<strong>Riders</strong> La Quinta Travel & Adventure Asfalto e sterrato, difficoltà varie, tra passi di montagna, valli e mulattiere. Campo Smith, a Bardonecchia, è stata la base per questo evento organizzato da KTM. Viaggiare è probabilmente la cosa più bella che si può fare a questo mondo. Certo, altre due o tre le ho in mente ma viaggiare è in assoluto la cosa che stimola di più il corpo, la mente e l’anima. E se penso al viaggio, penso alla moto e se penso alla moto, immersa tra le montagne o le valli o che costeggia il mare, che tira dritto senza badare troppo ai rischi o alla strada, penso a KTM. Oggi è una delle aziende più attive nel panorama motociclistico con obiettivi precisi e dagli orizzonti ampi. Siamo arrivati alla terza reincarnazione del brand austriaco. La prima è quella legata all’origine, quella della regolarità fino agli anni 70 e 80 (anche se iniziarono a fare moto nel 1953); la seconda vita che ha vissuto KTM è quella della rinascita post fallimento (dal 1992), mentre la terza è quella attuale, della globalità di marchio, con una gamma di moto trasversale e per tutti i gusti come mai era riuscita intraprendere prima, e della recente sinergia con il pianeta Oriente, dove vengono prodotte moto (belle e di qua- Vlità) di piccola cilindrata nella fabbrica indiana, in virtù della partnership anche finanziaria con il colosso Bajaj. Le 125 e 390 della serie Duke. Come l’ho (ri)trovato il mondo arancio? Presto detto: bene e in forma. Bello, sgargiante, genuino. In una parola, vero, proprio come lo sono loro, quelli che ci lavorano e di riflesso coloro che le posseggono e le guidano, le moto di Mattighofen. Perché questi non sono motociclisti chiacchiere e distintivo: mai vista una KTM presa solo per tendenza, o solo da mostrare al bar. Chi la cerca e la possiede, una orange bike, poi la vive davvero. Esattamente come avvenuto in questi tre giorni, dal 6 all’8 luglio, durante i quali 150 avventurieri con l’arancio riflesso negli occhi hanno fatto una scorpacciata di moto e... moto, su tre tipi di itinerario: strada, misto fuoristrada e off-road più impegnativo. Tanti chilometri (fino a trecento al giorno) da creare quasi nausea, per i comuni mortali. Ma non per loro: che più gliene fai fare, più ne farebbero, sono dei motociclisti insaziabili. A dir la verità io un po’ meno, visto che ho partecipato e guidato solo l’ultimo giorno e a metà del percorso avevo già esaurito le energie. Ma era talmente bello il giro, l’ambiente, l’atmosfera e i luogi, che non ho mollato un metro e sono riuscito grazie anche alla superlativa globe trotter Super Adventure R a concludere, esausto ma felice, l’itinerario. Di Lei vi racconterò prossimamente, su questi questi schermi. Un mondo, questo, miracolosamente scampato, o comunque non ancora troppo contaminato dal motociclismo modaiolo, quello basato più sull’immagine che sulla sostanza. Qui non si viene a fare la sfilata di bellezza o le parate come succede in tanti raduni o aggregazioni moto. Non hanno bisogno di dimostrare di essere all’altezza di stile o di sentirsi nel gruppo, perché non appena arrivano... ne fanno già parte di default. Chiunque e con qualsiasi KTM: bella, vecchia, brutta o nuovissima che sia. Questi vogliono solo marciare, anche senza sosta. Godersela. KTM è un brand che piace a tutte le età e questo è uno dei suoi attuali punti di forza, perché Mattighofen ha investito e lo fa tutt’ora sui giovanissimi, con la gamma minicross racing più articolata e competitiva del mercato e Trofei monomarca fuoristrada e in pista, per potersi misurare ad armi pari e facilitare l’emergere del talento puro, al posto della disponibilità economica delle famiglie dei piloti. Fortunatamente non è l’unica azienda che si 84
<strong>Riders</strong> Magazine n.106 85