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Report della ricognizione dei progetti educativi di prevenzione .pdf

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icognizione ha reso visibile <strong>di</strong>ce che i <strong>progetti</strong> <strong>educativi</strong> a valenza preventiva, oltre che esserenumerosi e <strong>di</strong>ffusi nei territori, sono anche la risultante <strong>di</strong> un impegno comunitario che vede attori,caratterizzati da competenze a volte assai <strong>di</strong>verse, concorrere alla realizzazione <strong>di</strong> obiettivi comuni.E’ questo un “capitale sociale” <strong>di</strong> primaria importanza che merita senz’altro <strong>di</strong> essere valorizzato esostenuto.Per quanto riguarda l’utenza a cui i <strong>progetti</strong> rivolgono le loro azioni, l’elaborazione <strong>dei</strong> dati raccoltievidenzia un interesse privilegiato per gli adolescenti dai 15 ai 18 anni, seguiti dai preadolescenti,anche se non è trascurabile l’impegno espresso nei confronti <strong>dei</strong> bambini <strong>della</strong> Scuola Primaria e<strong>dei</strong> giovani oltre la maggiore età.I servizi si rivolgono in maggioranza alla generalità <strong>dei</strong> soggetti, tuttavia un quarto <strong>dei</strong> <strong>progetti</strong>in<strong>di</strong>vidua, come fruitori prevalenti del complesso <strong>della</strong> loro offerta o <strong>di</strong> moduli particolari, alcunetipologie specifiche <strong>di</strong> utenti, che possono essere soggetti con <strong>di</strong>fficoltà, soggetti stranieri o <strong>di</strong>sabili.Per quanto riguarda gli interventi <strong>di</strong> <strong>prevenzione</strong> e <strong>di</strong> promozione del benessere si registra chesono ancora i Comuni (62%) i soggetti più attivi nella promozione degli interventi in qualità <strong>di</strong> entititolari. Se si considera anche la partecipazione ai <strong>progetti</strong> in qualità <strong>di</strong> collaboratori, i Comunirisultano coinvolti nel 90% delle iniziative rilevate.Si deve poi aggiungere che i Comuni sono in prima fila anche a livello <strong>di</strong> contribuzione economicaa sostegno <strong>di</strong> questi interventi, contribuendo in misura <strong>di</strong>versa al finanziamento del 70 % <strong>dei</strong><strong>progetti</strong> rilevati, sia in quanto enti titolari, sia in quanto soggetti collaboratori.Maggiore, rispetto ai <strong>progetti</strong> analizzati in precedenza, l’impegno nel ruolo <strong>di</strong> enti titolari degliAmbiti Territoriali, ma anche <strong>dei</strong> Dipartimenti ASL e delle Associazioni.Altrettanto ricco il quadro delle collaborazioni, con una fortissima presenza <strong>della</strong> scuola e <strong>dei</strong>comitati genitori fra i soggetti più attivi, visto che la Scuola risulta il contesto dove si attivano conmaggiore frequenza gli interventi <strong>di</strong> <strong>prevenzione</strong> e <strong>di</strong> promozione del benessere.Gli altri contesti più frequentemente interessati da questa tipologia <strong>di</strong> interventi sono le comunitàlocali nel loro insieme, gli oratori, i contesti informali e i locali del <strong>di</strong>vertimento notturno.Per quanto riguarda la <strong>di</strong>stribuzione territoriale degli interventi <strong>di</strong> <strong>prevenzione</strong> e <strong>di</strong> promozione<strong>della</strong> salute la situazione si presenta pressoché speculare rispetto a quella precedentemente descrittaper i <strong>progetti</strong> <strong>educativi</strong> a valenza preventiva: una concentrazione <strong>di</strong> interventi negli AmbitiTerritoriali <strong>di</strong> Bergamo, Dalmine e Isola Bergamasca e una bassa frequenza <strong>di</strong> interventi nei dueAmbiti del Sebino, mentre la Valle Brembana vede in campo un maggiore investimento rispetto aquello registrato nei <strong>progetti</strong> analizzati in precedenza.Per quanto attiene le aree <strong>di</strong> intervento, rispetto alle quali vengono attuate le <strong>di</strong>verse azioni, sirileva che più <strong>della</strong> metà degli interventi segnalati insiste sulle cosiddette “Educazioni” (conparticolare frequenza l’educazione alla sicurezza stradale, ma anche l’educazione alimentare,all’affettività, alla legalità, ecc.), mentre poco più <strong>di</strong> un terzo si attua nell’ambito <strong>della</strong> <strong>prevenzione</strong>delle <strong>di</strong>pendenze (<strong>prevenzione</strong> del consumo e abuso <strong>di</strong> alcol, <strong>prevenzione</strong> del consumo <strong>di</strong> sostanzepsicoattive illegali, ecc.).Anche la sensibilizzazione e la formazione degli adulti (genitori, insegnanti, allenatori, ecc.)costituiscono una quota rilevante del complesso degli interventi rilevati (37%)Nell’analisi delle aree <strong>di</strong> intervento si coglie una certa tendenza alla settorializzazione, visto chequasi i due terzi <strong>dei</strong> <strong>progetti</strong> intervengono in una sola macroarea (o solo <strong>prevenzione</strong> <strong>di</strong>pendenze osolo educazione alla salute) o si rivolgono ad una sola tipologia <strong>di</strong> target (o solo adulti o soloragazzi).26

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