Riders N106

Riders
Magazine n.106
Se penso a Red Bull non penso subito
alle lattine, all’energy drink.
Cioè: certo che ci penso ma Red
Bull è molto di più. L’azienda che
fa energy drink ha creato un mondo
legato allo sport e al talento. La
cerchia dei testimonial dell’azienda
dei due tori è impressionante e
soprattutto è ampia e si espande
negli sport più strani e anche in
quelli più semplici: dal calcio alla
Formula 1, dallo skate alla MotoGP
e poi Motocross, BMX, scherma, surf
e kitesurf e tantissimi altri fino
al Rally dove uno dei talenti messi
sotto contratto è la giovane pilota
Tamara Molinaro. La incontro in una
focacceria di Alghero, mentre si sta
svolgendo la tappa del Mondiale WRX.
La gente la riconosce, io ne ignoravo
l’esistenza, la ferma, le chiede un
selfie e le dice: «Ehi, Tamara quando
parteciperai al Mondiale?». Fosse per
lei anche subito. È sicura di sè, dei
suoi mezzi, conosce le sue qualità
ma anche i suoi limiti e sa che,
nonostante debba ancora crescere,
Red Bull le ha regalato un’occasione
unica. Quando hai cominciato ad
appassionarti al mondo delle auto?
Da quando sono piccola perché i miei
genitori hanno un team di macchine da
rally e io ci sono cresciuta in mezzo
e seguivo loro durante le gare.
E a gareggiare quando hai iniziato?
Ho cominciato a guidare a undici
anni. È iniziato tutto per caso e non
avrei mai pensato che avrei fatto la
pilota di rally un giorno. Lo facevo
per divertimento, poi piano piano ha
cominciato a piacermi. Il mio sogno
inizialmente era quello di diventare
un ingegnere meccanico e di andare
a lavorare in un team ma guidare è
molto più divertente.
Ma si inizia sui go kart?
Mi piaceva andare sui kart ma
solo per prendere tutte le curve
di traverso mentre mio padre si
incazzava come una bestia. Però non
ci credevo molto: ho abbandonato
più di una volta per dedicarmi ad
altro come al motocross. Poi dopo un
incidente ho lasciato anche quello e
mi sono riavvicinata alle auto.
Grazie anche all’incontro con Red Bull
Senza Red Bull non avrei potuto fare
nulla. Sì ok i miei hanno un team,
però non sono miliardaria.
Red Bull dimostra di credere nei
giovani. Però, ad esempio, Max
Verstappen, sui Kart dimostrava di
essere già in grado di vincere,
mentre io facevo le cazzate nei
parcheggi, cioè a me mi hanno
proprio preso così, per scommessa,
perché l’unica cosa che posso aver
dimostrato è il controllo della
macchina. Quante ragazze della tua
età sono brave come te?
Ci sono delle ragazze brave
all'europeo, anche più grandi, ma,
concedimelo, hanno la macchina più
veloce, sanno guidare ma non sono più
brave. Qual è il tuo obiettivo?
Diventare pilota professionista. E
per farlo devo dimostrare di andare
forte. Come ti prepari alle gare?
Non c’è una vera preparazione. Devi
fidarti del tuo navigatore e rimanere
concentrata. Qual è l’aspetto più
difficile? La preparazione mentale,
ancor più di quella fisica. Ci sono
molte cose che il tuo cervello deve
sopportare. La sintonia con il
navigatore è importante?
È in assoluto la cosa più importante,
perché senza un buon rapporto con il
navigatore non puoi dare il cento per
cento. Come funziona il contratto di
Red Bull? Non abbiamo restrizioni.
Io mi impegno, ce la metto tutta.
L’importante è dimostrare che vali e
puoi diventare un professionista.
Ti fidi del tuo team? Certo,
altrimenti non ha senso correre.
Com'è cambiata la tua vita da quando
sei in Red Bull? Tantissimo, la gente
mi ferma per strada e mi chiede
l’autografo o un selfie. Una ragazza
che fa questo sport colpisce, ne
sono consapevole, ma poi bisogna
dimostrare di saperlo fare. Ti sembra
strano firmare autografi? No, ormai
sono abituata. Sui social hai già
qualche haters? Altroché, ho la
fila. La bevanda Red Bull ti piace?
Sì, la bevo spesso. Passioni oltre ai
motori? Mi piace viaggiare. Per il
resto penso solo alle auto. F.F.
TAMARA MOLINARO,
20 ANNI, RED BULL
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