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congresso

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grado di esercitare su alcuni individui e ambienti ben circoscritti, con il<br />

controllo di massa. Cioè, da soggettivisti accaniti, estendono alle masse la<br />

loro condizione soggettiva, immaginando il mondo a propria somiglianza e<br />

si privano della capacità di capire che la via per eludere l'"onnipotenza"<br />

della polizia sta proprio nell'avere quella linea di massa da cui rifuggono,<br />

convinti come sono che "le masse, almeno oggi, sono controrivoluzionarie".<br />

Gli strumenti della controrivoluzione sono potenti, ma limitati. Questo vale<br />

anche per l'uso di spie, delatori, pentiti e dissociati da parte dello Stato e<br />

delle organizzazioni fiancheggiatrici, che ha provocato e provoca tuttora<br />

sbandamenti e paralisi nelle nostre fila.<br />

Dobbiamo imparare a prevenire e combattere, con misure pratiche e<br />

facendo tesoro dell'esperienza, questa minaccia e a colpire senza pietà spie e<br />

delatori.<br />

In secondo luogo dobbiamo imparare a non temere spie e delatori. Se noi<br />

abbiamo una linea giusta, questi possono sì danneggiare il nostro lavoro, ma<br />

non possono rovinarlo. Dobbiamo riflettere sul seguente bilancio tratto da<br />

Lenin.<br />

«D'altra parte, il rapido avvicendamento del lavoro legale e illegale, al quale<br />

era connessa la necessità di 'nascondere' in modo particolare, di rendere<br />

particolarmente introvabili proprio lo stato maggiore, proprio i capi, hanno<br />

prodotto talvolta, da noi, fenomeni estremamente pericolosi. Il peggiore di<br />

questi avvenne nel 1912, quando un provocatore, Malinovski, entrò nel<br />

Comitato Centrale dei bolscevichi. Egli denunciò decine e decine di<br />

compagni tra i migliori e i più devoti, facendo prendere loro la via della<br />

galera e affrettando la morte di parecchi. Se costui non causò danni ancora<br />

maggiori, fu soltanto perché, da noi, la combinazione di lavoro legale e<br />

illegale era bene organizzata. Per guadagnarsi la nostra fiducia, Malinovski,<br />

come membro del Comitato Centrale del partito e come deputato al<br />

Parlamento, doveva aiutarci a pubblicare giornali quotidiani legali, i quali,<br />

anche sotto lo zarismo, sapevano condurre la lotta contro l'opportunismo dei

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