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decidere quale esito deve avere il suo movimento; noi possiamo contribuire<br />
a farne diventare reale uno piuttosto che un altro tra quelli possibili.<br />
Non possiamo neanche accelerare direttamente il movimento di<br />
trasformazione della società perché tale accelerazione sarà determinata solo<br />
dal prevalere della tendenza più utile alla causa della rivoluzione tra quelle<br />
insite nel movimento attuale della società. Un'iniziativa che ha successo,<br />
convoglia nuove forze in quella direzione e quindi muta il rapporto delle<br />
forze e fa precipitare la situazione nel suo senso; l'osserviamo in ogni<br />
passaggio del nostro lavoro, in ognuno di noi, nelle nostre strutture.<br />
Quindi noi acceleriamo il movimento di domani solo se abbiamo successo<br />
nel far trionfare oggi, nel movimento della società, la tendenza più<br />
favorevole alla rivoluzione.<br />
***<br />
I soggettivisti accusano i materialisti-dialettici di sostenere che bisogna<br />
lasciare andare le cose per il loro verso, di riflettere la mentalità di quelli<br />
che si trascinano alla coda degli avvenimenti, di essere attendisti e codisti.<br />
In effetti attendisti e codisti possono mascherarsi anche dietro la nostra tesi<br />
che ogni cosa è mossa da cause interne, che il mondo e il suo movimento<br />
esistono indipendentemente dal soggetto che li pensa e agisce. Ma i<br />
materialisti-dialettici sostengono anche che ogni movimento contiene in sé<br />
più di una tendenza e che può avere più di un esito; quello che si affermerà<br />
non può che essere uno di quelli oggettivamente contenuti nel movimento.<br />
Solo chi lavora perché si affermi uno degli esiti possibili, contribuisce<br />
consapevolmente alla sua affermazione. Chi invece lavora per esiti posti<br />
dalla sua fantasia, disperde energie.<br />
Ci distinguiamo dagli attendisti e dai codisti perché non siamo<br />
contemplatori o interpreti della società che cambia, ma usiamo, per far