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Riders N106

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<strong>Riders</strong> La Seconda Real People<br />

1989<br />

Matteo Orazi in posa<br />

nel Motopark<br />

di Miramare.<br />

5mila iscrizioni al club<br />

Vittorazi Racing, con le<br />

quali andrà a bussare alla<br />

porta della Federazione<br />

motociclistica italiana:<br />

«Questa gente vuole correre,<br />

è arrivato il momento di<br />

riconoscere lo sport della<br />

minimoto, costruire un<br />

regolamento e mettere in<br />

piedi un campionato».<br />

Nasce così un’attività agonistica<br />

ufficiale. L’anticamera dei<br />

futuri campioni. Anche se con<br />

le pocket bike, in categorie<br />

separate, corrono anche gli<br />

adulti. Proprio sulla pista di<br />

Cattolica compare un ex<br />

pilota della classe regina<br />

del motomondiale, Graziano Rossi,<br />

accompagnato dal figlio Valentino, iscritto<br />

alle scuole medie. Tornano a casa con una<br />

Vittorazi nel bagagliaio e diventano stabili<br />

frequentatori dei paddock per le moto<br />

in miniatura: «A volte andava forte, altre<br />

meno, c’era chi era più bravo di lui, più<br />

preciso, più tecnico. Adesso in MotoGP<br />

sembra estremamente metodico, un<br />

orologio, mentre all’epoca era puro istinto,<br />

sapevi che sarebbe saltato sui cordoli,<br />

caduto e poi ripartito, cose di questo<br />

genere», ricorda Matteo, vincitore di due<br />

fra i primi campionati italiani junior di<br />

minimoto. Il fratello Andrea, di tre anni più<br />

giovane, ne conquisterà un altro.<br />

Gli attuali assi tricolori del motomondiale,<br />

agli esordi, hanno calcato i loro passi.<br />

Nel frattempo papà Vittoriano si sposta<br />

pochi chilometri più a nord, a San Mauro<br />

Mare, dove stabilisce il suo nuovo<br />

quartier generale. È il 1991, l’anno della<br />

consacrazione. A innescare tutto è l’idea<br />

di raccogliere una ventina di piloti italiani<br />

del motomondiale e farli correre al Motor<br />

Show di Bologna, ai tempi evento clou<br />

per gli appassionati di ruote e pistoni.<br />

Oltre a Capirex, campione in carica della<br />

125, si presenta gente come Loris<br />

Reggiani e Doriano Romboni. Ogni<br />

partecipante riceve una minimoto che<br />

replica la livrea portata in pista sui circuiti<br />

veri, lo spettacolo attira una marea di<br />

gente e finisce su tutti i magazine di<br />

settore, in Italia e all’estero.<br />

La trovata crea un interesse esagerato,<br />

l’azienda cresce fino a contare sette<br />

dipendenti, la tecnica delle minimoto si<br />

evolve: «Il telaio diventa più grande, le<br />

carenature passano dalla plastica alla<br />

fibra di vetro, arriva il raffreddamento<br />

a liquido, cambiano i rapporti di<br />

compressione, i travasi, si sfiorano i<br />

13mila giri». Dai due cavalli scarsi dei<br />

primi modelli si passa a sei, con una<br />

cilindrata costante di 40 centimetri cubici.<br />

Ci gira gente come Marco Melandri,<br />

futuro vincitore della classe 250 del<br />

motomondiale: «Era un divertimento, ma<br />

al contempo era diventato un trampolino<br />

per i più piccoli, che a pochi anni di<br />

età potevano già sviluppare un feeling<br />

con le due ruote. Convivevano serietà<br />

1992<br />

Sotto, Vittoriano<br />

Orazi mentre<br />

consegna al pilota<br />

Pierfrancesco Chili<br />

una Honda 500 in<br />

scala.<br />

1988<br />

LE POTENZIALITÀ CI SONO,<br />

MA PER ATTIRARE PIÙ GENTE VITTORIANO<br />

CAPISCE CHE È IL CASO DI MIGRARE<br />

SULLA RIVIERA ROMAGNOLA,<br />

INVASA DAI TURISTI E PAZZA PER I MOTORI<br />

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