86 <strong>Riders</strong> La Quinta Travel & Adventure
<strong>Riders</strong> Magazine n.106 C’È IL PANZONE CHE A VEDERLO NON GLI DARESTI DUE LIRE E POI TI PASSA SULLE ORECCHIE COME UN RULLO COMPRESSORE IN MULATTIERA. C’È IL FREQUENTATORE SERIALE DI MOTOCAVALCATE CHE VA PIANO IN STILE RUSPA. C’È IL NOVIZIO CHE SI METTE IN GIOCO E FA FIGURACCE EPOCALI. ALL’ADVENTURE RALLY LA REGOLA È PRIMA AIUTARE CHI SBAGLIA, POI SFOTTERLO TUTTA LA SERA La quota di 299 euro dà diritto a un pacchetto che comprende: kit di benvenuto, guide professioniste, tracce GPS da inserire nei propri navigatori, assistenza tecnica per moto e pneumatici, assistenza medica, veicoli di supporto, 3 cene, fotografi professionisti e molto altro. Per le prossime edizioni info su ktm-adventurerally.com. muove in questa direzione, ma K è fra le più attive. Tornando all’Adventure Rally, girando per Campo Smith (punto base dell’evento a Bardonecchia) si vedono cose e gente straordinaria: moto Meoni replica, magari parcheggiate a fianco ad altre di ultimissima generazione, con l’elettronica più evoluta, oppure enduro racing a fianco di altre stanche e vissutissime compagne di viaggio. C’è persino qualche moto d’epoca ma con un’ immutata anima viva e verace. In alcuni casi feroce, come quegli straordinari personaggi un po’ vissutelli che non mollano e non si rassegnano neppure a legarli. C’è il panzone che a vederlo non gli dai due lire come pilota, e poi ti passa sulle orecchie come un rullo compressore in mulattiera, magari a cavallo di un ferro masticato da decenni. Niente di più facile che pur essendo sfatto fisicamente da apparire come l’anti atleta per eccellenza, magari abbia anni di gare di regolarità/enduro alle spalle e, soprattutto... non ha mai smesso. Prova a fermarlo, o superarlo, quello. Ti giochi tutto, ma non ce la fai. C’è il frequentatore seriale di tutte le motocavalcate d’Europa che va piano come una ruspa ma non si ferma come un trattore e si porta, a ogni giro, tutto quanto possa essere utile per far ripartire una moto in panne; che poi non sarà mai la sua a fermarsi, perché è lucidata a specchio e tenuta come una factory, ma sarà sempre prontissimo ad aiutare il prossimo. Perché l’endurista doc è così: prova quasi più soddisfazione ad aiutare il fratello sconosciuto, che a ricevere complimenti per aver terminato un rally. Sono i migliori. Quelli poco esperti si mettono in gioco, fanno figuracce epocali, ci provano ma non ci riescono, magari non riescono ad affrontare il più facile dei sentieri, ma troveranno sempre chi li aiuta e mai nessuno che li sfotta, a patto che non sia della stessa combriccola, altrimenti sì che la rivalità bonaria diventa competizione, onesta, fonte di reciproci sfottò. E quando uno sbaglia, alla sera viene massacrato dal resto della compagnia, tutta unita contro il maldestro e sfortunato pilota. E giù tutti a ridere. Sono famiglie. Dove lo trovi un altro mondo così, oggi? Per questo è bello viverlo, perché ritrovi valori umani rari nel quotidiano, o in altre discipline anche amatoriali dove spesso l’invidia supera di gran lunga la passione. Non manca all’appello qualche giovanissimo, magari accompagnato dal padre o da un amico di mezza età, con moto, accessori e vestiti full Power Parts che ti verrebbe voglia di rubargli tutto da quanto è figo. Ma è invidia bella, sana, di riconoscimento. Apprezzamento per quel mondo: dal modo di vestire, di comportarsi, di andare in moto, di divertirsi, di sfidarsi, di non riuscirci. Il non farcela non è delusione ma voglia di riprovare: scuola di vita, specie per gli adolescenti (pochi ma buoni) presenti. Gli orange men sono belli anche quando non sono belli. Tutti uguali nello spirito, anche se diversi nell’interpretazione. Sono irriducibilmente appassionati. E insaziabili. 87