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82<br />

Kunst<br />

Arte<br />

1<br />

1 brenner basis tunnel,<br />

2005, 15 x 10 x 21 cm,<br />

cartoncino-legno<br />

2 principe, 1998–2005,<br />

120 x 180 x 25 cm,<br />

legno-plastica<br />

3 principe, particolare<br />

4 posta prioritaria, 2003–<br />

2004, legno-vernice spray,<br />

27x18x15 cm<br />

5 tyrol, 2004, 60 x 38 x 30 cm,<br />

legno-plastica<br />

Dialogo con Hubert Kostner a cura di weber + winterle<br />

I “paesaggi” dell’arte<br />

TB Il tuo lavoro sembra nascere da una<br />

reazione al paesaggio che ti circonda.<br />

Rielabori con ironia l’immagine patinata<br />

dell’icona alpino-turistica, dove è evidente<br />

la strumentalizzazione del labile confine fra<br />

ciò che è naturale e ciò che invece è artefatto.<br />

HK La mia è effettivamente una reazione<br />

molto immediata. Una risposta ad un<br />

ambiente molto chiaro e semplice, realizzata<br />

con mezzi e linguaggio altrettanto<br />

semplici per essere comprensibile da tutti.<br />

L’ironia mi permette di vivere e confrontarmi<br />

con ciò che mi circonda, divertendomi<br />

con il mio lavoro. Nelle zone turistiche,<br />

come le nostre, le contraddizioni sono molto<br />

forti perché si è passati da una società<br />

prettamente contadina ad una turistica,<br />

con tutte le conseguenze che ne sono derivate,<br />

sull’uso del territorio così come<br />

sulla mentalità delle persone.<br />

TB Fin dal periodo della tua frequentazione<br />

dell’Accademia, occupandoti di arte hai<br />

avvertito che l’appartenere a questo territorio,<br />

averne le immagini saldamente marcate<br />

al tuo personale immaginario creativo,<br />

ti ha portato in modo molto naturale<br />

a lavorare su un possibile “tuo paesaggio”.<br />

HK Credo che non abbia senso negare<br />

quello che ti circonda, ho quindi sentito<br />

da subito di dover fare i conti con questa<br />

realtà, che a ben guardare da anche molti<br />

stimoli. L’ambiguità è dovuta dall’incontro<br />

di due mondi che sempre, in ogni istante,<br />

relazionandosi sono in grado di creare<br />

degli strani effetti. E questo riguarda il<br />

convivere quotidiano così come il mondo<br />

dell’estetica.<br />

TB Fino all’immediato dopoguerra, la<br />

nostra realtà montana si è retta su un fragile<br />

equilibrio. Con l’avvento del turismo<br />

e l’abbandono delle coltivazioni il paesaggio<br />

è cambiato completamente, con<br />

la conseguenza che le strutture esistenti<br />

non rispondono più alle nuove funzioni ed<br />

esigenze. Lo sconvolgimento di un equilibrio<br />

e la presenza di una contraddizione<br />

permettono però di sviluppare efficacemente<br />

la creatività artistica.<br />

HK Si può dire che l’equilibrio tra uomo e<br />

natura non è più cosi integrato. Sono due<br />

März Marzo 2006 <strong>turrisbabel</strong> <strong>69</strong><br />

mondi che convivono non più in sintonia,<br />

ma questo non deve essere letto per forza<br />

come una cosa negativa.<br />

TB Va detto però che questa è una sensazione<br />

che avverte chi ci vive, per molte<br />

persone che vengono da fuori e che incontrano<br />

il nostro territorio per la prima<br />

volta, e qui sta la contraddizione, il paesaggio<br />

risulta fiabesco, idilliaco, senza<br />

sapere che in realtà è frutto di uno sconvolgimento.<br />

Il paesaggio che oggi possiamo<br />

vedere non assomiglia per nulla a ciò<br />

che era in origine. Per fare un esempio,<br />

i prati che ci circondano e che tutti ammirano<br />

erano in passato campi coltivati.<br />

HK In questo ambito si inserisce la logica<br />

della cartolina postale, un mezzo molto<br />

economico per vendere una realtà a volte<br />

artificiale. La grande tiratura permette<br />

a ciò che viene rappresentato di diventare<br />

nuova realtà. Come dici tu, per molti questo<br />

è il paradiso, che vedono perché hanno<br />

in testa l’idea della cartolina postale. Ne<br />

ricercano addirittura le inquadrature, quasi<br />

a conferma dell’esistenza di quel luogo.<br />

TB Questo concetto lo si ritrova anche<br />

nel linguaggio comune. Quando qualcuno<br />

scatta una bella fotografia, per sottolinearne<br />

la bellezza si usa spesso dire<br />

“sembra una cartolina”. Quindi la cartolina<br />

propone un immagine stereotipata del<br />

paesaggio. Nelle nostre valli esiste purtroppo<br />

un rapporto senza mediazione tra<br />

la montagna ed il paese, al punto che quest’ultimo<br />

finisce per diventare una platea<br />

da cui godere il paesaggio, che a sua volta<br />

è composto come da quinte teatrali.<br />

HK Oggi l’offerta turistica vuole proporre<br />

il bello, ma lo fa in modo molto superficiale,<br />

veloce, cercando di mimetizzare<br />

le contraddizioni, tanto da ottenere un immagine<br />

così patinata da sembrare finta.<br />

Per questo il paesaggio diventa una scenografia<br />

artificiale. Questo non è necessariamente<br />

grave, nel senso che la natura<br />

è forte e sopravvive a tutto. Io, comunque,<br />

cerco di non dare giudizi e di limitarmi<br />

a constatare con lo sguardo dell’artista<br />

ciò che vedo, ciò che mi circonda.<br />

TB Le piste e gli impianti per lo sci sono

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