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<strong>Riders</strong> La Seconda Real People<br />
PAOLO GOZZI<br />
GIORNALISTA<br />
Raccontano che da bambino fosse<br />
la tortura dei trattoristi. Correva<br />
all’impazzata nelle strade di<br />
campagna. «Se parti con una<br />
marcia lunga riesci ad impennare?»,<br />
chiedevano stupiti. «Certo,<br />
basta essere un po’ pazzi».<br />
Un giorno Paolo Gozzi sentì rombare<br />
da casa qualcosa di diverso<br />
dalle macchine agricole. Erano<br />
motociclette. Anzi missili. Per un<br />
bambino di otto anni una gara in<br />
salita ha lo stesso fascino del Motomondiale.<br />
Voleva correre anche<br />
lui, anzi scrivere, che era più facile<br />
e più alla portata. Un giorno<br />
mandò questa missiva alla redazione<br />
del settimanale dell’epoca:<br />
«Avete bisogno di un corrispondente?<br />
Sono io». La segretaria di<br />
redazione gliene parlava sempre,<br />
di quella letterina da bambino,<br />
ogni volta che lo mandava in giro<br />
per il mondo. Paolo Gozzi seguiva<br />
l’Europeo Velocità e il Mondiale<br />
TT Formula 1, negli anni che Joey<br />
Dunlop era appena adulto. Paolo<br />
è stato il primo, in Italia, a capire<br />
che la Superbike sarebbe diventata<br />
un fenomeno di sport e anche<br />
uno stile di vita.<br />
Il 3 aprile 1988 a Donington lui<br />
c’era, con taccuino e macchina<br />
fotografica. Per anni è stato l’unico<br />
giornalista italiano presente<br />
alle gare. Da sempre racconta le<br />
storie più intense e affascinanti<br />
del Mondiale.<br />
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