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<strong>turrisbabel</strong> <strong>69</strong> März Marzo 2006 Alice nel paesaggio delle meraviglie – Diplomarbeiten 1000+ / Tesi 1000+ <strong>69</strong><br />

3 Il maso mutato.<br />

Variabilità morfologica<br />

4 Vista frontale del<br />

progetto per Bolzano<br />

che si ottiene tra nucleo interno e contenitore<br />

assume differenti funzioni: loggia, spazio<br />

di transizione, filtro sul lato nord e est<br />

con destinazioni variabili (studio, laboratorio,<br />

b&b per turisti), prosecuzione dello<br />

spazio pubblico attraverso la casa. Il carattere<br />

di membrana permeabile di questo<br />

elemento è accentuato dalla scelta di utilizzare<br />

facciate mobili con chiusure lignee a<br />

soffietto. La tipologia della palazzina sviluppa<br />

l’idea di creare spazi variabili, ogni<br />

alloggio presenta un aggetto in facciata<br />

che riprende la tipologia architettonica della<br />

terrazza tradizionale. Questa, oltre a fungere<br />

da loggia, attraverso una parete mobile<br />

consente di separare una parte dell’alloggio<br />

che può essere affittata, richiamando<br />

la tradizione delle Gästezimmer. Anche<br />

in questo caso un rivestimento ligneo mobile<br />

della facciata consente di variarne la<br />

natura e l’aspetto, in virtù di una migliore<br />

illuminazione e termoregolazione degli alloggi<br />

durante l’anno.<br />

Il secondo progetto si concentra sul margine<br />

tra la città di Bolzano e la campagna circostante,<br />

dove le contrapposizioni dialettiche<br />

architettura/suolo, naturale/artificiale,<br />

città/campagna, centro/periferia, architettura/contesto,<br />

si incontrano. Il nostro progetto<br />

sviluppa il tentativo di stabilire un<br />

dialogo fra questi elementi, di usare l’architettura<br />

per creare un equilibrio tra di loro.<br />

Riutilizzare l’agricoltura, considerata normalmente<br />

semplice sfondo della città, come<br />

elemento strutturante le trasformazioni<br />

urbane. Una matrice agricola supporta e<br />

organizza lo sviluppo del quartiere, in cui lo<br />

spazio aperto mantiene il carattere originario<br />

insinuandosi tra le nuove edificazioni.<br />

I servizi ad uso pubblico ed i parcheggi trovano<br />

posto sotto piattaforme sopraelevate<br />

che separano lo spazio pubblico da quello<br />

semiprivato ad uso dei residenti. Lo spazio<br />

aperto è affidato in un primo tempo agli<br />

agricoltori per la coltivazione dei campi e<br />

poi, man mano che assume un carattere<br />

più urbano, agli abitanti per orti e giardini.<br />

Gli alloggi sono distribuiti in barre residenziali<br />

di due tipi, una compatta ed una allungata.<br />

Una terza tipologia residenziale è definita<br />

da case bifamiliari costruite su quei<br />

supporti per l’agricoltura, utilizzati in una<br />

fase precedente per accatastare le cassette<br />

per la raccolta delle mele.<br />

Bibliografia ➔ G. Amendola, La città postmoderna.<br />

Magie e paure della metropoli<br />

contemporanea, Laterza, Bari, 1997<br />

➔ A. Bonomi, Il capitalismo molecolare.<br />

La società al lavoro nel nord Italia, Einaudi,<br />

Torino, 1997 ➔ L. Ponticelli, Spazi di interferenza.<br />

Note sul rapporto paesaggio/linguaggio<br />

nelle Alpi retoromanze, Tesi di Dottorato<br />

in Urbanistica, XVI ciclo, Iuav 2004<br />

➔ P. Rumiz, La secessione leggera, Feltrinelli,<br />

Milano 2001 ➔ P. Rumiz, È oriente, Feltrinelli,<br />

Milano 2003<br />

Dalla tesi di laurea Unité, singulier pluriel.<br />

Strategie abitative discussa allo IUAV di Venezia<br />

nell’A.A. 2003–2004. Relatori: Bernardo<br />

Secchi, Hrvoje Njiric e Matteo D’Ambros.

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