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44 Landschaftsplanung / Paesaggistica<br />

1, 4, 5 Progetto urbanistico<br />

Erkrath Pose Marré, 2004<br />

Foto e Rendering<br />

Archivio Kipar<br />

2 – 3 “Krefelder Rheinufersilhouette<br />

Rheinblick”,<br />

riqualificazione dell’area<br />

lungo il Reno a Krefeld,<br />

Germania, 2003<br />

Andreas Kipar, Mauro Panigo<br />

Città e Paesaggio<br />

La trasformazione urbana richiede oggi<br />

nuove idee di spazi aperti: spazi in grado<br />

di far ritornare la vivibilità dei luoghi, soprattutto<br />

attraverso il lavoro della fantasia<br />

anche nella ricerca di soluzioni temporanee,<br />

che possano ovviare anche alla dilagata<br />

scarsità di risorse pubbliche. Lavorare<br />

intorno a questa tematica avvicina maggiormente<br />

la disciplina dell’architettura del<br />

paesaggio a quella dell’urbanistica. Ed è<br />

proprio da questa discussione interdisciplinare,<br />

aperta e senza pregiudizio, che possono<br />

nascere nuove soluzioni per nuovi<br />

luoghi, per nuovi paesaggi nei quali si possano<br />

esprimere l’estetica e la poesia dei<br />

sensi, elementi importanti da recuperare e<br />

valorizzare nella comune quotidianità del<br />

vivere. La città con i suoi spazi aperti legati<br />

o slegati dalle proprie architetture alimenta<br />

fortemente il dibattito disciplinare.<br />

Il sistema delle piazze, i grandi collegamenti<br />

pedonalizzati, parchi, giardini o semplicemente<br />

spazi residuali che si prestano ad essere<br />

allestiti per una vita pubblica all’aperto<br />

sembrano diventare sempre più oggetto<br />

di una progettazione integrata tra architettura,<br />

paesaggismo e design. L’architettura<br />

del paesaggio non vanta certo una lunga<br />

storia: i suoi ambiti in città erano e sono ancora<br />

oggi, nella maggior parte dei casi ben<br />

delimitati e definiti. Il paesaggio urbano<br />

con le sue architetture ed i suoi spazi aperti<br />

richiede qualcosa di più: l’integrazione completa<br />

nella vita quotidiana, molteplicità di<br />

forme e funzioni, flessibilità di adattamento<br />

alla voglia frenetica di cambiamento che<br />

contraddistingue la cultura urbana da quella<br />

rurale. Le nuove architetture urbane spesso<br />

si collocano nella città consolidata e costituiscono<br />

a volte l’unica occasione di recupero<br />

di maggiore vivibilità e funzionalità<br />

del tessuto urbano. Viene immediato il pen-<br />

1<br />

März Marzo 2006 <strong>turrisbabel</strong> <strong>69</strong><br />

siero di coniugare l’architettura con un<br />

giardino, con una piazza o addirittura con<br />

un parco capace di moderare e rapportarsi<br />

al meglio con il contesto circostante.<br />

I casi di Krefelder Rheinufersilhouette<br />

Rheinblick, riqualificazione dell’area lungo<br />

il Reno a Krefeld, Germania (2003) e del<br />

progetto urbanistico Erkrath Pose Marré<br />

(2004) fanno parte di questo ragionamento.<br />

Nel primo caso, è stato vinto un concorso<br />

con un progetto per dare una nuova<br />

immagine alle rive del Reno, nel tratto<br />

in cui attraversa la città di Krefeld, Germania.<br />

Il progetto nasce dalla considerazione<br />

della storia del luogo, del ‘genius<br />

loci’, per arrivare alla proposta di un luogo<br />

nuovo, con una visione innovativa dello<br />

spazio aperto. Lungo le rive del Reno<br />

si aprono nuove visuali arricchite da un<br />

sistema di piazze, percorsi e giardini pensili<br />

con differenti funzioni. L’intero asse di<br />

progetto è accompagnato da una forte<br />

struttura verde, scansita da una sequenza<br />

ritmica di aperture e chiusure verso il<br />

fiume e la città. Il secondo caso, Erkrath<br />

Pose Marré, è un progetto che scaturisce<br />

da un primo premio di un concorso urbanistico<br />

del 2004. La riqualificazione urbanistica<br />

avviene attraverso nuove piazze e<br />

nuove vie: l’area di progetto Pose Marré<br />

viene ridefinita grazie all’inserimento del<br />

progetto nel suo contesto di riferimento.<br />

Il dialogo col paesaggio circostante diviene<br />

dunque l’elemento vincente: il legame<br />

con l’identità del luogo, i collegamenti<br />

ciclo-pedonali con l’intorno e le connessioni<br />

col verde esistente. L’acqua diviene<br />

l’elemento vitalizzante dell’intero progetto.<br />

Cercare un dialogo con le architetture urbane<br />

è l’obiettivo primario di un’architettura<br />

del paesaggio attenta all’insieme delle<br />

cose. Più passe-partout che quadro, più<br />

fluido, l’indefinito, non tanto contrapposizione<br />

quanto integrazione. Usare le delizie<br />

dei piccoli spazi, la forza immaginaria<br />

dei giardini bonsai per valorizzare lo spazio<br />

pubblico, per alimentare un sistema<br />

del verde urbano, pubblico nella sostanza<br />

e privato nell’intimità del suo carattere è

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