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Due opposte collezioni di apoftegmi: la Floresta Española di ...

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180 Massimo Bergonzini<br />

guadagnare anime al<strong>la</strong> salvezza, molto spesso gli oratori pre<strong>di</strong>cano a<br />

favore <strong>di</strong> sé stessi al fine <strong>di</strong> ottenere vantaggi temporali 208 .<br />

• Na vida que vivem; dovendo questa essere molto spirituale, esemp<strong>la</strong>re,<br />

adeguata allo spirito degli or<strong>di</strong>ni riformati, affinché ciò che si insegna<br />

sia conforme con il proprio modo <strong>di</strong> operare; al contrario, molto spesso<br />

i comportamenti esteriori dei pre<strong>di</strong>catori, invece <strong>di</strong> denotare <strong>la</strong> suprema<br />

preoccupazione per <strong>la</strong> salute eterna, non si rive<strong>la</strong>no affatto virtuosi.<br />

Questa II sezione risulta dunque costituita da un commento amplificatorio<br />

dei <strong>di</strong>versi punti sopra delineati, all’interno del quale, in conclusione del VI paragrafo,<br />

è soprattutto degna <strong>di</strong> considerazione <strong>la</strong> breve ripresa del celebre passo <strong>di</strong><br />

San Luca (VIII, 11): Semen est verbum Dei, che rimanda al ben più conosciuto e<br />

famoso sviluppo attuato nel Sermão da Sexagésima da padre António Vieira. Proferendo<br />

il suo <strong>di</strong>scorso dal pulpito del<strong>la</strong> Cappel<strong>la</strong> Reale <strong>la</strong> sesta domenica <strong>di</strong> quaresima<br />

del 1655, il gesuita si domandava: «Nunca na Igreja de Deus houve tantas<br />

pregações, nem tantos pregadores como hoje. Pois se tanto se semeia a pa<strong>la</strong>vra de<br />

Deus, como è tão pouco o fruto?». Su tale materia tematica egli costitusce il proprio<br />

sermone, che intende rivolgere a sé stesso e ai suoi u<strong>di</strong>tori: «A mim será, e<br />

também a vós: a mim, para aprender a pregar; a vós, para que aprendais a ouvir».<br />

Considerando che <strong>la</strong> conversione si opera nell'uomo con il contributo <strong>di</strong> tre fattori<br />

complementari: <strong>la</strong> dottrina del pre<strong>di</strong>catore, l'intelletto dell'ascoltatore e <strong>la</strong> grazia <strong>di</strong><br />

Dio, Vieira cerca <strong>di</strong> determinare l'elemento in <strong>di</strong>fetto. Esclusa <strong>la</strong> responsabilità<br />

<strong>di</strong>vina, egli giunge a negare anche quel<strong>la</strong> degli u<strong>di</strong>tori, perché <strong>la</strong> paro<strong>la</strong> <strong>di</strong>vina: «é<br />

tão fecunda que nos bons faz muito fruto e é tão eficaz que nos maus, ainda que<br />

não faça frutos faz efeito». La prova è fornita esattamente dal<strong>la</strong> testimonianza<br />

evangelica; infatti il seme caduto tra i rovi nacque egualmente, anche se fu soffocato:<br />

Simul exortae spinae suffucaverunt illud; allo stesso modo, il seme caduto tra<br />

le pietre, se anch’esso non potè fruttificare tuttavia germogliò, pur seccando subito<br />

dopo: Et natum aruit. La tras<strong>la</strong>zione semantica <strong>di</strong> Viera assimi<strong>la</strong> le spine e le pietre<br />

a due categorie <strong>di</strong> cattivi u<strong>di</strong>tori; nei primi <strong>la</strong> <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> persuasione deriva dal<strong>la</strong><br />

loro acutezza, nei secon<strong>di</strong> <strong>la</strong> redenzione è ad<strong>di</strong>rittura resa impossibile dal<strong>la</strong> loro<br />

durezza. Gli uni, dall’intelletto acuto, sono coloro che si recano ad ascoltare il<br />

sermone solo per u<strong>di</strong>re sottigliezze verbali e graziosità estetiche, dunque per giu<strong>di</strong>care<br />

le ingegnosità del pre<strong>di</strong>catore, tanto da «às vezes também picar quem os<br />

não pica». Ad essi Vieira si rivolge <strong>di</strong>rettamente, con efficacia oppositiva: «Cui-<br />

208 San Paolo (2. Cor., 2, 17) utilizza per costoro <strong>la</strong> definizione <strong>di</strong> Adulterantes, il che induce Gregorio<br />

Magno (16. Mor. 28) ad assimi<strong>la</strong>re tale attitu<strong>di</strong>ne al<strong>la</strong> pratica dell’adulterio, <strong>la</strong> quale non è finalizzata<br />

al<strong>la</strong> generazione, ma so<strong>la</strong>mente al piacere e al <strong>di</strong>letto: «assim o Pregador, que vicia a pa<strong>la</strong>vra de Deos<br />

por amor dos seus conceitos, não pretende tirar del<strong>la</strong> fruto, senão só app<strong>la</strong>uso»; Ibidem, 346.

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