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inizio di una nuova fase di crisi: l'equivalente della prima metà del secolo<br />
XX.<br />
Quindi è finito il periodo di sostanziale pace sociale nei paesi imperialisti. I<br />
contrasti tra le classi sono destinati ad acuirsi. Il terreno per la nostra azione<br />
è ampio e fecondo.<br />
Possiamo comprendere dove le effettive forze motrici spingeranno le classi<br />
della società borghese solo dall'analisi dei movimenti concreti e in parte<br />
possiamo determinarlo con un'azione soggettiva adeguata alle tendenze<br />
oggettive.<br />
La tesi della crisi di sovrapproduzione generale di capitale non è il nuovo<br />
talismano cui attaccarsi per coltivare l'ozio del proprio cervello. Ma è il<br />
contesto e la chiave di lettura per comprendere i singoli episodi della vita<br />
economica e politica e per decidere la nostra linea d'azione in essi, dando<br />
per scontato che il ruolo (e quindi il significato) di ogni singolo episodio è<br />
definito solo all'interno del contesto cui appartiene e che ogni singolo<br />
episodio quasi mai esprime apertamente e direttamente la tendenza generale<br />
del contesto.<br />
***<br />
Sostenere la tesi che gli anni 70 costituiscono un ciclo chiuso, a parte l'uso<br />
poliziesco della tesi da parte del trio Curcio-Moretti-Balzerani, vuol dire<br />
basarsi sull'osservazione e considerazione dei soli movimenti politici e<br />
culturali, posti come fenomeni che si sviluppano autonomamente dalle<br />
condizioni materiali.<br />
Chi si basa sull'analisi del movimento economico delle società borghesi e lo<br />
assume come elemento principale e originario, che fonda e determina anche<br />
il movimento politico e culturale della società, non può non mettere in<br />
primo piano la continuità tra gli anni attuali e gli anni 70 come parti della