong>di</strong>ccionisimpossibilitatem nisi eciam habeat esse secundum; nec foretpeccatum nec foret verum hominem peccare nisi ipsum foretdampnabile vel prodessens propter esse secundum ipsumconsequens sicut passio ad subiectum. 111Qualche anno più tar<strong>di</strong>, nel contesto <strong>di</strong> una riflessione dai fortiaccenti anselmiani circa la sentenza Deus [est] <strong>qui</strong>d<strong>qui</strong>d melius estesse quam non esse 112 , Wyclif sarebbe tornato a scriveredell’esistenza <strong>di</strong> verità contingenti, senza più fare cenno alcuno allanecessità ipotetica. Dopo aver stabilito, limitando prae<strong>di</strong>cationemformalem et non essentialem, che esistono con certezza infinite veritàe idee – eterne e contingenti – che non sono Dio 113 , egli osserva chetuttavia esse sono essencialiter lo stesso Dio 114 . Tali veritàcontingenti, allora, dal momento che non sono creature (perchécoessenziali a Dio), sono dotate <strong>di</strong> un’esistenza absolutenecessaria 115 . Sulla scorta <strong>di</strong> queste considerazioni, Wyclif precisa:Imo videtur absolute necessarium, esse veritatemcontingentem, quam non est necessarium ita esse; ut posito,quod solum Deus sit ... ante mun<strong>di</strong> creationem, quaeratur,utrum erit aliqua creatura? Quod si sic, ejus inceptio erit quamDeus cognoscit ante mundum vel ejus inceptionem fore, estsumme contingens. Si neges ali<strong>qui</strong>d fore adhuc, cum absolutenecessario ali<strong>qui</strong>d potest fore, contingens est veritatem nonesse per tempus, et sic Deus cognoscit veritatem quamcontingit non esse, cum si Deus est, ipse potest multaproducere quae non producet, vel ali<strong>qui</strong>d non producere quodproducet. Patet quod Deus non potest esse, nisi veritatemnoverit contingentem. Cum ergo absolute necessarium sitDeum esse, et, si Deus est, ipse noscit veritatem contingentem,patet, quod absolute necessarium sit esse veritatemcontingentem. 116È curioso leggere righe <strong>di</strong> questo tenore nelle pagine <strong>di</strong> un trattatocome il Trialogus, che una certa tra<strong>di</strong>zione ha in<strong>di</strong>cato come