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218 Luigi Campicontingenza delle creature <strong>di</strong>scendesse dalla libera scelta or<strong>di</strong>natrice<strong>di</strong> Dio e aveva, anche a tal fine, fatto largo uso della nozione <strong>di</strong>necessitas ex supposicione. Un’ulteriore ritrattazione – simile nei toni,oltre che nell’esito <strong>di</strong> rendere complessivamente meno chiara lastrategia argomentativa adottata – è offerta ancora dal Trialogus.Mostrando nuovamente il proprio debito verso la riflessioneanselmiana 126 , Wyclif sembra sollevare qualche dubbio circa laperspicuità della nozione <strong>di</strong> libertas contra<strong>di</strong>ccionis, cui pure untempo si era richiamato sovente per riba<strong>di</strong>re la contingenza dellascelta <strong>di</strong>vina 127 , della quale continua cionon<strong>di</strong>meno ad affermare lamassima libertà:Quantum ad libertatem <strong>di</strong>vinae potentiae, patet quod estsumme libera, et tamen <strong>qui</strong>d<strong>qui</strong>d facit, necessario eveniet;sicut Deus pater summe libere producit filium, et tamennecessario absolute. Et quantum ad ‘libertatemcontra<strong>di</strong>ccionis’, patet, quod est terminus magistralis erroneeintroductus, ut illud quod Deus potest facere si voluerit, et nonfacere si noluerit, cum hoc sit contingens ad tempus, <strong>di</strong>cunt‘libere contra<strong>di</strong>ctorie’ est productum. 128Un altro contesto <strong>di</strong> rettifica si incontra anche nel Libro II delTrialogus, nel quale il maestro inglese de<strong>di</strong>ca un capitolo allapredestinazione <strong>di</strong>vina. La trattazione è aperta da una battuta <strong>di</strong>Pseustis, che paragona Dio a un burattinaio, intento a manovrare leazioni degli uomini, necessitando alcuni alla salvezza, altri alladannazione, senza riservare in apparenza alcuno spazio alla liberaac<strong>qui</strong>sizione da parte dell’uomo <strong>di</strong> meriti o demeriti 129 . Non v’è modo<strong>di</strong> entrare, in questa sede, nei particolari della risposta elaborata daWyclif nel trattato 130 ; basti però osservare due aspetti senz’altrointeressanti e utili alla nostra ricognizione. Il primo richiamaprecisamente quei toni ra<strong>di</strong>cali cui si è fatto cenno in apertura <strong>di</strong>paragrafo: a <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> quanto accade nei suoi scritti giovanili, neiquali aveva rispettato la <strong>di</strong>stinzione scolastica – e ortodossa – trapraedestinati (gli eletti che verranno salvati) e praesciti (quanti Dio sache apparterranno al numero dei dannati, ma che non sono perciòpredestinati alla dannazione) 131 , nel Trialogus Wyclif sembra porre

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