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Il metro su cui misurare la crisi: le possibilità reali e i compiti oggettivi<br />
La crisi attuale del movimento rivoluzionario deve essere misurata sulle<br />
possibilità reali insite nella situazione di ieri e sui compiti che la situazione<br />
oggettiva attuale ci pone, non sulle aspettative e le illusioni dei protagonisti<br />
delle lotte di ieri che si aspettavano che la «conquista del potere» fosse a<br />
portata di mano, che sarebbe stata lo sbocco del movimento delle masse<br />
allora in corso.<br />
Solo per una concezione idealista e meccanicista del movimento della<br />
società (18) alcuni ancora si ostinano a stabilire l'entità della crisi del<br />
movimento rivoluzionario sulla base della continuità o meno dell'azione<br />
combattente. Di conseguenza per essi il compito principale di oggi, come<br />
bandolo da afferrare per dipanare la matassa, è la ripresa dell'attività<br />
combattente.<br />
(18) Idealista perché vede le idee e i comportamenti degli altri, diffusi, di<br />
massa, come punto di partenza, su cui misurare la situazione e le possibilità<br />
dell'agire dei singoli e delle organizzazioni. Quindi si muove solo quando<br />
gli altri già si muovono, alla loro coda, salvo poi avere un comportamento<br />
estremista all'interno del movimento, fare qualcosa in più di quello che<br />
fanno gli altri, osare più degli altri e chiamare questo "essere avanguardia".<br />
Non è un caso che nel movimento degli anni 70 si è parlato più di "essere<br />
avanguardia" che di "essere comunisti": questa seconda cosa avrebbe più<br />
facilmente messo in luce la mancanza e l'eterogeneità di programmi,<br />
concezioni, analisi, progetti, organizzazioni, ecc.; mentre per "essere<br />
avanguardia" bastava essere quelli che si davano da fare di più, che si<br />
mettevano davanti, che estremizzavano le istanze del movimento di massa,<br />
ecc.<br />
I movimenti politici e rivendicativi, i movimenti di massa in genere hanno