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Riders N106

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<strong>Riders</strong> La Seconda Real People<br />

PAOLO GOZZI<br />

GIORNALISTA<br />

Raccontano che da bambino fosse<br />

la tortura dei trattoristi. Correva<br />

all’impazzata nelle strade di<br />

campagna. «Se parti con una<br />

marcia lunga riesci ad impennare?»,<br />

chiedevano stupiti. «Certo,<br />

basta essere un po’ pazzi».<br />

Un giorno Paolo Gozzi sentì rombare<br />

da casa qualcosa di diverso<br />

dalle macchine agricole. Erano<br />

motociclette. Anzi missili. Per un<br />

bambino di otto anni una gara in<br />

salita ha lo stesso fascino del Motomondiale.<br />

Voleva correre anche<br />

lui, anzi scrivere, che era più facile<br />

e più alla portata. Un giorno<br />

mandò questa missiva alla redazione<br />

del settimanale dell’epoca:<br />

«Avete bisogno di un corrispondente?<br />

Sono io». La segretaria di<br />

redazione gliene parlava sempre,<br />

di quella letterina da bambino,<br />

ogni volta che lo mandava in giro<br />

per il mondo. Paolo Gozzi seguiva<br />

l’Europeo Velocità e il Mondiale<br />

TT Formula 1, negli anni che Joey<br />

Dunlop era appena adulto. Paolo<br />

è stato il primo, in Italia, a capire<br />

che la Superbike sarebbe diventata<br />

un fenomeno di sport e anche<br />

uno stile di vita.<br />

Il 3 aprile 1988 a Donington lui<br />

c’era, con taccuino e macchina<br />

fotografica. Per anni è stato l’unico<br />

giornalista italiano presente<br />

alle gare. Da sempre racconta le<br />

storie più intense e affascinanti<br />

del Mondiale.<br />

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