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<strong>turrisbabel</strong> <strong>69</strong> März Marzo 2006 Città e Paesaggio – Landschaftsplanung / Paesaggistica 47<br />
6 – 8 Progetto per il<br />
parco pubblico dell’area<br />
Nuovo Portello a Milano<br />
Foto e Rendering<br />
Archivio Kipar<br />
8<br />
la sfida dell’architettura del paesaggio nella<br />
città. Uno sforzo che richiede un’elevata<br />
creatività, una grande capacità nell’inserire<br />
tanti piccoli tasselli in un grande disegno<br />
ed in fine una lungimiranza e pazienza,<br />
che solo il giardiniere nascosto in ogni<br />
architetto del paesaggio può coltivare.<br />
L’esperienza del progetto per il parco<br />
pubblico dell’area Nuovo Portello a Milano<br />
(Land Srl in collaborazione con l’arch.<br />
Charles Janks, dal 1998) si inquadra nell’ambito<br />
della riqualificazione dell’intero<br />
comparto urbanistico facente capo al quartiere<br />
fieristico di Milano, sulle orme della<br />
vecchia attività produttiva Alfa Romeo.<br />
In questo caso il parco ricuce l’intero comparto<br />
integrandolo a livello metropolitano<br />
con il sistema del verde cittadino del Monte<br />
Stella a nord-ovest a cui fa da contraltare,<br />
e con il sistema verde di Corso Sempione<br />
e del suo omonimo parco, posto a<br />
sud-est dell’area. Dal punto di vista compositivo<br />
la terra è plasmata al fine di creare<br />
una grande scultura, un “landmark” per<br />
la città di Milano in grado di porsi quale<br />
elemento attrattore per i visitatori in arrivo<br />
dall’esterno della città e come ulteriore<br />
protagonista urbano per la nuova area<br />
Portello. Il progetto si configura così in<br />
un grande gesto: la nuova articolata morfologia<br />
si esplicita nella formazione di<br />
una “doppia esse allungata” e una grande<br />
spirale che nella loro imponenza si ren-<br />
dono protagoniste, instaurando allo stesso<br />
tempo un dialogo tra loro, il parco<br />
e la città. Dal punto di vista del linguaggio<br />
architettonico le tre grandi “sculture verdi”<br />
insieme all’anfiteatro rappresentano idealmente<br />
le quattro fasi della storia dell’uomo:<br />
la Preistoria, la Storia, il Presente e il<br />
Futuro. Spesso, come nei casi sopraccitati<br />
di Krefeld, di Erkrath e del progetto per<br />
il Parco Portello a Milano, è nella dialettica<br />
tra tradizione e innovazione che sta<br />
alla base il concetto che vede il parco come<br />
paesaggio in cui la natura stessa è opera<br />
d’arte. È in questa dialettica che il dualismo<br />
natura/cultura contamina il disegno,<br />
spingendo verso la visione di un nuovo<br />
parco “spazio assolutamente altro dagli<br />
spazi che la nostra quotidianità consuma<br />
consumandosi in essi”, come lo definì il<br />
filosofo Rosario Assunto. I parchi di nuova<br />
generazione sono chiamati a dare una<br />
risposta al paradigma che avvolge il quotidiano<br />
rapporto dei cittadini con lo spazio<br />
pubblico urbano. L’integrità tra linguaggio<br />
formale e contenuto funzionale tende ad<br />
individuare un leitmotiv capace di sintetizzare<br />
e concretizzare le aspettative legate<br />
alla costruzione del parco in città. Il parco<br />
stesso diventa la metafora di ciò che è<br />
diverso dal quotidiano urbano: la pausa, la<br />
contemplazione, la rigenerazione, l’isola<br />
nel mare delle tempeste e, nello stesso<br />
tempo, stimolo creativo per il suo fruitore.