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<strong>turrisbabel</strong> <strong>69</strong> März Marzo 2006 Paesaggi “(in)naturali”– Statements 25<br />

Foto Alexander Zoeggeler<br />

sempre parlare di cubi di vetro e di cemento<br />

che sono buttati in giro a “casaccio”.<br />

I materiali, la cura del dettaglio e il “genius<br />

loci” tanto predicato dai nostri maestri<br />

predecessori, possono in ogni caso aiutarci<br />

a trovare un equilibrio tra l’architettura<br />

moderna e la tradizione e la cultura locale.<br />

Esempi come la cantina vinicola Manincor,<br />

che si camuffa perfettamente nel paesaggio<br />

– oppure esempi come il cimitero di<br />

Luttach, pareti di cemento a vista che seguono<br />

e in parte contrastano l’andamento<br />

dei prati circostanti o addirittura elementi<br />

come la sfera cromata di Frangarto, che<br />

spicca dal promontorio e riflette il paesaggio<br />

circostante – sono a mio avviso bellissimi<br />

esempi di architetture moderne che si<br />

amalgamano perfettamente nel luogo, senza<br />

per forza doverne fare parte – anzi contrastandolo<br />

in modo positivo. Gli innumerevoli<br />

Bunker, costruiti in tempo di guerra,<br />

mastodontici colossi di cemento in mezzo<br />

al paesaggio sono oggi rivalutati e definiti<br />

come bellissimi monoliti scultorei – era<br />

ora! Per decine di anni sono stati definiti<br />

nei modi peggiori, ma finalmente oggi gli<br />

viene riconosciuto il dovuto valore architettonico<br />

– sono tra gli edifici migliori che si<br />

possono trovare nel paesaggio sudtirolese<br />

al giorno d’oggi, e finalmente non sono<br />

solo gli architetti a dirlo. Esistono svariati<br />

approcci al progetto: da quello che si nasconde<br />

nel paesaggio a quello che si integra<br />

col paesaggio fino a quello che spicca<br />

dal paesaggio – non esistono formule<br />

giuste o sbagliate – chi lo dice che un edificio<br />

di vetro, di cemento o di acciaio non<br />

possa far parte del nostro paesaggio –<br />

siamo in un era in cui non esiste uno stile<br />

architettonico ben stabilito, il nostro periodo<br />

è invece caratterizzato dai tempi, dalla<br />

velocità e dalle tecnologie – cose che ci<br />

permettono di riuscire a fare quasi tutto in<br />

campo architettonico: forse è un bene che i<br />

posteri oltre ad apprezzare le architetture<br />

gotiche, rinascimentali e barocche possano<br />

trovare anche delle testimonianze del nostro<br />

tempo. Le vere vergogne, ciò che veramente<br />

rovina e deturpa il nostro paesaggio,<br />

sono quel tipo di edifici, che spuntano<br />

come funghi (velenosi per il buon gusto) –<br />

finte copie e orrende emulazioni di una tradizione<br />

falsata. Villini e fienili, ma soprattutto<br />

terribili albergacci, che cercano di scimmiottare<br />

la tipica architettura tradizionale<br />

tirolese trasformando forme pure, essenziali<br />

e funzionali in agglomerati di casette a<br />

schiera piene di torrette e balconcini fasulli<br />

che nulla hanno a che spartire con le vere architetture<br />

locali, trasformando le nostre<br />

valli in enormi parchi giochi e facendole assomigliare<br />

a Disney World e a Las Vegas.<br />

Squallide trappole per turisti che ignorano la<br />

cultura, la storia e la tradizione locale e che<br />

si fanno abbindolare da una sorta di “nuovo<br />

kitsch tirolese” per andare a rintanarsi<br />

in “paradisi wellness” con saune per pirati<br />

convinti di aver trovato quell’unico posticino<br />

caratteristico “incontaminato” dove potranno<br />

andare a riposarsi in santa pace.

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