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trasformazione delle società imperialiste che oggi sia disponibile.<br />
Dobbiamo deciderci a farlo fruttare.<br />
***<br />
Esistono una serie di fattori oggettivi favorevoli alla riuscita della nostra<br />
iniziativa.<br />
La borghesia non ha da offrire al proletariato e alle masse del nostro e degli<br />
altri paesi imperialisti che di privarle di qualcosa che ieri avevano<br />
conquistato. La fine del progetto di società del benessere non è avvenuta per<br />
nostra volontà. Non ne avevamo neanche coscienza. Noi abbiamo solo<br />
espresso a livello della lotta politica, combattendo, quello che<br />
indipendentemente da noi stava avvenendo nella realtà materiale della<br />
società. Era il corso economico della società che poneva fine al progetto, gli<br />
toglieva la sua base indispensabile: la conquista graduale ma diffusa e<br />
continua di miglioramenti delle condizioni di vita e di lavoro. Questo corso<br />
nessun Dalla Chiesa (poi assolutamente ingiustificabile vittima di Cosa<br />
Nostra), nessun Caselli, nessun Peci, nessun Curcio né l'ha determinato, né<br />
l'ha fermato né può fermarlo. Giorno dopo giorno, a balzi in alcuni casi e<br />
gradualmente in altri, la borghesia sta togliendo, distruggendo le istituzioni<br />
e le condizioni che erano gli elementi materiali costitutivi del progetto di<br />
costruire una società del benessere.<br />
Il progetto, le parole, l'enunciazione e mai la proclamazione hanno una vita<br />
un po' più lunga della realtà a cui si riferiscono. Ma quali che siano i<br />
discorsi, le promesse, i progetti, gli abbellimenti, i colori e gli scintillii con<br />
cui il corso attuale viene ammantato, questo esso è. È suicida che i gruppi<br />
della nostrana lotta armata, in passato, non abbiano mai, concretamente,<br />
impugnato la bandiera della difesa dei diritti e delle conquiste economiche,<br />
politiche, sindacali, culturali dei lavoratori, che non si siano mai,